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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
VIBO - Come riportato da Agi ed Ansa, vogliono vederci chiaro gli uomini della Guardia di Finanza del Nucleo di polizia tributaria di Vibo Valentia, che questa mattina hanno varcato la soglia del palazzo municipale per acquisire, presso l’ufficio tecnico e la ragioneria, tutti i documenti inerenti ai contratti che l’ente ha siglato con Eurocoop e Progettambiente.
Sotto la lente di ingrandimento, dunque, le operazioni inerenti al passaggio di consegne tra le due società operanti nel campo della raccolta dei rifiuti nel territorio comunale, con la secondo subentrata alla prima da poche settimane. Le operazioni di acquisizione della documentazione riguardante le fasi di avvicendamento fra le due ditte, sono state disposte dal Procuratore di Vibo, Mario Spagnuolo, è sono state effettuate dagli uomini del locale nucleo della Guardia di Finanza, agli ordini del maggiore Mario Celso e del tenente Oscar Olivieri.
Nuovo nubi si addensano quindi anche sugli aspetti amministrativo-burocratici connessi ad un comparto, quello della raccolta dei rifiuti, che ha già creato non pochi disagi alla cittadinanza, che per lungo tempo ha vissuto una condizione di grave emergenza igienico-sanitaria in cui si è trovata la città proprio nel periodo tra la fine del servizio di raccolta effettuato dall'Eurocoop e l'avvio di quello della Progettambiente.
Importante operazione della Guardia di Finanza di Vibo Valentia che, nel corso di una serie di attività investigative di natura economico-finanziaria svolte nei confronti di una società vibonese operante nel settore della lavorazione del ferro, ha recupero a tassazione oltre 30 milioni di euro di ricavi non dichiarati.
Gli uomini della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno emesso, questa mattina, un decreto di sequestro preventivo nei confronti di un imprenditore del luogo. L’uomo, titolare di un’azienda edile, si sarebbe reso autore di un’evasione fiscale pari a oltre 2,5milioni di euro. L’inchiesta sarebbe stata aperta in successione all’operazione “Lapis Niger”, effettuata proprio dalla Guardia di Finanza nel corso dello scorso anno, a conclusione della quale erano state accertate violazioni sia di carattere amministrativo che penale.
Le fiamme gialle avevano segnalato alle autorità giudiziarie i nominativi del rappresentante legale della società, che avrebbe omesso addirittura la presentazione della dichiarazione dei redditi. In seguito le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, avrebbero permesso di acquisire elementi di prova tali da indurre il gip ad emettere il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche con la formula per equivalente, da applicare sui beni che risultano nella disponibilità dell'indagato.
La misura restrittiva, necessaria a garantire il credito nei confronti dell'erario, impedirà all'indagato di alienare i propri beni e rimanere quindi insolvente nei confronti dello Stato e della comunità. Questa mattina, dunque, il sequestrato di beni immobili, conti correnti, e disponibilità finanziarie per l'importo di 2.556.113 euro.
Alle prime luci dell'alba di oggi, su segnalazione dei Carabinieri di Locri, è stata segnalata la presenza di un'imbarcazione a vela con migranti irregolari a bordo, davanti le cose di Riace, nel Reggino. Sul posto, sono intervenute le unità navali della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza di Roccella Jonica. Si tratta, in sostanza, di un veliero di tredici metri, con 46 persone di nazionalità palestinese ed afgana - di cui 34 uomini, 6 donne e altrettanti bambini - traposrtati fino al porto di Roccella Jonica in discrete condizioni di salute, partite presumibilmente dalla Turchia. Sono in corso indagini da parte della sezione operativa della Guardia di Finanza di Roccella Jonica e del Commissariato della Polizia di Stato di Siderno, per approfondire le modalità del viaggio ed individuare gli scafisti, probabilmente fuggiti a terra una volta giunti a destinazione. Le buone condizioni delle acque stanno favorendo i viaggi di migranti verso le coste calabresi.
Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia ha sequestrato beni per due milioni di euro ad un amministratore unico di una società di Pizzo, operante nel settore dei cantieri navali. L'attività delle Fiamme gialle è stata possibile grazie ad una precedente ed articolata verifica fiscale, a conclusione della quale sono state accertate anche numerosi violazioni di carattere amministrativo e penale. Il controllo della Guardia di Finanza - effettuato nel periodo compeso tra il 2009 e il 2013 - ha consentito di recuperare a tassazione in materia di imposte sui redditi oltre 3 milioni di euro e, in materia di Iva, una somma che supera i 200mila euro. Il legale rappresentante della società è stato denunciato per dichiarazione infedele e omessa dichiarazione. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vibo, hanno permesso di acquisire elementi di prova tali da indurre il gip ad emettere i decreti di sequestro preventivo finalizzati alla confisca anche con formula per equivalente sui beni nella disponibilità dell'indagato. Tra i beni sequestrati figurano anche automobili, immobili e conti correnti.
Gli agenti della Guardia di Finanza di Tropea, diretti dal comando Compagnia di Vibo Valentia, nell’ambito di un’operazione rientrante in una più ampia serie di attività investigative intraprese dal Corpo a tutela della spesa pubblica nazionale, hanno acquisito presso gli Uffici Anagrafe e gli Uffici di Stato Civile dei Comuni della fascia costiera, gli elenchi dei soggetti deceduti per avviare riscontri presso la sede dell'Inps di Tropa, finalizzati ad individuare eventuali provvidenze (pensioni ordinarie, di invalidità, assegni sociali) ancora in corso di erogazione nei confronti degli stessi.
La Guardia di finanza, nell’ambito di operazioni di controllo effettuate sul territorio provinciale, proprio a Vibo Valentia, ha scoperto ieri l’esistenza di un deposito abusivo di autovetture. Una rimessa non autorizzata gestita da un imprenditore del luogo, proprietario dello stesso terreno sul quale giacevano le carcasse dei veicoli. L’area è risultata essere illegittimamente adibita a rimessa, tanto che la stessa non disponeva delle dovute cautele previste per i depositi regolari, soprattutto in funzione della tutela ecologico-ambientale. L’uomo infatti avrebbe effettuato l’attività di raccolta di rifiuti speciali - come ad esempio olii esausti o batterie obsolete - e di deposito di autovetture in un terreno privo di qualsiasi dispositivo di salvaguardia ambientale, nel quale le Fiamme gialle avrebbero rinvenuto ben venti autovetture che dallo stesso deposito abusivo venivano poi spacciate verso altri soggetti in grado di recuperarne le parti ancora utilizzabili. La posizione dell’uomo si sarebbe complicata soprattutto perché nel successivo accertamento condotto sulle vetture presenti in deposito, la stessa Guardia di finanza, ha rilevato che una delle automobili risulta essere addirittura rubata. Da ciò la segnalazione dell’imprenditore all’Autorità giudiziaria competente per ricettazione di auto rubata oltreché per reati contro l’ambiente. L’intera area abusiva e tutto il materiale stoccato al suo interno è stato sottoposto a sequestro.
Un aereo del dispositivo di pattugliamento aeromarittimo dell’Agenzia Europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea (FRONTEX), coordinato dal Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Taranto, ha intercettato nella mattinata di ieri, a circa 170 miglia dalle coste italiane, nelle acque internazionali antistanti il litorale tra Roccella Jonica e Crotone, un peschereccio, lungo circa 17 metri, carico di migranti diretto verso le coste ioniche calabresi. A bordo, in particolare, vi erano 102 migranti. Un pattugliatore ed un guardacoste della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Crotone, idonei a navigare in alto mare, si sono mossi dalla stessa località, per intercettare l’imbarcazione che si stava dirigendo, a lento moto, verso le acque territoriali italiane. Intorno alle 2 e 20 di stamane, il peschereccio, dalla nazionalità da accertare, è stato intercettato e fermato nel mare territoriale di competenza italiana. I migranti sono stati trasbordati sulle unità delle Fiamme gialle ed assistiti. Tra loro c’erano anche 2 donne, una bambina di 4 anni e diversi minori, di presunta nazionalità siriana, in discrete condizioni di salute, sono stati trasferiti presso il porto di Crotone e il peschereccio che li trasportava è stato rimorchiato nel medesimo porto e sequestrato. I finanzieri hanno anche sottoposto a fermo i due presunti scafisti individuati già nel corso della notte grazie alle indicazioni fornite dagli altri occupanti l'imbarcazione. Nella mattinata odierna, invece, i migranti sono stati sottoposti alle prime cure ed alle successive attività di identificazione da parte degli organi di polizia preposti
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