Mercoledì, 24 Aprile 2013 20:35

Il Canzonato/6

 mini Uomo_in_gognadi Francesco Tiron Petrarca

XI

Quando il Prefetto gli mové disonore

al depositar la relazione della discordia

Umil, scacciata la sua codardia,

provò a toccar di tutti il core

martirizzando, sì..., ma a parole

il suo già santo corpo da “malnutrito”

«Com'é vero Iddio mi taglio un dito!»

Esclamò volgendo lo sguardo al Sole

«Non mi si dica che la mia dottrina

si sia macchiata d'alcun errore...

ch'a praticarla fu gente onesta

giammai vi furon “omini d'onore!”

Non so che sia sta mala 'ndrina

che mi si dice il Comune appesta...»

XII

Glorioso amico a lui s'appoggia

nella protesta, un gran nome anglosassone

Watson, che dimostra di fregarsene...

Et genuino fare Scout da subito sfoggia:

«Questo Palazzo non è teatro di loggia

ma di amministratori che si mettono supino...

al Nazzareno, non al malandrino!»

Et così dicendo armeggia

levando di terra in ciel una tenda

per ospitar egli e l'Umil contento

digiuni di pane et di vergogna

a protestar contro il Commissariamento...

Sperando che questo, quando avvenga

gli risparmi il dito ma non la gogna.

Pubblicato in LO STORTO
Martedì, 26 Febbraio 2013 14:18

Preunitari postelettorali, unitevi!

mini italy_1815Conciosiacosachè questa meravigliosa e inenarrabile tornata elettorale ci riconsegna uno stato pressoché ingovernabile e gli stessi figuri di sempre a sedersi in parlamento (meglio sarebbe stata, forse, un’aula sorda e vuota –ma non grigia: meglio sul verde), vorrei modestamente ventilare la possibilità di un ritorno alla felicissima condizione preunitaria, magari con qualche piccola correzione.

Pensateci. Sarebbe d’altra parte impresa affatto facile e remunerativa, che ci permetterebbe non solo d’alleviare con un fiero pasto quella fame campanilistica che da sempre ci affligge, ma ci farebbe anche guadagnare d’un sol colpo la fama, il prestigio e l’affidabilità che l’Europa e i Mercati così insistentemente ci chiedono.

Orbene, ecco come faremo.

La Lombardia, il Trentino, l’Alto Adige e il Veneto li ridaremo tosto all’Austria, così che le genti oggi nordiche provino il brivido d’essere del Sud, e contestualmente ripristineremo la Serenissima Repubblica di Venezia, ponendo il Corno Ducale sul capo di Sua Serenità Mr. Ingvar IKEA Kamprad (capace di soluzioni ingegnose ed economiche per spazi ridotti). Il Friuli e la Venezia Giulia se li sugga pure la Slovenia, o la Croazia, o la Repubblica di Eurostaete: chi se ne frega.

Emanuele Filiberto di Savoia potrà entrare trionfalmente a Torino per riprendere possesso del Regno di Sardegna e, in onore del suo omonimo avo il Testa di Ferro, essere amabilmente apprezzato dai suoi sudditi come il Testa di Cazzo.

Sul trono del glorioso Ducato di Parma e Piacenza instaureremo il grande Faustino Asprilla, e faremo sì che Sting si trasferisca a Palazzo Pitti per servire da Signore di Firenze e Granduca di Toscana.

Item, riuniremo il Lazio, le Marche, l’Umbria, la Romagna e parte dell’Emilia per ridarle al Papa, così che possa Egli trastullarsi con uno Stato della Chiesa nuovo di zecca.

Infine il Sud. Sarebbe fin troppo facile restaurare il Regno delle Due Sicilie, ma in maniera ancor più radicale suggerisco di donare la Sicilia alla Corona di Spagna e il Regno di Napoli alla Francia, tornando così all’età d’oro di Alfonso il Benigno e di Roberto il Saggio.

Pensateci. Anzi, pensiamoci. Ché l’unico modo di salvare l’Italia –più che mai una cagna magra calpesta e derisa– sembra essere oggimai quello di smembrarla.

Pubblicato in LO STORTO

mini DSC 0397Ieri matrimoni, ricevimenti, battesimi, feste e festini. Oggi meticci. Cani di tutte le taglie con le catene incarnate al collo e che si sbranano a vicenda. Affamati, maleodoranti e sporchi.

Siamo negli anni ’80 ed il Kursaal gira a pieno regime. Nel cuore del centro storico, di proprietà della regione Calabria, viene egregiamente gestito dai ‘Fiorindo’, una delle più note dinastie gastronomiche serresi. Leader nel settore della dolciaria e capaci di esportare anche oltre oceano. Una di quelle poche aziende che ha fatto grande il nome di Serra San Bruno.

Pubblicato in ATTUALITÀ

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