mini fanghi_alacoUn anziano pastore di San Sostene ha sempre fatto abbeverare il suo gregge nelle acque della fiumara. Nel 2006, però, accade qualcosa che l’uomo non aveva mai visto prima. Le sue pecore cominciano ad abortire, tutte. Non può essere un caso: il pastore si era accorto che la fiumara che scendeva dalla montagna era diventata nera, faceva paura. La sua testimonianza l’ha raccolta Giulia Zanfino, in un’intervista mai andata in onda, realizzata durante la preparazione del documentario “Acquaraggia”. Alle denunce del pastore si aggiungono quelle di Luigi Aloisio, all’epoca sindaco del paesino in riva allo jonio in cui il fiume era diventato nero. La fiumara era l’Alaca, un torrente che nasce nei boschi della Lacina, proprio dove sorge l’invaso che dovrebbe mandare acqua potabile a 400mila calabresi, finito nella bufera dopo il sequestro effettuato il 17 maggio scorso dalla Procura di Vibo, nell’ambito dell’indagine “Acqua Sporca”.

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SERRA SAN BRUNO - mini manifesto_il_prisma_800Fotografie che parlano da sole. Per ciò che ritraggono, per quello che esprimono, per il modo con cui sono state scattate, per la filosofia che ispira chi ne è autore e che, a volte, traspare da esse. Visitare la prima mostra collettiva de ‘Il Prisma’, significa immergersi nella fotografia che è ricerca. È scoperta del mondo, di un mondo libero e autosufficiente che è indifferente alle nostre leggi. Perché non scorre. È bloccato. Perché fotografare significa fermare per sempre un istante che non tornerà mai più. Ogni giorno, dal 10 al 12 agosto, dalle quattro del pomeriggio nei pressi del Santuario di Santa Maria e dalle 21.00 sulla centralissima P.zza San Giovanni a Serra San Bruno, andrà in scena la prima Collettiva di Fotografia ‘Il Prisma’. La tre giorni trae ispirazione dalla rubrica fotografica settimanale curata su ‘Il Vizzarro’ da Filippo Rachiele, che costituisce il sodalizio artistico del trio di giovani fotografi serresi, assieme a Salvatore Federico e Biagio Tassone.

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mini campo_tennisSERRA SAN BRUNO - Una delle tante strutture abbandonate. L’ennesima, che si aggiunge a quelle già presenti in tutto il Vibonese. Stiamo parlando dei campetti da tennis situati nei pressi dello stadio comunale “La Quercia”, abbandonati da anni, nonostante le numerose lamentele di quanti praticano questo sport. Anche in questo caso, la cartolina che si presenta agli occhi dei cittadini, non è sicuramente delle migliori. Come testimoniato dalle immagini scattate nella mattinata odierna, è possibile rendersi conto di persona dello stato di incuria che, da circa dieci anni, vige intorno a questa struttura.

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Sabato, 28 Gennaio 2012 17:50

Serra, gelo in arrivo!

mini spaghi__28-1-12SERRA SAN BRUNO - Dopo il freddo di questi giorni, senza precipitazioni, la bella cittadina della certosa si appresta a vivere una settimana impegnativa dal punto di vista climatico. Infatti, sembra ormai confermata una potente irruzione d’aria fredda, proveniente niente poco di meno che dalle steppe della Russia. A partire da domani avremo un primo momentaneo leggero rialzo termico, dovuto a una perturbazione che porterà nevicate al nord già da oggi, e con una configurazione così fatta, nella nostra cittadina avremo venti di scirocco e molto probabilmente delle piogge che potranno risultare anche intense. La neve potrebbe cadere sulle nostre montagne a partire dai 1200-1300 m. Ma il bello deve ancora venire! Da lunedì avremo temperature in calo, e da qui in poi la neve potrebbe rivedersi e stazionare per tanti giorni, perché da mercoledì il ‘’freddo Russo’’ dovrebbe venire a farci visita! Questa potrebbe essere una situazione che farebbe vivere le emozioni che i nostri nonni a parole ci raccontano, con nevicate e ‘ghitrola’ che scendono giù dai tetti. Le immagini che proponiamo sono riferite alle precipitazioni previste e alle temperature dei prossimi giorni; da brividi è quella prevista per giorno 8 febbraio con un bel –15° a 1400 m. La situazione al momento sembra delineata, ma spiacevoli sorprese sono sempre dietro l’angolo anche perché la distanza temporale è lunga e ultimamente i modelli previsionali sono in leggera confusione, ma la speranza di un evento meteorologico storico è tanta e, come direbbero tanti serresi, forse ‘chissa è la vota bona chi nd’accuppa’. 

 

mini pannello_temperature_28-1mini pannelli_precipitazioni_28-1

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mini mastro bruno-cimiteroParole, musica, immagini. Parole sussurate con un nodo in gola; parole urlate ma a denti stretti; parole che fremono e mutano sino a diventare musica, rincorrendosi tra i giochi di ombre e luci che addobbano la sala. Parole, musica e immagini che, ospitate nell’elegante cornice di Palazzo Chimirri, hanno dato vita ad una manifestazione, poliedrica e coinvolgente, dedicata al poeta “Mastru Brunu Pelaggi” in occasione della ricorrenza del primo centenario della sua morte. Un evento completamente autofinanziato, nato dalla sinergia tra l’associzione culturale “Il Brigante” e il Vizzarro.it, il cui obiettivo era quello di omaggiare e far rivivere un artista eclettico e geniale, un uomo tanto umile quanto rivoluzionario, un serrese semplicemente speciale, come pochi altri purtroppo, a cui la cittadina della Certosa ha avuto l’onore di dare i natali.

La due giorni dedicata a Bruno Alfonso Pelaggi, “Mastru  Brunu” per i serresi, è iniziata con un convegno dal titolo “Mastro Bruno e la poesia di protesta”. Il dott. Cesare Pelaia, pronipote del poeta, il prof. Tonino Ceravolo, studioso e storico, e l’antropologo Luigi de Franco, sono i relatori che hanno ripercorso e analizzato la figura personale e letteraria di quello che in molti erroneamente definiscono “il poeta-analfabeta”. Al tavolo dei relatori ha dato il suo prezioso e toccante contributo anche Franco Gambino, fratello del compianto Sharo, la cui storia personale è intimimamente legata a quella della famiglia Pelaggi.

E' stata ripercorsa la storia dell’Unità d’Italia, sono stati raccontati gli anni che hanno forgiato il Mastro Bruno uomo, prima che il poeta che conosciamo. Sono stati fugati alcuni dubbi, primo tra tutti quello che lo voleva analfabeta. E' toccato al prof. Ceravolo spiegare come, ritiratosi stanco al tramonto, dopo aver scolpito il granito per tutto il giorno, il Pelaggi, invece che scriverli di proprio pugno, preferisse dettare i suoi componimenti alla figlia Maria Stella. Due ore intense e ricche di storia, due ore volate via tra cultura popolare, antropologia, letteratura, preziosi ricordi personali e soprattutto, sconfinato amore per la propria terra.

La seconda parte della kermesse ha preso il titolo di “Scarpidhati”, uno spettacolo realizzato dalle Officine Teatrali “Il Brigante”, con musiche del maestro Sergio Di Giorgio (sorprendente polistrumentista, tra i fondatori dei Re Niliu) e del maestro Vittorio Russo (pianoforte), con la partecipazione degli “Autori Appesi”.

Con “Scarpidhati” gli autori - il collettivo di scrittura Ulucci Alì - ripercorrono, come già fatto nel convegno pomeridiano ma con altri strumenti espressivi, la storia della Calabria pre e post Unità d’Italia. Lo fanno dal punto di vista di chi, come Mastro Bruno, quella cupa epoca l’ha vissuta e ce l’ha tramandata attraverso testimonianze, cronache dell’epoca, poesie, musiche e immagini tanto interessanti quanto suggestive. Uno spettacolo entusiasmante e coinvolgente capace di far rivivere ai presenti in sala, la stessa rabbia, la stessa delusione e la stessa sensazione di impotenza, che le genti del tempo nutrivano quotidianamente nei confronti di una storia, quella dell'Unità d'Italia, non certo portatrice di prosperità per le popolazioni del sud.

Quattro attori, nella veste di narratori, tengono il tempo della serata mentre, come in un’altalena di musica e parole, le poesie di Mastro Bruno, si alternano alle note di una musica la cui origine si perde nella notte dei tempi. Nelle “storie” del poeta-scalpellino ognuno degli spettatori si riconosce e nelle umiliazioni che la gente comune era costretta a subire tutti trovano allarmanti similitudini col nostro tempo.

Manifestazione perfettamente riuscita dunque. Sala gremita, posti a sedere tutti occupati ed un bel po’ di gente che pur di assistere si è accontentata di rimanere in piedi. Ad ogni modo, sicuramente, malgrado il successo non c'è stata tutta la gente che avrebbe dovuto esserci.

Cerimonia molto sentita anche stamattina al cimitero di Serra San Bruno, dove il parroco don Gerardo Letizia ha celebrato una messa in suffragio di Bruno Pelaggi, benedicendo l'ossario che ospita il poeta. I bellissimi versi di "Alla Vergine Maria", declamati nello stesso luogo, hanno accompagnato gli ultimi momenti della celebrazione.

Il 6 gennaio del 1912 Serra perdeva uno dei suoi figli migliori e con Serra lo perdeva anche la Calabria ed il meridione tutto. Ieri, 6 gennaio 2012, a ricordare i primi 100 anni della morte di uno dei più grandi artisti che la nostra terra abbia mai avuto, a ricordare uno dei più eccelsi “Mastri di la Serra”, non c’era tutto il paese com’era lecito aspettarsi ma c’erano “soltanto” 250 persone. Che fine ha fatto l’orgoglio serrese? Che fine ha fatto l’amore per una terra ricca di tradizioni  e storia, la nostra storia? Che fine hanno fatto i serresi?

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