nuova calciatoriNuova edizione, nuovo stile, vecchio e celebre marchio. La FigurOne di Francesco Maria Senatore anche quest'anno riconquista il suo posto in edicola con il nuovo album di figurine collezionabili per scuole calcio, "I Giovani Calciatori". Consolidatosi oramai nel novero degli eventi tradizionali, il progetto editoriale targato FigurOne sarà presente come ogni anno sulle province calabresi di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio e su quelle siciliane di Catania, Palermo e Siracusa. Per quest'ultima, sono state realizzate 2 edizioni, date le numerose richieste di partecipazione e l'enorme successo riscosso l'anno scorso.

Numeri da record che stanno a significare 2 regioni, 7 province, 86 società e circa 6000 soggetti colpiti dalla febbre della figurina più famosa del calcio dilettantistico. E i protagonisti saranno ancora loro, i campioni delle categorie piccoli amici, pulcini ed esordienti, assieme alle loro scuole calcio attraverso le quali imparano a crescere e ad apprezzare l'attività agonistica nel rispetto del lavoro di gruppo.

Per tutti i collezionisti quest'anno sono aumentati anche i premi a disposizione, che si possono ottenere sia a completamento dell'album e sia all'interno delle bustine stesse, dove saranno presenti delle figurine premio.

Ma, "I Giovani Calciatori" non è una mera raccolta di figurine, è piuttosto una possibilità... la possibilità di poter partecipare ad un camp estivo presso la propria squadra del cuore, Juventus, Inter o Milan; la possibilità per le scuole calcio di entrare a far parte di una vetrina di livello regionale; la possibilità anche per le famiglie - quelle più fortunate - di passare le vacanze in crociera o presso un dei più famosi parchi divertimento d'Italia. Insomma, una collezione per gli addetti ai lavori e non solo.

"I Giovani Calciatori", nonostante i 6 anni di attività, diventa ogni volta un prodotto nuovo, una pubblicazione tutta da sfogliare e da vivere con passione. Sul famoso album, gli appassionati hanno così la possibilità di conoscere la storia di società calcistiche longeve e fortemente radicate sul territorio ma anche quella di realtà emergenti, ancora poco conosciute ma con tutte le carte in regola per potersi ritagliare un ruolo importante nel panorama calcistico regionale.

Grazie a "I Giovani Calciatori" anche il gioco delle figurine ha un nuovo volto. Mentre in passato gli scalini in granito dei paesi erano teatro dei grandi campioni del calcio di Serie A, oggi sono "infestati" dalle figurine dei piccoli-grandi talenti del calcio dilettantistico, contesi tra gli accaniti sostenitori del "soffio" o della "mano": un tot di figurine messe a disposizione dagli avversari, ben disposte su un piano, il pari e dispari per vedere chi comincia e un forte soffio o un battito della mano per far roteare le figurine su se stesse in modo da poter dire "Ho vinto!!!". Alla fine, chi avrà collezionato più figurine, non mancherà di ostentare il proprio bottino, aggirandosi per le vie del paese in cerca di nuovi polli da "pinnare" (spennare)!

Nella foto
- a sinistra la copertina dell'album dei Giovani Calciatori 2013/2014
- a destra Salvatore La Rizza - Attaccante, Polisportiva Ancinale

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mini onthenewsEra il 5 ottobre del 1984 quando la cittadina di Serra San Bruno accolse con gioia la visita di S.S. Giovanni Paolo II.
A distanza di 27 anni, il "miracolo" si ripete: anche S.S. Benedetto XVI ripercorre il pellegrinaggio alla Certosa del suo predecessore.
In studio il Dott. Carlo Bertucci, sindaco di Serra San Bruno nel 1984 e l'attuale primo cittadino Bruno Rosi, che gestirono a distanza di quasi tre decenni i due eventi.
Quali le differenze? Le difficoltà? Cosa ha rappresentato per Serra San Bruno la visita di questi due grandi capi della Chiesa?
Non mancheranno aneddoti e curiosità e tanto altro ancora in “On the news”, dalle 10.00 alle 12.00 di sabato 7 dicembre 2013.
Segui la diretta streaming all'indirizzo:
 

 

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mini asp-viboRiceviamo e pubblichiamo:

«Che ci sia qualcuno intenzionato a mettere in atto un’autentica operazione di spoliazione è noto a tutti ormai. D’altronde, è evidentissimo che nessuno abbia elementi oggettivi per poter confutare che la provincia di Vibo Valentia ma anche quella di Crotone, sia al centro di un preoccupante progetto di smantellamento che si amplifica, vertiginosamente, con il passare delle ore. A partire dai propositi di soppressione della Provincia, l’ultimo periodo è un crescendo di azioni che rischiano di minare la tenuta sociale dei territori più marginali. Nessuno, sia chiaro, intende assurgere al ruolo di sobillatore, ma quello che sta succedendo ai danni dei vibonesi e dei crotonesi è inaccettabile.

Così come è inaccettabile la complicità di alcuni ambienti locali di quel centrodestra finora totalmente incapace di congetturare atti concreti per il rilancio del territorio. A chi, forse per logiche partitiche continua a mortificare il proprio ambito di riferimento, ricordo che è proprio in questi casi che la politica tutta, senza distinzione di appartenenza, deve dimostrare coesione attorno all’unico interesse che giustifica la nostra postazione istituzionale: i cittadini».  

Parte da questa riflessione il Consigliere regionale del Partito Democratico che contesta nel merito la nuova proposta di legge del centrodestra che prevede un nuovo assetto organizzativo della sanità calabrese. In sostanza, il progetto di legge depositato dai consiglieri regionali Salerno, Chiappetta, Serra e Parente prevede la riduzione delle attuali cinque ASP che saranno soppiantate da tre grandi ASP e da altrettante grandi Aziende ospedaliere.

«Mentre da un lato la Giunta regionale dichiara di voler tutelare le autonomie provinciali, dall’altro, le Aziende sanitarie di Vibo e Crotone vengono soppresse con un semplice colpo di spugna. Nel provvedimento si dice anche: le nuove aziende subentreranno nei rapporti attivi e passivi delle vecchie aziende soppresse. Ma quali rapporti e quali aziende? Non si tiene conto della circostanza che le strutture ospedaliere dovranno essere fisicamente separate dal corpo delle aziende territoriali a cui oggi fanno riferimento e non sarà un’operazione semplice per i cittadini, per la qualità dei servizi, per i fornitori, per il personale e per tutta la macchina regionale che rischia di ingolfarsi terribilmente. Si prevede la nomina di commissari, dei quali non capisce quali siano poteri e funzioni, giustificati solo dall’esigenza di mandare via gli attuali organi apicali delle aziende. Si rischia che il 1° gennaio 2013, ci sia solo confusione e che le strutture ospedaliere e territoriali non abbiano alcun punto di riferimento, e che non sappiano più di quale azienda fanno parte. Sempre che il Governo Monti non impugni la legge avanti alla Corte Costituzionale, dato che incide fortemente sulle competenze del Commissario ad acta e sulle competenze della Commissione straordinaria che gestisce l'ASP di Vibo, sciolta per mafia».

Bruno Censore

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mini pasquale_con_la_madre_maria_rosaRiceviamo e pubblichiamo:

Quanto è difficile aggiungere qualcosa quando si leva un grido di dolore come quello della madre di Pasquale Andreacchi. Quelle parole risuonano ancora, cariche di sofferenza, nelle strade di Serra San Bruno, nella piccola Chiesa dell’Assunta, tra gli alberi e le foglie ingiallite di quel bosco dove sono stati rinvenuti gli sventurati resti del giovane scomparso 3 anni fa.

Chiede giustizia, quella madre, ma chiede anche di non essere lasciata sola con quel vuoto immenso che solo la morte di un figlio può suscitare. Chiede che quello che è successo a lei non succeda ad un’altra madre. Che la gente di quei luoghi, della nostra terra, della nostra regione, scacci da sé la mala erba della malavita organizzata e scelga la legalità quotidianamente nei grandi come nei piccoli gesti.

E certamente uno di questi piccoli grandi gesti poteva essere il corteo in memoria del “gigante buono”, perché il rifiuto della tragedia di un singolo giovane poteva essere la rinascita di tutti, sotto il segno di un ritrovato senso civico.

Invece, un’altra occasione, l’ennesima, ci è sfuggita di mano, tra le occhiate furtive di chi, dietro le tende o le finestre, sembrava guardare a qualcosa di lontano, che quasi non lo toccava affatto. Ed invece questo lutto tocca tutti noi, perché è il lutto delle nostre coscienze, distratte e stanche. 

Distratta la politica, intenta a tessersi le lodi addosso; distratta la scuola, che si fa orpello dei grandi ideali e di progetti didattici che poi ingialliscono in un cassetto; distratta la Chiesa, che avrebbe dovuto esaltare l’umiltà e dignità di questa famiglia; distratta anche quella società civile di cui tanto si favoleggia.

Il pensiero corre alla famiglia, ad un padre ed una madre e ai loro figli, che hanno chiaramente elevato un grido di aiuto a chi dovrebbe stargli vicino, istituzioni e cittadini, che se non sono riusciti a confortarli nell’anima come avrebbero dovuto, almeno potrebbero alleviare le pene di una esistenza difficile contro cui ogni giorno gli Andreacchi combattono.

Dove sono allora, quei servizi sociali che dovrebbero fare da rete, proteggere chi è in difficoltà. Un tema che ci eravamo permessi di sollevare con l’amministrazione comunale qualche tempo fa e che avevamo chiesto di potenziare, adibendovi anche, se necessario i lavoratori socialmente utili che prestano servizio in quell’ente e che, non per forza debbono fare i netturbini. Ma quell’idea è stata accantonata con la superficialità tipica di chi non ha cultura e nemmeno cuore preferendo rispondere ad altri, meno nobili,  richiami. Oggi, il senso di abbandono denunciato da questa famiglia suona come la condanna di quella scelta miope dell’amministrazione comunale, che noi avevamo considerata cinica e che oggi ci fa orrore.

Come pure occorre dare agli Andreacchi un degno alloggio poiché quello in cui sono costretti a vivere, ridotto quasi ad una stamberga, non riuscirà a proteggerli dalle intemperie e dal clima rigido dell’inverno serrese che velocemente si avvicina. Anche qui, i ritardi un’amministrazione comunale ed un Aterp che, mentre una decina di famiglie serresi vive in semibaracche, non intervengono con la dovuta solerzia per riadattare gli alloggi disponibili ed assegnarli subito ai primi in graduatoria. Attività, queste, che dovrebbero provocare gioia in chi risolve i problemi degli ultimi ed invece si fanno trascorrere anni relegando i cittadini in condizioni subumane. Ma nel frattempo in questo quadro di desolazione, si continua a premiare l’attività di burocrati che hanno solo inanellato ritardi e miopie programmatorie ed infatti sono pronti per essere  erogati dall’Aterp centinaia di migliaia di euro a titolo di liquidazioni ad un ex Commissario dell’Ente, sottraendo risorse su risorse agli interventi che invece potrebbero essere resi agli alloggi. Come sempre pochi si arricchiscono a dismisura ed il popolo ignaro soffre. La Procura della  Repubblica e la Corte dei Conti dovranno fare luce su questo, che ci ripromettiamo di segnalare dettagliatamente.  I costi della politica ,che in questa provincia misera ammontano a circa 2 milioni di euro all’anno, sono anche questo, premi a chi vive sotto l’ombrello protettivo dei padroni dei partiti e sottrazione di servizi ai cittadini.

Una madre ha gridato il suo orrore davanti alla solitudine di una famiglia che può stringersi soltanto intorno ad una assenza incolmabile. Quanto ancora le nostre orecchie ed il nostro cuore rimarranno così sordi? Quanto tempo ci vorrà perché i cittadini aprano gli occhi e si ribellino?

Luciano Prestia

(segretario provinciale Uil)

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