On the news acquaroIn occasione dell'arrivo dell'urna reliquiario di San Rocco ad Acquaro, previsto per il prossimo 18 agosto, l'associazione “Amici di San Rocco” si prepara ad accogliere i resti mortali del Santo che saranno accompagnati dal procuratore e guardiano di San Rocco, Fratel Costantino De Bellis. Dell'evento se ne parlerà sabato prossimo dalle ore 10.00, sulle frequenze di rs98.

In studio il presidente dell'associazione, nonché responsabile per la provincia di Vibo Valentia e Catanzaro dei gruppi associati, Giuseppe Parrucci; il parroco, Don Rosario Lamari ed il segretario dei gruppi associati della provincia di Vibo Valentia e Catanzaro, Claudio Inzitari.

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mini giustiziaIl gup di Catanzaro, Maria Rosaria De Girolamo, ha condannato ad un totole di 69 anni e 6 mesi di reclusione, quindici persone ritenute affiliate o contigue alla cosca Mancuso di Limbadi. I soggetti, coinvolti nell'operazione "Black Money", sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, usura, detenzione abusiva di armi e riciclaggio, aggravati dalle modalità mafiose. Il pm Marisa Manzini, invece, aveva chiesto 86 anni ed otto mesi. Le condanne riguardano Giovanni D'Aloi (al quale sono stati inflitti otto anni), Bruno Raguseo (5 anni e 6 mesi), Giuseppe Costantino (6 anni e 6 mesi), Fabio Costantino (5 anni e 6 mesi) Antonio Pantano (4 anni e 10 mesi), Francesco Tavella (5 anni e 6 mesi), Antonino Scrugli (4 anni e 2 mesi), Orazio Cicerone (5 anni e 4 mesi), Antonio Cuturello (5 anni e 6 mesi), il latitante Mario De Rito (5 anni e 4 mesi) e Antonio Campisi (un anno). Oltre a loro, sono stati condannati anche i commercialisti Ercole Palasciano (2 anni), Francesco L'Abbate (un anno e sei mesi), Giuseppe Ierace (un anno) e Domenico Musarella (un anno e sei mesi). Assolti, invece, Antonio Mamone, Nunzio Manuel Callà, Salvatore Accorinti, Domenico De Lorenzo, Bruno Marano, Gabriele Bombai e Antonio Maccarone. Nei confronti di quest'ultimo, inoltre, erano stati sequestrati anche il ristorante "La Pineta" e il residence "Costa degli dei", che adesso gli verranno restituiti a seguito dell'assoluzione.

 

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mini mirabelloIl pubblico ministero della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, Alessandro Pesce, ha chiesto il rinvio a giudizio per undici persone, coinvolte nell'operazione "Persefone", scattata nell'ottobre dello scorso anno, con la quale si è cercato di fare luce su un presunto caso di bancarotta fraudolenta, riguardante la Proserpina Spa, società impegnata nella raccolta dei rifiuti. 

Tra questi rientra anche il censoriano doc e attuale segretario provinciale del Pd, Michele Mirabello, già componente del Consiglio di amministrazione della società. Nei suoi confronti pesa l'accusa di concorso in bancarotta fraudolenta. 

Chiesto il rinvio a giudizio anche per Francesco Pantano e Ciro Orsi, ex amministratori della società; Domenico Naso, Giuseppe Betrò, Giandomenico Pata, Giuseppe Ceravolo, Michelangelo Petrolo, Domenico Scuglia, Gino Citton e Marcella De Vita.

Archiviati, invece, i casi di Natalina Cricelli, socia privata di maggioranza della “Proserpina” e quello dell'avvocato Giovanni Vecchio, liquidatore dell'azienda.

Secondo gli inquirenti, le persone coinvolte nell'inchiesta avrebbero manomesso i bilanci della società, con un passivo di quasi dieci milioni di euro, al fine di evitare la liquidazione. Inoltre l'azienda, tramite la falsificazione dei registri contabili, avrebbe ottenuto finanziamenti pubblici dal Commissario per l'emergenza rifiuti in Calabria. Perte dei quali sarebbero stati trasferiti in altre società costituite dagli stessi soci privati della Proserpina. 

 

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mini rs98On the news di sabato 12 luglio, dalle ore 10.00 sulle frequenze di RS98 è speciale: “Amore e desiderio”. Esiste un metodo semplice ed attendibile per misurare la passione? L'amore può essere indotto da qualche sostanza? In che modo il desiderio sessuale contribuisce alla durata del rapporto di coppia? In studio sarà presente lo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Iennarella.

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toga tribunaleLa corte d’Appello ha confermato ieri le condanne a danno di ben nove dei dieci imputati coinvolti nel processo contro il clan Sia-Procopio-Tripodi, operante nel Soveratese ed in altri comuni dello basso Jonio Catanzarese. L’operazione "Show down" - coordinata dai procuratori Vincenzo Lombardo e Giuseppe Borrelli e condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato, nonché dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro - era stata avviata in seguito ad un presunto caso di “Lupara bianca” legato alla scomparsa di Giuseppe Todaro, avvenuta il 22 dicembre del 2009. Successivamente gli inquirenti si resero autori di un blitz portato a termine attraverso due diverse tranche: la prima scattata all’alba del 15 dicembre 2011 con l’esecuzione di un provvedimento di fermo a carico di diciotto persone; l’altra effettuata tre anni dopo, il 10 maggio scorso, con la notifica di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di dodici persone e di obbligo di firma per altre tre. L’inchiesta ha fatto luce sulla “faida” interna sorta tra i due schieramenti - originariamente alleati - dei Sia e dei Todaro, sostenuti rispettivamente dalle cosche Vallelunga e Novella da un lato e da quella dei Gallace dall’altro. Contrasti intestini che hanno portato ad una vera e propria guerra di mafia con decine di omicidi commessi a cavallo tra il 2009 ed il 2011.

Le accuse contestate, a vario titolo, riguardano i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, sequestro di persona, estorsione, rapina, ricettazione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, omicidio e occultamento di cadavere.

Rispetto alla sentenza di primo grado, emessa il 22 aprile del 2013, i giudici della Corte d’appello di Catanzaro - presieduta da Anna Maria Saullo, con consiglieri Maria Teresa Carè e Vincenzo Galati - hanno ridotto la sola condanna inflitta a Francesco Vitale - per il quale è stata esclusa l’aggravante mafiosa - riducendola da 1 anno di reclusione e 300 euro di multa, fino a 8 mesi e 200 euro. Per tutti gli altri imputati invece sono state confermate le sentenze di primo grado, compresa quella a danno di Vincenzo Alcaro, 47 anni, nato a Soverato, ex brigadiere dei carabinieri in servizio presso il reparto operativo del Comando provinciale di Catanzaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa perché - secondo gli inquirenti - avrebbe fornito ai componenti dell’associazione mafiosa informazioni sulle indagini svolte dai colleghi nei confronti della stessa cosca Sia-Procopio-Tripodi.

Le altre condanne risultano invece tutte convalidate rispetto a quanto proposto in primo grado:
Patrick Vitale a 7 anni, 6 mesi e 20 giorni;
Giuseppe Santo Procopio a 6 anni e 8 mesi;
Vincenzo Bertucci a 5 anni e 8 mesi;
Angelo Procopio a 4 anni e 8 mesi;
Pannia Salvatore a 4 anni e 935 euro;
Bruno Procopio a 3 anni e 4 mesi;
Vincenzo Todaro a 1 anno e 4 mesi;
Vincenzo Ranieri a 6 mesi 20 giorni e 1000 euro.

 

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mini musolinoGONZAGA (MANTOVA) - Esattamente due anni fa e, per l'esattezza, il 20 maggio 2012, una forte scossa di terremoto colpì la bassa Lombardia, nell'area intorno alla provincia di Mantova, causando anche danni ingenti. Tra i comuni più colpiti c'era anche quello di Gonzaga, dove il monumento ai caduti è andato praticamente distrutto. A due anni di distanza, un serrese residente nella zona, Giuseppe Musolino, ha provveduto a riparare i danni causati dal terremoto ed alla ricostruzione del monumento. Tutto a titolo gratuito. E lo scorso 4 maggio, in occasione del raduno dei Bersaglieri per l'anniversario del 20° anno dalla fondazione della sede locale, si è tenuta una cerimonia pubblica, durante la quale è stato, appunto, inaugurato il nuovo monumento ai caduti. Nel corso dell'iniziativa - alla quale hanno preso parte, oltre allo stesso Musolino e ad Umberto Ariganello, altro serrese trapiantato in Lombardia, anche numerose autorità civili e militari - è stata scoperta una targa in memoria del Caporale Bersagliere Giuseppe Musolino, serrese ma nato a Mongiana nel 1912 e nonno del più giovane titolare di una ditta edile che si è prestato per ricostruire gratuitamente il monumento.

Dopo l'alzabandiera e l'inno nazionale, si è proceduto allo scoprimento della targa dedicata al bersagliere serrese, morto nel corso della Seconda guerra mondiale.

Un gesto di generosità e sensibilità, dunque, di cui si è reso autore un figlio della nostra terra, in memoria degli eroi del passato.

 

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de masi thyssenTORINO - Si riapre la vicenda giudiziaria sull’incendio dello stabilimento ThyssenKrupp, l'acciaieria di Torino in cui, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, divampò un tragico rogo che provocò sette vittime - tutti operai - tra cui il giovane Giuseppe Demasi, all’epoca 26enne, i cui genitori sono originari di Fabrizia.

Nella serata di ieri le sezioni unite penali della Cassazione, inaspettatamente, hanno annullato con rinvio le condanne a danno dei manager imputati per il rogo della ThyssenKrupp, multinazionale tedesca leader nel settore dell'acciaio. Quindi, contrariamente alle sentenze precedenti, i giudici supremi hanno confermato la responsabilità degli imputati per omicidio colposo ma allo stesso tempo hanno annullato una parte della sentenza di appello che riguarda una circostanza aggravante, riferita – secondo la difesa - alle omesse misure di sicurezza. Ci sarà bisogno quindi di un nuovo processo d’appello per rideterminare le pene.

Il verdetto ha scatenato la rabbia dei familiari delle vittime, tanto che proprio in seguito alla pronuncia della sentenza, fuori dall’aula, si sono levate le urla di dissenso da parte di molti dei presenti. «Avete scelto di non decidere in modo che questi vigliacchi non vadano in carcere», hanno gridato alcuni parenti degli operai che persero la vita nel tragico incidente di sei anni e mezzo fa.

Si attendono quindi le motivazioni della decisione, soprattutto perché il procuratore generale Carlo Destro aveva chiesto la conferma delle pene inflitte in appello per omicidio colposo: 10 anni di reclusione per l’ex amministratore delegato, Harald Espenhahn, e dai 9 ai 7 anni per i dirigenti Gerald Priegnitz e Marco Pucci, il direttore dello stabilimento Raffaele Salerno, il responsabile dell’area tecnica Daniele Moroni e il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri. Pene che erano comunque state ridotte rispetto alla sentenza di primo grado del 15 aprile 2011, in cui Espenhahn - con una decisione definita all’epoca «un verdetto senza precedenti per i casi di morte sul lavoro» - era stato condannato per omicidio volontario con dolo eventuale. Ora, però, le pene per gli imputati dovranno essere rideterminate.

 

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mini onthenewsrulloSabato 26 aprile, nel salotto di On the News - programma condotto da Francesca Onda e Antonio Zaffino in onda sulle frequenze di Rs98 - saranno presenti l'ex sindaco di Mongiana, Rosamaria Rullo, l'ex vice sindaco Mimmo Pisano e l'ex presidente del Consiglio comunale Giuseppe Campese. Con loro si discuterà della sentenza di incandidabilità notificata agli ex amministratori nel gennaio scorso nella quale viene attribuito un arresto per estorisione alla Rullo, che risalirebbe al lontanto 1996.

 

 

 

 

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mini papa_libera_viboRiceviamo e pubblichiamo
 
Nutrita la delegazione di Libera-Vibo che ha partecipato alla XIX giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti della criminalità organizzata. Giornata che si è tenuta a Latina, dove oltre 100mila persone provenienti da tutta Italia hanno ascoltato il lungo elenco di nomi, circa 900, che Libera ricorda ogni anno. Con una delegazione vibonese e delle scuole di Tropea, Libera Vibo ha voluto rinnovare ancora una volta l'impegno contro le mafie.
 
Nel pomeriggio di venerdì si è tenuta la veglia di preghiera con la presenza del Santo Padre, Papa Francesco. Ed anche qui la delegazione vibonese era presente con mons. Giuseppe Fiorillo, coordinatore provinciale di Libera Vibo, ed alcuni familiari di vittime, tra cui la famiglia Ceravolo di Soriano, Barbara Vinci di Serra San Bruno e la famiglia Luzza, con Matteo Luzza in rappresentanza anche di Libera Memoria Calabria.
 
Papa Francesco, incontrando i familiari delle vittime innocenti e Libera nel suo insieme, guidata da don Luigi Ciotti, ha voluto richiamare i mafiosi al pentimento ed alla conversione: «in ginocchio ve lo chiedo, convertitevi, smettetela di fare il male». Papa Francesco con questo suo gesto, ha voluto manifestare vicinanza e affetto a tutte le famiglie colpite dalla barbarie mafiosa con la perdita di un proprio caro, innocente, caduto per mano criminale.
 
Mons. Giuseppe Fiorillo, che è stato chiamato a presenziare sull'altare, insieme a tanti altri sacerdoti della rete di Libera, alla veglia con il Santo Padre, ha voluto testimoniare con la sua presenza, l'impegno continuo e costante che Libera rivolge alla memoria delle vittime ed ai proprio familiari. In questi anni il coordinamento provinciale di Libera Vibo ha in diverse occasioni ricordato le vittime innocenti, con incontri nelle scuole, testimonianze dirette dei familiari.
Il 15 marzo nella sala della provincia sono state ricordate le vittime, con un lavoro importante che le scuole superiori della città hanno fatto. Libera Vibo continuerà a ricordare tutte le vittime innocenti e continuerà nel suo impegno di sensibilizzazione verso le nostre comunità sui temi del contrasto alle mafie ed a ogni forma di illegalità
 
Libera Vibo

 

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croce rossaSabato, sulle frequenze di RS 98, a partire dalle ore 10.00, nella prima parte di On the news ospiti in studi i componenti del “Gruppo volontari del soccorso” della C.R.I. di Serra San Bruno. Una realtà ormai consolidata nata esattamente 16 anni fa,  l’8 marzo del 1998. I volontari di questa importante istituzione si sono sempre distinti in operazioni di emergenza ma anche in attività di educazione sanitaria nonché di protezione civile. In studio il presidente del comitato provinciale di Vibo Valentia, la D.ssa Maria Silvestri, il referente di zona, Giuseppe Inzillo e i volontari Pasquale Inzillo e Aldo Campase.

Nella seconda ora, nel salotto di On the news, il Dott. Giuseppe Calvetta, già ambasciatore del Senegal e di sette stati africani. Un serrese che ha dato lustro alla nostra cittadina, distinguendosi come importante personalità e intellettuale.

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