Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
Riceviamo e pubblichiamo
Con grande soddisfazione posso affermare quanto un'associazione di una certa importanza non solo a livello culturale ma anche socio-economica come la Pro-Loco sia indispensabile per il proprio paese. A dimostrazione di ciò i notevoli risultati della I edizione Festa del fungo organizzata in concomitanza dei festeggiamenti di San Bruno con la partecipazione sia di singoli artigiani e sia dell'associazione culturale “Il Brigante”.
Testimonianze dei risultati rappresentati soprattutto dal grande flusso di turisti e stranieri provenienti da ogni parte della calabria che hanno potuto godere delle vere bellezze di questo paese, oltre che paesaggistiche e storico-artistiche, il vero successo dovuto alla rinascita anche se per poco di quei vicoli interni del centro storico di cui un tempo erano il motore economico della nostra zona. Infatti nelle vie più caratteristiche come Via Sette Dolori e Via San Gerolamo fino a qualche decennio fa prima che l'artigianato locale scomparisse del tutto, vi erano botteghe di ogni genere. Varie maestranze che con il loro sapere e la loro manualità hanno dato prestigio a questo paese.
La Pro-Loco di Serra San Bruno grazie soprattutto al lavoro di un gruppo di ragazzi all'interno dell'associazione tra l'altro molto unito e coordinato, è riuscita a far rivivere anche ai propri paesani l'emozione di quel borgo di una volta. Inoltre il programma previsto e rispettato in tutti i suoi aspetti si è rivelato molto proficuo specie per i ristoratori che con il loro menù a base di funghi sono riusciti ad attirare una marea di turisti i quali hanno potuto godere anche della mostra micologica allestita presso Palazzo Chimirri, coordinata dai micologi lametini Gennaro Di Cello e Vincenzo Curcio, dall'esperto micologo dell'azienda sanitaria di Vibo Valentia Tommaso Daffinà e il naturalista serrese Giuseppe Pisani. Una mostra ad hoc che ha messo in evidenza la grande varietà di funghi presenti in questa zona dove appunto durante l'escursione sono stati rilevati ben 170 esemplari, dai più gustosi e prestigiosi ai più tossici e anche mortali. Tre giornate intense dedicate soprattutto a quello che è il prodotto principe della nostra terra “i funghi”, in cui si è riscontrato un grande successo grazie anche alla collaborazione di Serfunghi Calabretta Bruno, molto disponibile nel guidarci in questa avventura.
Franco Giancotti, Presidente della Pro-Loco di Serra San Bruno
SERRA SAN BRUNO - Partirà ufficialmente oggi pomeriggio, con inizio previsto alle ore 15, l'avventura della Serrese Juniores. Allo stadio "La Quercia", infatti, si terrà il raduno dei baby biancoblu, agli ordini di mister Luca Rullo, alla sua prima esperienza in assoluto da allenatore. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, vantando da calciatorie presenze nella serie D a Vibo Valentia, in Eccellenza a Sambiase e Siderno ed in Prima categoria, proprio con la Serrese, mister Rullo ha conseguito il patentino "D" di allenatore dilettante e, probabilmente da novembre, farà il suo esordio nella carriera da tecnico. "C'è grande voglia - ha detto Rullo - di insegnare agli altri quei concetti che stanno alla base di questo sport e che ho avuto modo di acquisire nelle mie personali esperienze da calciatore. Obiettivi? Cercheremo di fare un bel campionato ma, prima ancora, di formare questi giovani calciatori dal punto di vista umano, caratteriale e sportivo. C'è grande sintonia con la prima squadra e, proprio in questa direzione, lavoreremo per costruire la Serrese del futuro, senza dover necessariamente mettersi alla ricerca di giocatori. Serra offre buone potenzialità dal punto di vista sportivo - ha aggiunto Rullo - e crediamo che queste potenzialità debbano essere valorizzate il più possibile". Della categoria Juniores possono far parte ragazzi nati dall'01-01-1996 fino al 1999, più due giocatori fuori quota del 1995.
Riceviamo e pubblichiamo
Festa grande lunedì scorso a Gerocarne, dove una chiesa gremita di fedeli ha onorato i cinquant’anni di vita sacerdotale di don Tommaso Idà, parroco dalle spiccate doti umane e spirituali che ha dedicato la sua intera missione pastorale al piccolo centro dell’Alto Mesima, dal ’64 al 2005 (prima a Ciano e poi nel comune centro). Attuale cappellano, ad Acquaro, della casa di riposo dell’ordine di padre Idà, di cui è degno nipote, don Tommasino, come lo chiamano tutti, è rimasto nel cuore di diverse generazioni di gerocarnesi, cui ha dedicato gran parte dei suoi 75 anni di età. A conclusione della messa, presieduta dallo stesso don Idà e concelebrata dall’attuale parroco don Antonio e da diversi sacerdoti della zona pastorale di riferimento, a fargli gli auguri sono stati lo stesso don Antonio, che ha sottolineato il grande bene che ha sentito di lui da quando è a Gerocarne, la superiora dell’ordine di padre Idà, suor Bernardina Perez, che ha evidenziato i tratti di concomitanza caratteriale con l’illustre zio, ed il sindaco, Vitaliano Papillo, che, a tratti commosso, a nome della sua squadra e dei concittadini, ha definito la celebrazione come «solenne momento eucaristico, segno della comunione e dell’affetto che ha verso voi la comunità, grata per i sacri valori e gli insegnamenti che avete sapientemente ed amorevolmente trasmesso. Oggi – ha sottolineato ancora il sindaco - è un giorno speciale anche per Gerocarne, il paese dove negli ultimi decenni ognuno ha trascorso insieme a voi i momenti fondamentali della propria esistenza cristiana, dal battesimo al triste momento dell’estrema unzione, passando per la comunione, la cresima, il matrimonio e qualsiasi altro rito religioso e parrocchiale, compresi importantissimi momenti sportivi a calcio (chi non ricorda la famosa “Moranese”?!), momenti di svago, riflessione e tante gite organizzate sempre con precisione certosina. Noi tutti sin da ragazzini vedevamo in voi un Sacerdote rigoroso verso cui nutrivamo rispetto e timore e, ciononostante, eravamo consapevoli di essere al cospetto di una persona su cui poter contare, un solido punto di riferimento cui potersi rivolgere certi di ottenere risposte tangibili e concrete». Il primo cittadino ha, poi, ricordato «l’impegno profuso per il restauro di questa Chiesa, come pure quella della Congrega, con estrema attenzione e scrupolosa precisione nella gestione economica, sempre estremamente trasparente. Per tutto questo e per tutto ciò che ancora sarete in grado di offrire a questa comunità ed al mondo della chiesa più in generale – ha concluso l’amministratore - sento di dirvi grazie a nome di tutti i gerocarnesi, esprimendovi, al contempo, l’augurio per una vita lunga e serena». Dopo la consegna di una targa ricordo, i presenti si sono trasferiti nei locali dell’asilo delle suore del catechismo per un breve rinfresco, il taglio della torta e gli auguri finali per un’ancora lunga vita al servizio del signore e delle anime cristiane.
Nel salotto di ‘On the news’, sabato 17 maggio a partire dalle ore 10.00, direttamente sulle frequenze di RS98, ospite in studio Don Vincenzo Schiavello, ordinato sacerdote lo scorso 3 maggio.
Don Vincenzo racconterà, ai microfoni della trasmissione condotta da Antonio Zaffino e Francesca Onda, la sua vocazione ed il suo percorso di fede, la grande emozione provata il giorno dell'ordinazione, la gioia e la vicinanza espressa da tutti i serresi.
Segui la puntata anche in streaming all'indirizzo: http://tunein.com/radio/Radio-Serra-RS-980-s3103/
Undici maggio 2014: festa della mamma. Ormai son molti gli anni che questa festa è entrata nella consuetudine degli Italiani e non solo. Sicuramente è senza dubbio la festa più giusta e più meritata tra le tante che oggi hanno assunto carattere consumistico. Da sempre è avvertito e solennizzato l’attaccamento giustamente viscerale che si ha verso la madre e non c’è popolo, nella storia, che non abbia manifestato gioia per questa figura genitrice. «Perfino - scrive Mons. Luigi Renzo - tra i Bretti, popolo falsamente ritenuto di villani e di cafoni, la figura materna occupa un posto rilevante all’interno della famiglia. Anzi è proprio lei, Brettia, a dare il nome al popolo». La mamma, elemento insostituibile, fonte di vita, espressione di amore e dell’amore, è il vero centro della storia della famiglia. Scriveva Giuseppe Mazzini che la mamma «è la carezza della vita, la soavità dell’affetto diffusa sulle sue fatiche, un riflesso sull’individuo della provvidenza amorevole che veglia sull’umanità. Sono in essa tesori di dolcezza consolatrice che basta ad ammorzare qualunque dolore». E quando ella non c’è più la si apprezza ancora maggiormente e se ne sente la mancanza e come se ne sente anche se si diventa adulti e misteriosamente quando si diventa genitori. È qui che capisci davvero il ruolo della mamma: le sue apprensioni, i suoi avvertimenti, la sua forza fisica che non conosce ostacoli o malattie e sempre pronta a dare un bacio al piccolo nato o una carezza al figlio ormai maturo, carezza che è davvero ricchezza che non conosce confini. Insomma, come un vecchio detto, chi ha mamma ha banca.
La mamma, per il figlio, perde la caratterizzazione di donna ed entra nell’alveo della sacralità; è venerata e non deve essere per nessuna ragione offuscata la sua immagine e la sua onorabilità. Anche il figlio illegittimo ama profondamente la sua madre e la difende da qualsiasi comportamento incauto che può provenire dagli altri. La donna è oggi, forse più di ieri, mortificata come oggetto di desiderio, ma nel ruolo di madre recupera tutta la sua dignità, un posto indiscusso ed un valore assoluto davanti al marito e ai figli. Per questo l’amore della mamma e per la mamma è per ognuno di noi il modello massimo dell’affettività. È davvero grande ed imperituro il cuore della mamma che Cu dicia ca ti vo beni cchiù di la mamma, o ti tradiscia o ti ‘nganna; ed ancora Na mamma fa pi cientu figghii, cientu figghi non fannu pi na mamma.
Ma c’è sempre il rovescio della medaglia, l’amore della mamma è così grande che talvolta, cosa rara, può venir meno e se è così il figlio ha davvero paura tanto che li jistimi di la mamma cogghianu. Davvero la più grande sventura è incorrere nella maledizione della madre: non ci sarà più pace e gli effetti della maledizione saranno ancora più devastanti se è fatta col seno scoperto, cu li minni di fora, perché il seno da fonte di vita e nutrimento per aver dato il latte, diventa strumento di maledizione. Cosa rara, si diceva, e già perché l’amore materno è totale e assoluto e sempre pronta davanti a qualsiasi groviglio del figlio e della famiglia, per dirla con Moravia per fortuna ci hai tua madre. Sta tutta qui la sublimità dell’essere mamma: nel figlio ama la sua stessa carne e la sua stessa vita per cui il suo amore non può non essere istintivo e viscerale. A lei non importa che i figli ne approfittino e non si lascia condizionare dal fatto che se li fimmini strudanu l’uomu, li figghi strudanu li mammi.
Al legame di sangue si aggiunge quello morale e spirituale e la mamma, intesa anche come moglie, ha un ruolo non solo comprimario all’interno della perfetta società familiare e così na famigghia si distingua si lu maritu tira e la mugghieri spingia. Ed anche oggi, se si vuole, in una società aperta, culturalizzata, polivalente, in una famiglia non più chiusa solo fra quattro mura o nel piccolo borgo.
Perché, come si ricava anche dal Messaggio del Concilio Alle Donne: «… Voi donne avete sempre la missione di salvare i focolari, l’amore delle fonti di vita. Voi siete presenti al mistero della vita che comincia. Voi siete le consolatrici al momento della morte. La nostra tecnica rischia di diventare inumana. Riconciliate gli uomini con la vita... Spose, madri di famiglia, prime educatrici del genere umano… trasmettete ai vostri figli le tradizioni dei vostri padri, nello stesso tempo che li preparate ad un imprevedibile futuro. Ricordate sempre che una madre, mediante i propri figli, appartiene a quell’avvenire che lei non potrà forse vedere».
Mimmo Stirparo
Cala il sipario sul campionato di serie D. Il Futsal Serra, infatti, conquista la meritata promozione in C2 con due giornate di anticipo. Il gusto del successo, però, ha un sapore diverso, perchè la vittoria del campionato è arrivata proprio sul campo di una diretta concorrente, quello del Five Falerna, dove il Futsal Serra è riuscito ad imporsi con il risultato di 5 a 2, dando così il via ai festeggiamenti per una promozione tanto attesa quanto sperata.
Nessun problema di organico per il tecnico biancoverde, costretto a fare a meno del solo Lucio Zaffino. Mister Pisani, dunque, decide di fare affidamento su Carrera tra i pali, capitan Albano nel suo ruolo di centrale di difesa, coppia laterale formata da Domenico Zaffino e Ciconte, mentre Franzè viene schierato pivot.
I biancoverdi dimostrano fin dal primo minuto di voler fare la voce grossa: nel calcio, però, quando non concretizzi le occasioni create rischi di essere punito. E così ha fatto inizialmente la squadra del patron Domenico Mangiardi che, dopo essersi resa pericolosa in 4-5 occasioni (tra queste si segnala anche un legno colpito da Domenico Zaffino), viene punita al primo errore: una leggerezza di De Padova in difesa consente ai padroni di casa di portarsi in vantaggio. Tutto sommato, però, il Futsal Serra ha dimostrato di essere in partita. A dimostrazione di ciò, la straordinaria rimonta dei biancoverdi, che chiudono il primo tempo in avanti per 2 a 1: il gol del pareggio lo sigla Carrera su punizione diretta, mentre la rete del vantaggio la firma Ciconte che, nel frattempo, si era reso protagonista con altre due palle gol. Buona anche la prestazione di Carrera, che ha detto no alle conclusioni a rete dei lametini.
Un secondo tempo giocato alla grande, poi, ha completato il mosaico della capolista: il tris lo sigla sempre Ciconte, mentre per Domenico Zaffino la porta dei padroni di casa sembra essere stregata. Alla fine, però, dopo varie palle gol, anche il bomber biancoverde contribuisce (e non poco) al successo, firmando una doppietta, per il definitivo 5 a 2. A nulla è valso il secondo gol del Five Falerna – che nel frattempo aveva deciso di schierare il portiere di movimento – quando il risultato era già sul 3 a 1. Alla fine, dunque, è prevalsa la legge del più forte…
Sabato prossimo sarà festa grande. La società invita tutti i tifosi ai festeggiamenti per la promozione, che inizieranno durante la sfida casalinga contro il Cavita (alle 16 presso il palasport di via San Brunone di Colonia) e proseguiranno, al termine della partita, nella centralissima piazza San Giovanni.
Ci abbiamo creduto. Entrambi i soggetti avevamo fortemente voluto questo incontro, dopo mesi di lavoro comune nella distribuzione dei prodotti agricoli della Piana di Gioia Tauro attraverso oltre venti Gas del nostro territorio e con il concorso del Distretto di economia rurale solidale (che ci ha portato in dote da ormai un anno le relazioni con i produttori del Parco agricolo Sud Milano).
di Francesco Tiron Petrarca
XVII
Piovongli amare lacrime dal viso
più lunghi adesso sono i suoi sospiri
che dopo tutti i suoi sporchi raggiri
pel Gabbio finalmente s'è deciso!
Non è più dolce il suo mansueto riso
L'esecutivo adesso si ritiri...
6 anni sian di foco e di martìri!
I Giudici..., son loro che han deciso
I Consiglieri e gli uomini a lui cari
non hanno più pietà per l'uomo in mare
son pronti già ad abbandonar la nave...
E come gli infedeli legionari
da lontano li si sente già gridare:
Scopelliti?! Chiudetelo e gettate via la chiave!
XVIII
E subito, ei si difende ad arte:
“Su ciò che io decisi non si fa luce…
Non posso dir di no… Io sono il Duce!!
E questa è ciò che chiamo la mia parte…
Non faccio mai scoprire le mie carte
Io sono duro più d’un grande scoglio
e non accetto mai nessun consiglio…
O stai con me o te ne stai in disparte
Ma non son responsabile di morte
Io, povero Sindaco, potevo sapere
di cosa la Fallara si appropriava…?
Io piango la sua amara e triste sorte…
Firmavo carte, esercitavo il mio potere
Mentr’ella di soppiato scialacquava…”
In foto La caduta dell'Impero d'Occidente
Intervenendo alla trasmissione "Start" su RadioUno, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, si è soffermato sulla questione dell’albero monumentale del bosco "Archiforo": «Il sindaco di Serra San Bruno, Bruno Rosi, ha assicurato che l’Abete bianco più grande d’Europa non è da considerarsi a rischio taglio. Resta l'invito – ha proseguito Realacci - alle autorità nazionali e locali, a vigilare sulla vicenda degli oltre 2.600 alberi da tagliare del bosco "Archifòro" che il Comune di Serra San Bruno avrebbe messo in vendita.
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