mini giornata_biodiversitRiceviamo e pubblichiamo

Dopo il successo dell’anno scorso, che ha visto i volontari del WWF impegnati nell’opera di sensibilizzazione alla conservazione del nostro patrimonio naturalistico nella suggestiva cornice del vivaio forestale “Rosarella” di Serra San Bruno, l’associazione ambientalista invita tutti ad un nuovo appuntamento con la biodiversità e il contrasto alle minacce che incombono su di essa. Attivisti, soci, simpatizzanti e cittadini, domenica prossima, dalle 10,30, saranno ospiti delle splendide strutture di Villa Vittoria a Mongiana, messe a disposizione dal Comando Provinciale del Corpo Forestale che ha risposto con entusiasmo alla proposta del WWF Calabria.

La tradizionale manifestazione del WWF assume quest’anno un carattere particolare, essendo legata alla campagna del WWF Italia denominata “Stop ai crimini di Natura”, una iniziativa finalizzata a far conoscere all’opinione pubblica i pericoli gravissimi che minacciano la biodiversità in tutto il mondo, senza sottovalutare gli attacchi continui che subisce la Natura d’Italia e della nostra regione. Il programma prevede, oltre alla presentazione della campagna nella sala conferenze, l’allestimento di tavoli per raccogliere adesioni, percorsi di interesse botanico e faunistico (a cura del CFS) e una visita al museo delle Ferriere.

Distruzione, alterazione e frammentazione degli habitat naturali, caccia eccessiva, bracconaggio, commercio illegale e introduzione di specie “aliene”, oltre alla minaccia globale rappresentata dal riscaldamento del pianeta determinato dall’effetto serra, sono le sfide quotidiane che il WWF è impegnato a contrastare , con la sola forza dei suoi volontari, degli scienziati e dei milioni di persone, che, in tutto il mondo, sostengono concretamente questa autentica guerra per salvare il pianeta e le irripetibili e meravigliose creature che lo popolano e lo rendono straordinario.

Un impegno di civiltà e di amore che il WWF combatte dal 1961 in ogni regione della Terra per salvare dall’estinzione le ultime Tigri in Asia (ne sopravvivono in tutto 3200) o gli ultimi Rinoceronti sterminati per l’utilizzo del corno nei paesi orientali (della specie che vive a Giava, ne sono rimasti appena una cinquantina!); per non parlare delle poche centinaia di Gorilla di montagna rimasti, che vengono ancora braccati e massacrati per la carne o minacciati dalla distruzione delle loro foreste. Gli stessi elefanti africani, il simbolo stesso della savana, vengono crudelmente abbattuti dai bracconieri al ritmo impressionante di 22.000-25.000 all’anno . Ma l’elenco delle specie animali e vegetali che la terra rischia di perdere in breve tempo è sconvolgente e si allunga ogni giorno che passa, tanto da aver indotto gli scienziati a parlare di una “sesta estinzione di massa ”, dopo le cinque che hanno sconvolto la vita sul pianeta nelle passate ere geologiche. Con la differenza che stavolta, ad essere responsabile della fine di migliaia di specie, è un’altra specie: la nostra.

Del resto gli Italiani e i Calabresi sanno benissimo che l’assalto alla natura e agli animali ha assunto anche da noi il livello di allarme rosso, considerato il continuo massacro del territorio e le minacce che gravano sulla nostra fauna. Un assalto contro cui agiscono, spesso a rischio della vita, i Ranger del WWF in tutto il mondo e, in Italia, 300 eroiche Guardie Venatorie Volontarie che , dalle Alpi alla Sicilia, sacrificano il loro tempo e i loro soldi per salvare orsi e lupi, uccelli migratori o per denunciare gli innumerevoli “Crimini di natura” che vengono commessi quotidianamente in ogni parte dell’ex “Bel Paese”, mettendo a repentaglio la salute dell’ambiente e, con essa, quella degli stessi abitanti. Un drappello di queste autentiche sentinelle dell’ambiente, sotto le insegne del Panda, opera da tempo in Calabria ed è anche al loro impegno quotidiano, così come all’insostituibile ruolo svolto tradizionalmente dal Corpo Forestale dello Stato, che l’appuntamento di Mongiana è dedicato.

Per arrestare la folle corsa verso la distruzione del pianeta (l’unico che abbiamo!), il WWF chiede il sostegno di tutti: sul sito www.wwf/criminidinatura chiunque può informarsi maggiormente sul fenomeno e sostenere la campagna del WWF con una donazione, oltre a diffondere le informazioni e sottoscrivere la petizione per chiedere sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche.


WWF Calabria


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mini Fibra-otticaParte il progetto della banda ultralarga in 223 comuni calabresi, al fine del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale europea. Tra i territori interessati, anche il comune di Serra San Bruno, già in precedenza cablato per poter ospitare la tecnologia della fibra ottica.

«Telecom Italia – si legge nel comunicato della Regione – si è aggiudicata il bando relativo alla concessione di un contributo a un progetto di investimento per la realizzazione di nuove infrastrutture ottiche passive abilitanti alle reti Ngan (Next generation access network), in grado di erogare servizi innovativi a cittadini, imprese e pubblica amministrazione».

Il bando, emesso dal ministero dello Sviluppo economico attraverso “Infratel Italia”, prevede un finanziamento pubblico di 63,5 milioni di euro grazie all’utilizzo dei fondi europei Fesdr, a cui si aggiungono 36,6 milioni di euro di investimento da parte di Telecom Italia. Il piano è stato illustrato ieri a Palazzo Alemanni alla presenza del responsabile access operations area Sud di Telecom Italia, Fulvio Parente e dell’amministratore delegato di “Infratel Italia”, Salvatore Lombardo.

«In particolare – si legge ancora nel comunicato – il progetto presentato da Telecom Italia prevede, entro il 2015, la copertura di 223 nuovi comuni, ossia i 155 già indicati dal ministero dello Sviluppo economico e da Infratel nel bando di gara più altri 68 comuni, rivolgendosi a circa 1 milione e 300 mila abitanti. I comuni interessati potranno sfruttare, su tutte le aree coperte, collegamenti con tecnologia ultrabroadband con velocità da 30 fino a 100 megabit al secondo, accelerando in questo modo l’accesso ai servizi digitali innovativi rivolti a cittadini, imprese e istituzioni locali».

Telecom Italia, per sviluppare il progetto della banda ultralarga, ha previsto l’adeguamento di 359 centrali, che consentiranno così di abilitare circa 800mila unità immobiliari a 30 megabit al secondo tra cui sedi della pubblica amministrazione, scuole e ospedali, a 100 megabit al secondo.

«Questa iniziativa – ha dichiarato Fulvio Parente di Telecom – ha l’obiettivo di contribuire ad accelerare i processi di digitalizzazione del Paese, coerentemente con gli obiettivi indicati dall’Agenda digitale europea».

Secondo l’amministratore delegato di Infratel, Salvatore Lombardo, «l’obiettivo primario del progetto è la realizzazione di infrastrutture per consentire agli operatori di telecomunicazioni l’implementazione di reti di accesso a banda ultra larga. Altro obiettivo non meno importante – ha concluso – è un reale ed efficace investimento dei fondi europei, che porteranno sviluppo, occupazione e miglioramento della qualità di vita dei cittadini della Calabria».

 

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mini biagio_figliuzziChe i professionisti calabresi all'estero siano tra il novero dei migliori è un dato certo e inattaccabile, e in tutti i settori vi è una prestigiosa conferma. Per uscire dal calderone della crisi, o dal cancro della disoccupazione, la “fuga dei cervelli” ha mosso da sempre il suo primo passo verso le regioni del Nord, prima di varcare i confini nazionali. Adesso – in un contesto globale che piuttosto che avvicinare favorisce l'allontanamento da alcuni paesi verso altri economicamente “migliori” – la scelta Italia finisce in coda, favorendo gli spostamenti oltre il confine.

Il digital artist (3d) Biagio Figliuzzi, originario di Serra San Bruno, come tanti altri professionisti calabresi, appartiene alla prima categoria, quella che ha tentato di prestare la propria professionalità in Italia prima di andare all'estero. «Ho sempre pensato di rimanere nei confini nazionali per fare il mio lavoro – ha spiegato Figliuzzi –. Dapprima, mi sono presentato a studi grafici del Nord con vari miei lavori 3d, ma nessuno mi ha mai convocato per un colloquio».

Dunque, dopo i pesci in faccia ricevuti nel Belpaese, il volo oltreoceano nel 2004, il test di ammissione al “Seneca College” e gli studi di animazione 2d classici, abbinati all’arte e al disegno anatomico, e complementari a quelli 3d. Alla fine del primo anno di università arrivano i lavori all’interno dello stesso ateneo e le pre e post produzioni di serie televisive per la “Story City” di Toronto. Subito dopo, si concretizza il contratto alla “C.O.R.E. digital pictures”, sempre nel capoluogo dell’Ontario, studio grafico che si occupa di produzioni di serie televisive, cartoni animati, pubblicità per la televisione ed effetti speciali per film.

Il talentuoso grafico serrese non può che mirare in alto, e per lui nel 2012 arriva una sorta di consacrazione: lighting artist e modellatore di personaggi all’interno dello staff “Mikros Image Canada” per la realizzazione di “Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà”. Nonostante il ruolo grafico ricoperto nella suddetta produzione cinematografica (che al botteghino ha confezionato ben 61 milioni di euro), i curiosi che volessero avere maggiori informazioni su Biagio Figliuzzi potrebbero consultare l’archivio più accreditato del settore, ossia Imdb. Sotto il suo nome troverebbero: is known for his work on/è conosciuto per il suo lavoro a “The Spine” (2009) – con la Core production – lavoro firmato da Chris Landreth, già premio Oscar al miglior cortometraggio d’animazione nel 2005. In più, come si evince sempre dal famoso portale, Figliuzzi ha prestato la sua professionalità per la realizzazione della serie animata di “Mia and Me” (2011) e del film “Barbie & Her Sisters in a Pony Tale” (2013).

Nel 2014, per il digital artist (3d) serrese, si presenterà anche la possibilità di una collaborazione con la Disney. Così, oramai approdato nella “Arc productions”, ha lavorato alla realizzazione grafica di “Pixie Hollow Bake Off”.

L’ultimo prestigioso lavoro è rappresentato dagli effetti speciali 3d realizzati per il film horror “Somnia”, diretto da Mike Flanagan e in uscita nel 2015.

Progetti per il futuro? Un corto animato tutto suo già in cantiere, che aspetta solo di essere prodotto.

 

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mini nicolovicSERRA SAN BRUNO - Primo impegno ufficiale tra le mura amiche e prima sconfitta per la nuova Serrese targata Mordocco che, ieri pomeriggio allo stadio "La Quercia", è stata costretta a cedere il passo alla Promosport nel match di esordio per i biancoblu in coppa Italia. La prima frazione si chiude con i padroni di casa in vantaggio per 1-0 grazie alla rete messa a segno da Giugiolloni intorno al 30' del primo tempo su calcio di rigore. Ad inizio ripresa gli ospiti trovano il pareggio grazie a bomber Micieli, ma passa un minuto e la Serrese si riporta nuovamente in avanti con il neo acquisto Nicolovic (foto). A questo punto i ragazzi di mister Mordocco provano in qualche modo a difendere il risultato acquisito nel corso del match, ma la Promosport non ci sta e, verso la mezz'ora, agguanta il pari sempre con il solito Micieli, che si ripete a pochi minuti dal termine e batte per la terza volta Savastano per il definitivo 2-3.

 Serrese - Promosport 2 - 3

Serrese: Savastano, Capone, Ruga, Rosi, Randò, Zaffino, Soluri, Andreacchi, Carchidi, Nicolovic, Giuggioloni.

Promosport: Aiello, Cefalà (dal 19'st Bombardieri), Meraglia, Fioretti, Caruso, Gallo, Costantino, Diop Pape, Ianni (dal 20'st Cristiano), Micieli, Petrone. 

Arbitro: Fiumara di Crotone (Assistenti: Leonardo di Catanzaro e Chiellino di Crotone)

Marcatori: 30' pt Giuggioloni (S-rig.), 7'st, 30'st e 42'st Micieli (P), 8'st Nicolovic (S)


(foto di Alessandro Timpano)

 

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mini bufoQuesta sera, all’associazione culturale “Il Brigante” si parlerà del Belpaese. A porre degli interrogativi su alcuni eventi storici di estrema importanza, sarà l’attore e commediografo Giulio Bufo, lo stesso, che nel 2012, inscenò una protesta sulla “Tv spazzatura” a Italia's got Talent, facendosi riprendere completamente nudo dalle telecamere di Canale 5.

Di seguito, un' introduzione allo spettacolo “SocItalia, la storia d'Italia soffocata in cinque fasi”, che questa sera Bufo farà per tutti gli affezionati del Brigante:

«C'è un filo storico che collega l'incontro di Teano (26 ottobre 1860) e la fine del fermento del “movimento dei movimenti” (2002)? C'è un filo storico che collega il biennio rosso (1919-20) e la costituzione "carta straccia"? C’è un filo storico che unisce il fallimento del Cln e la morte di Pasolini? C’è un filo storico che unisce “Portella delle Ginestra” all’omicidio Impastato? Questo è quello che cerco di spiegare in questa breve performance-reading, aiutato da testi di grandi autori come Pasolini, Gaber, Assuntino e brani musicali storici utili a sottolineare le 5 fasi (Teano, biennio rosso, Cln, 68-77, movimento dei movimenti) in cui ho diviso la storia d’Italia. In circa tre quarti d'ora si sviscera la storia nascosta di un'Unità d'Italia forzata, quella storia che spesso oltre i libri di scuola, bisogna leggere tra le righe».

 

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miapiSono stati in molti a rimanere incuriositi dallo strano elicottero di colore giallo che nei giorni scorsi ha sorvolato i cieli delle Serre e di diverse altre zone della Calabria. Si è trattato del velivolo di un'azienda di telerilevamento aereo specializzata nella misurazione di parametri fisici e geochimici del suolo terrestre, la “Helica” di Udine, impegnato in un'attività di monitoraggio in alcune zone del Sud Italia. 
L’elicottero, dotato di un sistema laserscan (LiDAR), ha scansionato infatti un’area di 4mila chilometri quadrati di diversi territori “attenzionati”, sparsi in alcune province della Campania, Sicilia, Puglia e, appunto, Calabria.

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mini matteo_renzi_pollice_thumb400x275Il Pd ha “trionfato” alle elezioni europee trascinato dal suo giovane (ma solo anagraficamente!) segretario. D’altra parte, quando a competere contro di te ti ritrovi la vecchia Forza Italia, il gruppo di “rivoluzionari” del Nuovo Centro Destra e un Movimento 5 Stelle che non può reggere sui ritmi di una sola persona, ciò che si definisce “epopea” è in realtà un gioco da ragazzi. Già la Storia ricorda il poveretto Bersani che alle ultime governative faceva la parte del Milan nella finale di Champions League del 2007 contro il Liverpool… ma mentre in quel contesto lo “psico-nano” veniva recuperato e sconfitto, nel secondo recuperava e quasi sconfiggeva.
 
Mentre tutto ciò accadeva, Renzi, l’accademico oratore, rottamatore e aspirante Sindaco d’Italia, studiava la propria scalata, tant’è che, sulla scia di un tecnico (Monti) e di una marionetta (Letta) conquista la segreteria del Pd e, per gentile concessione del Presidente della Repubblica diviene Presidente del Consiglio, con il popolo italiano costretto ancora una volta ad assistere alla staffetta del potere… nel proprio “democratico” Paese.
 
Il rottamatore studia e talmente tanto da rendersi conto che, per andare avanti deve comportarsi come tutti coloro che vorrebbe rottamare.
 
Il sistema dello psico-nano è infallibile, perché non adottarlo? Vi direte, l’uomo del Pd, che vuole cambiare le cose non potrebbe mai essere come l’uomo di Forza Italia nelle sue scelte di governo. Sì, è infatti un paradosso, quasi come se un democristiano durante un suo comizio dicesse ai convenuti che quando qualcuno nomina Berlinguer deve prima sciacquarsi la bocca… Una barzelletta!
 
Arriva dunque il Decreto Legge n. 66/2014 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 24 aprile 2014… in pieno fermento per le elezioni europee, ci voleva proprio la soluzione “populista” per andare contro l’ancora retorico reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle. Una tantum, in un periodo in cui gli italiani soffrono e credono “80 euro al mese almeno Renzi ce li dà…”. Un pensierino non lungi dalla famosa Social Card, come il “maestro” insegna. E immagino già i lupi di quartiere dove il Pd è radicato, a differenza del Movimento 5 Stelle, lì a dire, “Votateci e vi daremo 80 euro al mese per sempre!!” senza specificare che gli ipotetici 80 euro sono solo per l’anno 2014 e a partire dal mese di maggio.
 
Ma poi, chi avrà i famosi 80 euro? Secondo quanto previsto dal decreto e come spiega l’Agenzia delle Entrate, il bonus Renzi è in realtà un credito «riservato a chi guadagna dagli 8mila ai 26mila euro» e riscuotibile «in tutti i casi in cui l’imposta lorda dell’anno è superiore alle detrazioni per lavoro dipendente». E per i redditi dai 24 ai 26mila euro diminuirà proporzionalmente.
 
O tramite autocertificazione al datore di lavoro o in sede di dichiarazione dei redditi, 4 gatti – e forse nemmeno! – potranno usufruire del grande bonus. I più, la gente che ha veramente bisogno, rimarrà delusa quando scoprirà che in realtà l’elemosina renziana non gli spetta…
Il fumo negli occhi è comunque arrivato e il 40% degli elettori ne è rimasto come folgorato. In fin dei conti, oggi non esistono sconfitte in politica… purtroppo a perdere è sempre e comunque il Popolo.
 
Se questa non è compravendita di voti, allora come si chiama?!
 
 
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orlando fiascoIl rapporto annuale dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva ha fatto luce sulle tariffe applicate in tutta Italia per la fornitura di acqua potabile. L’indagine racconta ancora una volta di uno spropositato aumento del costo dell’acqua, che sale – rispetto al 2007 – addirittura del 43% e rispetto al 2012 del 7,4%. Aumenti che in valori assoluti si traducono con una media di costi in bolletta per oltre 330euro a nucleo famigliare.

Su scala regionale l’acqua più “salata” è risultata quella erogata in Toscana con una media di 498 euro. Tutt’altra storia invece per il Molise, la regione dove l’acqua costa meno: 143euro in media. In Calabria si va invece dai 473 euro di Reggio Calabria ai 171 di Cosenza.

Ma in testa alla classifica dell’aumento dei costi registrati nel solo ultimo anno, verosimilmente, primeggia la provincia di Vibo Valentia con una percentuale del 54,7% in più rispetto al 2012. Un dato davvero inspiegabile se si fa riferimento al fatto che la maggior parte dei centri urbani siti nella provincia di Monteleone continuano ad approvvigionarsi di acqua “potabile” dall’impianto idrico dell’Alaco, posto sottosequestro - in seguiti all'inchiesta "Acqua Sporca" condotta dalla Procura di Vibo Valentia - dal maggio del 2012. Se ne desume che al “caro acqua”, quanto meno, corrisponda una qualità non proprio eccellente del liquido erogato.

Secondo il report inoltre, su scala nazionale, rimane ben alta la percentuale di dispersione idrica: al 33%. Con un costo, derivante dall'acqua sprecata, pari a 3,7 miliardi di euro all’anno, «più del valore di una manovra finanziaria». «In Italia in media – si legge ancora nell’elaborato di Cittadinanzattiva - il 33% dell'acqua immessa nelle tubature (per tutti gli usi) va persa». «Problema particolarmente accentuato al sud (42%) e al centro (33%)»; va «meglio per il nord che presenta percentuali di perdite al di sotto della media nazionale (27%)».

 

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mini libro_rubbettinoIn una notte buia e senza luna, dopo un viaggio estenuante e con lo stomaco in subbuglio per il tragitto in corriera lungo la vecchia statale 110 (che, rispetto agli anni in cui è ambientato il romanzo, è persino peggiorata n.d.r.), Bruno Randò fa ritorno a Fabrizia, il paese dal quale era partito tre anni prima in cerca di fortuna. Sono tempi duri. Il fascismo governa il paese e chi come Bruno non ha voglia di chinare la testa non se la passa certo bene. E così che il giovane calabrese è costretto a tornare a bussare alla porta di quel tugurio che aveva lasciato con la bisaccia carica di belle speranze. Insieme a lui Ornella, la giovane moglie del Nord che, impaurita e preoccupata, gli si stringe accanto. L'incontro tra la famiglia d'origine di Bruno e la graziosa signora settentrionale non poteva essere dei peggiori. La madre piange come per un figlio morto, il padre dimostra al giovane tutto il suo astio per quella scelta che gli appare sciagurata. Chi era quella donna? Che voleva da loro? Doveva essere certamente «una ballerina... di quelle che fanno la magia. Robe da romanzi, da far atterrire tutto il paese, da far rivoltare persino i santimorti del Camposanto, uno schifo».
 
Inizia così C'è ancora una stella, romanzo dello scrittore di origini fabriziesi Serafino Maiolo (1911-1964), noto ai più per essere stato il padre di Tiziana Maiolo, dapprima giornalista del Manifesto, poi militante radicale e infine ex deputata di Forza Italia e assessore della giunta Moratti al Comune di Milano; opera che Rubbettino manda in libreria a gennaio con un'originale introduzione dello scrittore Gioacchino Criaco.
 
È un incipit che sorprende, un esempio da manuale di xenofobia intesa nel senso etimologico del termine, di paura dello straniero di chi è diverso da noi. Sono due mondi che si confrontano in modo spietato e crudele. Ornella è bella, colta, raffinata. Di fronte a tanto squallore non può non pensare al suo paese «con i vertici dei sei campanili, i portici allineati sullo stradone principale, il convento dei cappuccini e la bella chiesa di San Lorenzo, disteso nell'ubertosa pianura, in una delle anse del Po, doviziosa di messi di bietole, di quei ciliegi che quando fioriscono, in aprile, a maggio, offrono un colpo d'occhio fiabesco e sembra tutta una serra profumata, uno sterminato paradiso». Come rassegnarsi invece a quella nera miseria che, come spesso accade a chi ha lasciato il proprio paese, nel ricordo di Bruno era invece più vicina a una modesta agiatezza?
 
Ecco che i due pregiudizi si incontrano o, meglio, si scontrano. Ad Ornella tornano in mente le parole delle sue amiche che le dicevano che «i "napoletani" sono sudici, che dalle loro parti non si conosce il sapone e che quando Garibaldi ce l'aveva portato, i "napoletani" se l'erano mangiato». I reciproci stereotipi formano una barriera tra la "forestiera" e i genitori di Bruno, barriera che tuttavia si infrange quando Ornella, stanca, spaventata e depressa comincia a piangere. Ecco allora che la madre di Bruno intuisce che in fondo quella donna non è un'astuta poco di buono, pronta a portare il figlio sulla via della perdizione, e appronta con quel poco che c'è in casa una cena. La giovane donna, dal canto suo, capisce che gli anziani genitori del marito non sono dei selvaggi ma due poveri contadini che hanno sul viso, sulle mani e sulle spalle gli anni di dura fatica nei campi.
 
C'è ancora una stella vide la luce nel 1959 presso l'editore Ceschina di Milano. È il secondo romanzo di Maiolo di ambientazione fabriziese. Il primo, Ciaramaca, è del 1949. Ambedue i romanzi possono essere ascritti a pieno titolo al filone neorealista, seppure C'è ancora una stella vi entri un po' tardivamente. Erano gli anni in cui si scopriva un'Italia marginale, diversa, fino ad allora sconosciuta. Il cinema, la letteratura e l'antropologia si interessavano sempre più alle "indie di quaggiù", come già nel Seicento i gesuiti definivano quella costellazione di piccoli mondi contadini sparsi soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia.
 
Quegli anni di lavoro ci hanno regalato una mole altrimenti impensabile di ricostruzioni, filmati, documentari, romanzi e racconti spesso di straordinaria qualità letteraria (si pensi ai "grandi" calabresi, come Perri con i suoi Emigranti, Seminara con Le baracche o al Corrado Alvaro di Gente in Aspromonte per citarne solo qualcuno) e, tuttavia, non sono serviti, in molti casi, a conoscere meglio la realtà ma sono stati funzionali, come ha spiegato di recente Vito Teti in Maledetto Sud alla costruzione di un nuovo stereotipo speculare a quelli che avevano circolato fino ad allora.
 
Al mito del meridionale ozioso, sudicio, infingardo si sostituiva quello del Buon Selvaggio, del meridionale capace di sentimenti sinceri che si contrapponevano a quelli della borghesia del resto d'Italia fatta di opportunismo e falsità. A questa trappola non sfugge nemmeno Maiolo. Il suo è un romanzo in cui Nord e Sud diventano due modi di vivere, di intendere la realtà e i sentimenti umani.
 
Fabrizia, il paese di Bruno, è un paese cupo, un paese "che non sa cantare", nel quale persino la religione sembra risentire degli echi dei lugubri misteri orfici che si celebravano in queste terre in epoca remota. Gli stessi santi appaiono lontani e capricciosi. San Vito la cui effigie viene portata in processione per chiedere la grazia della fine della siccità, risponde alle preghiere dei fedeli con un'alluvione che devasta il paese. Su tutto incombe il senso del fato.
 
Eppure Ornella, con gli occhi del cuore, con quegli stessi sentimenti che le avevano permesso un punto di incontro con i genitori del marito, riesce ad andare oltre quella spessa corazza fatta di secoli di soprusi, disgrazie e ignoranza e, di fronte alla possibilità concreta di lasciare il paese per tornare alla sua vita di prima, sceglie di rimanere accanto al marito, a quella che considera ormai la sua gente. «È meravigliosa questa gente – dirà al suo spasimante del Nord insieme al quale aveva progettato la fuga – ha un cuore grande e se anche soffre, non abbandona la fiducia nella terra e nel cielo».
 
Sbaglierebbe tuttavia il lettore che vedesse nel romanzo di Maiolo unicamente una sorta di Libro Cuore calabrese. Il "paese che non sa cantare" di Maiolo è al tempo stesso luogo di disperazione e di speranza, di tragedia e di nuova vita, oggetto d'odio e di amore. È un paese dal quale gli abitanti sono spesso costretti a fuggire ma ovunque essi vadano c'è sempre una «piccola stella che ogni notte lampeggia sul Monte Pecoraro e li vigila da lontano per le vie del mondo».
 

Antonio Cavallaro (Rubbettino Editore)

 
(articolo pubblicato su ''Il Quotidiano della Calabria'')
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mini francescomaioloSi è spento ieri sera, dopo una lunga malattia Francesco Maiolo, uno degli artisti contemporanei più noti ed apprezzati dalla critica artistica internazionale. Nato a Nardodipace, fra le due guerre, nella Calabria marginale e difficile degli anni ‘40, trascorse proprio nell’ormai spopolato centro montano delle Serre, i primi diciassette anni della sua vita. Poi, nel dicembre del 1957, si vide costretto a lasciare le amate montagne calabre per inseguire diverse occasioni di lavoro, ma senza mai trascurare – nel tempo libero – la sua grande passione per la pittura. Fin da giovanissimo continua a coltivare il suo estro da autodidatta, mentre la vita lo porta prima a Roma e poi, nel 1963, a Torino. 
 
Dopo soli tre anni, una volta ambientatosi nel capoluogo piemontese, inizia l’attività espositiva con la prima mostra alla galleria Robert Philip di Parigi e successivamente proprio alla galleria Viotti di Torino. Dieci anni dopo Maiolo è già per la critica un professionista, tanto che nel ’74 viene selezionato dalla Publinter di Milano per curare e realizzare la campagna pubblicitaria della Motta e nel ‘76 inizia a collaborare con la casa editrice Salani di Firenze per l'illustrazione de "I Vangeli". Nello stesso anno viene invitato per la prima volta in Jugoslavia dove esegue un’opera per il Museo di Slatar. Esperienza che ripeterà nel ’79 sempre in terra slava, ma questa volta presso il Museo di Trebnje. 
 
Le sue opere verranno scelte poi nel corso degli anni dalla Fabbri Editori, per le illustrazioni dei racconti di Gianni Rodari e Corrado Alvaro, in alcuni testi didattici per i ragazzi delle scuole elementari, nonché per la prima pagina della raccolta "Storia degli Italiani".
 
Maiolo si è spento dopo una lunga malattia lasciando però una traccia indelebile nella storia dell’arte moderna internazionale. Una carriera di altissimo livello arricchita da numerosissime personali sia in Italia che all'estero, che lo hanno visto raccogliere apprezzamenti nelle più rinomate fiere d'arte, come quelle di Bologna, Firenze, Padova e Ginevra. La sua vita, così come le sue straordinarie opere, sono state più volte oggetto di documentari e servizi curati dalla Rai o da altre emittenti televisione nazionali, che hanno dedicato, in più occasioni, ampio spazio ai suoi capolavori, molti dei quali oggi sono divenuti proprietà dei migliori collezionisti privati di tutto il mondo: in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Australia, Stati Uniti, Giappone e Canada.
 
Eraldo Di Vita, per la sua cultura artistica “istintiva”, paragonava Francesco Maiolo a Ligabue, Metelli e Gauguin, mentre Tonino Rivolo lo considerava un artista capace di “cogliere la mappa interiore dell’anima e delle emozioni”. In molte delle sue opere emerge soprattutto un forte attaccamento ai luoghi d’origine: “L'artista riveste la sua terra natia di una ricchezza accentuata, quasi  fantastica, per coprire il dolore del distacco di coloro che se ne vanno, la solitudine di quelli che rimangono” diceva di lui Gartnar.
Francesco Maiolo verrà quindi ricordato per uno stile unico nella gestione del colore e delle mescole, che in continua evoluzione da oltre quarant'anni, lo rende uno degli artisti più apprezzati dei nostri tempi. Capace di dare sempre un tocco fiabesco ai suoi capolavori armoniosi, puri e sciolti. 
 
 
 
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