mini rosarno_lavoratoriRosarno atto secondo. Qualunque cosa succeda all’epilogo, la trama di questo film è già delineata nei suoi elementi essenziali, a definirlo come un remake dell’antecedente capitolo intitolato “La rivolta di Rosarno”. Cambia l’epilogo, però, ché a dispetto degli allarmi, dannosi e irresponsabili, urlati da diversi politici e ripresi con sensazionalismo dalla stampa, nessun fantasma di nuova rivolta s’aggira per i campi della piana. A rendere più drammatica la storia invece, questa volta, un morto, anzi due… a farci capire come la violenza evidente esplosa in strada nel 2010 da entrambe le “parti” sia stata solo manifestazione occasionale di una violenza più profonda e feroce, quotidiana, strutturale.

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Riceviamo e pubblichiamo

'Un uomo è tale più per le cose per tace, che per quelle che dice'. Il sindaco e la sua maggioranza si sono, forse, ispirati all’aforisma di Camus per nascondere ai cittadini i retroscena del caso più inquietante e clamoroso della storia politica cittadina. L’ormai famigerato “caso Zaffino”, tiene banco, da oltre un anno, senza che cittadini e consiglieri di minoranza abbiano la possibilità di conoscere la verità. Sindaco ed assessori continuano a tacere.

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mini municipio_serraRiceviamo e pubblichiamo:

L’inerzia dell’attuale amministrazione, alla fine, è venuta alla luce. I diciotto mesi, del sindaco e della sua maggioranza, passati a sonnecchiare sono emersi, tutti, in sol colpo. Nell’imbarazzato ed imbarazzante silenzio dell’ultimo consiglio comunale si è compreso l’incommensurabile disagio di una compagine che non riesce a governare neppure l’ordinario.  Nel corso della discussione sull’approvazione del conto consuntivo, nonostante le perplessità e le osservazioni della minoranza, nessuno ha accennato una risposta. Quasi i consiglieri di maggioranza fossero rimasti a casa a dormire, nessuno si è alzato per replicare, per spiegare un’operato che non c’é. Nessuna spiegazione neppure sul tema caldo dei tanti, troppi, debiti fuori bilancio, alcuni dei quali, con un colpo di creatività amministrativa sanati con una semplice transazione, una delle quali, di poco meno di 5 mila euro destinata, pare, a pagare, un tavolo. Ancor più grave, poi, la situazione emersa nel corso della discussione sul bilancio di previsione. Più che una discussione, un monologo dei consiglieri comunali di minoranza cui, la maggioranza, ha risposto con la solita scrollata di spalle e qualche balbettante e poco convincente spiegazione. Tuttavia, nel corso della seduta, convocata per l’ennesima volta di mattina, con lo scopo di preservarsi dalle poco edificanti figure rimediate nel corso degli ultimi consigli, è emerso in maniera inequivocabile che non c’è da stare allegri. Serra sembra aver imboccato la via del declino senza che la maggioranza se ne curi o, peggio ancora, se ne avveda. Basta leggere il ragionieristico bilancio, fatto solamente per tenere in equilibrio le entrate con le uscite, per averne la certezza. Un bilancio in cui emerge la mole di bugie raccontate in campagna elettorale e non solo. Lo scorso anno  la maggioranza aveva assunto l’impegno di ridurre, a partire dal 2012, la tassa sulla raccolta dei rifiuti, al contrario, la tassa è rimasta invariata ed i cittadini continueranno a pagare il 43% in più rispetto al 2010. Una delle tante promesse non mantenute, ma non l’unica. Nel bilancio, ad esempio, non c’è traccia di quel milione di euro, promesso dal sindaco per rendere il comune indipendente da Sorical. Come se non bastasse, non c’è traccia, neppure, dei 300 mila euro di fondi regionali promessi recentemente per riattivare le sorgenti comunali. Un intervento assente anche dallo stringato e sempre uguale a se stesso piano triennale delle opere pubbliche. In attesa che si concretizzi l’ennesima promessa che i soldi arriveranno “ a breve”, rimaniamo ancorati alla speranza che la faccenda non finisca come l’impegno assunto, in campagna elettorale, dal sindaco di rinunciare al proprio stipendio per costituire un ufficio di staff. Allo stato, è evidente, non si ha notizia né dell’una né dell’altra cosa. Così come non si ha notizia dei soldi destinati a garantire gli investimenti dei giovani che, era stato promesso in campagna elettorale, potranno avviare un’attività avendo il comune come garante. Poi si va a leggere il bilancio ed alla voce sviluppo economico si trova zero euro impegnato. Così come non si trova nessun intervento a favore dei lavoratori Lsu e Lpu per i quali, sempre  in campagna elettorale, nonostante la normativa lo vietasse, il sindaco aveva promesso di costituire una società municipalizzate con la quale stabilizzare tutti. Che dire poi sull’impegno a favore del turismo religioso che avrebbe dovuto fare di Serra una piccola Lourdes? Anche su questo punto le risorse impegnate sono piuttosto scarse, appena 10 mila euro. Ben venga il finanziamento per la realizzazione della “Casa del pellegrino” presso il centro polifunzionale. Ma viene da chiedersi se non sarebbe stato più opportuno, nell’ambito dei Pisl, presentare un progetto diverso, ovvero un progetto finalizzato ad attrarre turisti, piuttosto che a far dormire visitatori che non ci sono. La “Casa del pellegrino”  rischia di diventare, prima di nascere, quello che già è, una cattedrale nel deserto, nella migliore delle ipotesi destinata ad entrare in concorrenza con le strutture alberghiere private che, allo stato, non hanno certo il problema del tutto esaurito. A ciò si aggiunga che, nel settore, il Comune dispone, già, delle case del “Paese Albergo”. Come se non bastasse, chi ha buona memoria, ricorda, come dai palchi elettorali, il sindaco promettesse di fare del centro polifunzionale il “secondo ospedale”. Ora, dopo aver assistito inerme alla cancellazione del primo, recita il “de profundis” anche a quello che, nelle sue promesse, avrebbe dovuto essere il secondo. Inoltre, memori delle abbondanti nevicare dello scorso anno e del rischio sismico che incombe sulla nostra regione, sarebbe stato normale prevedere uno stanziamento nel capitolo di bilancio destinato agli interventi di protezione civile. Al contrario, anche in questo ambito nulla è stato previsto, con l’ovvia conseguenza che, in caso di neve, si dovrà ricorre a dispendiosi interventi di somma urgenza con conseguente riconoscimento di debiti fuori bilancio. La difficile congiuntura economia non può essere un valido alibi per diversi ordini di motivi. Innanzitutto molti dei tagli ai bilanci comunali erano stati ampiamente annunciati con il D.L. 78/2010, tanto che, già in campagna elettorale, avevamo diffidato l’allora candidato a sindaco del Pdl dall’assumere impegni che non avrebbe potuto onorare. Non  è un caso che nel corso dell’ultima tornata elettorale avevamo ripetuto in diverse occasioni la necessità di formulare un bilancio accompagnato da proposte sostenibili. A ciò si aggiunga che l’attuale amministrazione nella sua ignavia ha aggravato ulteriormente la situazione economica del comune, per esempio, annullando la raccolta differenziata, con la conseguenza, di far spendere 520 mila euro, negli ultimi due esercizi, per scaricare i rifiuti in discarica. Soldi che, con tutta evidenza, potevano essere impiegati per provvedimenti ben più urgenti. Così come si sarebbe potuti investire i soldi impiegati per la manutenzione della rete stradale, per realizzare interventi con i quali alleggerire la dipendenza da Sorical, producendo, al contempo, un risparmio sull’esosa bolletta pagata ogni anno per comprare acqua putrida. Non si comprende, infine, la necessità e l’urgenza di avviare i lavori per il rifacimento dei viali cimiteriali. Un lavoro dispendioso, esteticamente discutibile, realizzato senza un progetto e senza una comunicazione alla sovrintendenza ai beni architettonici e paesaggistici. Un lavoro per il quale non ci sono impegni di spesa se non una semplice determinazione dalla quale risultano acquisti di alcuni materiali presso una ditta di Cittanova.

Mirko Tassone
Consigliere comunale "Al Lavoro per il cambiamento"

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Venerdì, 02 Novembre 2012 15:26

Quella bara bianca ci appartiene

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Lo acclama Soriano, chiuso in quella cassa portata come una croce a spalla da giovani come lui, il giorno del suo funerale. Sul feretro,  coperto da una bandiera della Juventus, c’è una fotografia: è Filippo che sorride ancora.

E c’è Filippo nello sguardo vuoto di sua madre, perso lontano  nel tempo...Nelle  mille parole, dette senza fiato, di seguito per non fermarsi a pensare, di suo padre il giorno prima. E nei sorrisi accesi di lacrime delle sorelle che lo stringono nei loro ricordi. Nel dolore dei familiari, tutti.

Che mondo è un mondo in cui un ragazzo di soli 19 anni viene trucidato innocente, così, per “caso”? E  che  Paese è quello in cui non ci si sorprende del male, dove il male che riguarda il sud è l’ovvietà che passa sotto silenzio ? Nessuna notizia nei  TG nazionali, nessuna parola spesa dai molti politici latitanti, “distratti”. Che valore ha la vita di un ragazzo di soli 19 anni? O, forse, è  "normale" che accada nel meridione d’Italia?
Nascere in Calabria, a Soriano e  morire tornando a casa, dopo essere stati dalla propria fidanzata, non è normale, non è naturale.

Filippo era un lavoratore e veniva da una famiglia per bene come molte altre che vivono in questa terra e che non cedono all’illegalità. Questa morte  è un sacrificio insostenibile, abbiamo il dovere di non renderlo vano. Abbiamo il dovere di non pensare più che fin tanto che ci si ammazza tra bande rivali la cosa non ci riguarda: è l’indifferenza che nutre il potere criminale. Perché non ci sia mai più  un altro “Filippo”.

E' un tempo che non dovrebbe accadere mai quello del sopravvivere ai propri figli, ma succede e , mentre si può trovare una "ragione" ad una malattia, ad un incidente col tempo, ci sono  ferite, invece,  che portano con sé mille domande senza risposta fino alla fine dei giorni, di giorni come  notti buie del cuore. A noi è concesso solo di immaginare ed immedesimarci sfiorando il dolore della famiglia Ceravolo, mai potremo capire a fondo quanto sia dilaniante ed eterno. Ma c’è qualcosa che noi possiamo e dobbiamo fare: condannare chi agisce nell’illegalità, cominciando a strappare le piante marce, smettendo di dar loro da “bere” i nostri volti e i nostri sguardi .

Insegniamo ai nostri figli la gioia del sacrificio e l’umiltà della  dignità. Insegnamo che il valore è in loro, non nelle cose. Insegniamo che il denaro “non” è facile ! Che c'è sempre una strada migliore ed onesta percorribile, forse più faticosa, ma leggera nel cuore. Perché nessun giovane venga più reclutato dalle mafie.

Nei miei occhi chiusi, Filippo è la voce felice di sua madre che riecheggia ancora in un bel giardino, uno stereo e la musica. E’ il rumore molesto di un motorino che scorazza per queste vie nei giorni di sole; è una mano tirata su a salutare con rispetto ed un sorriso buono appena accennato ; è una divisa sportiva ed un pallone che corre sul campo di calcio.

 E’ la vita che gioca e sorride spensierata. E’ la vita che vuole “andare” a mille all’ora…

Di notte è  il motore di un furgone che passa alle quattro  diretto verso qualche mercato, una fiera o una festa patronale . E’ lo stesso rumore che torna il pomeriggio, quando ogni casa ha finito di pranzare. E’ la vita che cresce col sudore onesto.

Soriano lo sa e si stringe attorno a questa famiglia ed al suo dolore, Soriano non è quell’arma che ha ucciso, Soriano è Filippo . Questo paese si indigna e dice “no” alle mafie e  sente  il dovere della memoria perché questa barbarie non si ripeta mai più, perché la morte si tramuti in vita.

Nel vuoto pieno di volti cari di questi giorni,  campeggiano nella casa dei Ceravolo delle  coppe sistemate  con devozione su un mobile , appartengono a Filippo e al suo papà. Parla, Martino, di come si sia sentito strappare il cuore vedendo suo figlio riverso sull’asfalto, di come aveva corso verso di lui, ricevuta quell’orribile telefonata, perdendo il controllo dell’autovettura  ben tre volte .Correva contro il tempo, verso Pizzoni, temeva in cuor suo che non l’avrebbe riabbracciato vivo. Parla del bambino che era e dell’uomo che sognava di diventare, del vuoto che sente, della sua solitudine. Martino ha perso un figlio, un amico, un compagno ed un fratello. Voleva comprare un nuovo camion per il lavoro appena ne avesse avuto la possibilità, Filippo, e regalare ai suoi genitori una crociera per il loro venticinquesimo anniversario di nozze. Trattiene le lacrime e ritorna ai suoi abbracci affettuosi. Racconta la sua gentilezza, di come accompagnava le signore alla macchina portando le buste della spesa; mi parla delle sue paure quando chiacchierando con qualche poliziotto o carabiniere che acquistava i loro prodotti, chiedeva se non avessero timore di portare un’arma ed effettuare operazioni pericolose. Concludeva sempre che lui non avrebbe mai avuto il coraggio di svolgere quel lavoro.

E parlano le sorelle, raccontano di un ragazzo che aveva paura dei  tuoni durante i temporali e  di restare solo in casa, ma al cognato, che gli raccomandava di non uscire di casa dopo gli ultimi omicidi avvenuti nel nostro territorio, rispondeva: "Cosa vuoi che facciano a me?".

In una bella lettera la sorella Maria Teresa scrive: "Ricordo le marachelle che combinavi, mi fanno sorridere, come quella volta che hai litigato con me e con Simone e hai fatto finta di andartene via di casa ed invece, fifone com’eri, ti sei nascosto sotto il tuo letto e non vedevi l’ora che io mi alzassi per venir fuori perché non ce la facevi più". E la piccola Giusi, di appena otto anni: "Caro Filippo mio bello, io sono sempre con te anche se sei in cielo, io sarò sempre con te e ti parlerò e verrò sempre, ma proprio sempre a parlarti…Per me sarai sempre il miglior fratellino del mondo".

Era ingenuo  e dolce, buono e generoso. La nonna materna ricorda che quando le comprava  qualcosa  cercava di non farlo pesare dicendo che gli era stato regalato da qualcuno. 

Martino lo conosco da quando ero bambino, conosco lui e la sua famiglia. Sua madre ha allevato i suoi figli  insegnando loro il sacrificio del lavoro onesto. La signora Sina, così la chiamiamo, era la “signora bidella” del Liceo Scientifico. Rimasta vedova presto, era una donna forte. Teneva sempre il suo sguardo vigile sui ragazzi. Una presenza a cui riconoscevamo autorevolezza e rispetto.

Mi racconta, di come negli ultimi anni del suo lavoro in quel Liceo si respirasse una società diversa, cambiata, "non sono più" dice "i tempi di un tempo…" ed orgogliosa celebra un suo cognato, oggi Professore, che all’epoca in cui studiava e si trovava a Soriano in vacanza, aiutava la famiglia. Ricorda la meraviglia delle persone nel vederlo lavorare e la dignità con cui lui aiutava i fratelli commercianti a sistemare i vasi destinati alle vendite. Non sono più i tempi di un tempo, è vero! Ma non è colpa dei giovani, riflettiamo…

Martino non trova la forza di ricominciare ora che il figlio non c’è più. Si alzava con lui ogni mattina alle 4.00; la sera prima lo aiutava a sistemare la roba sul camion per il giorno dopo, gli diceva che era meglio se ne occupasse lui, dal momento che  il padre stava diventando vecchio. Era instancabile, tornato a casa, aveva ancora la forza di giocare a calcio, la sua grande passione, ci metteva l’anima. Uno zio lo rammenta piccolo organizzare le partite con i cugini, ricorda i litigi e l’impegno che ci metteva. "Ogni partita per lui era come la Champions" , aggiunge il padre sorridendo.

E poi c’è Anna, la madre, il cui nome il ragazzo voleva tatuare sulla sua pelle. Nel suo sguardo perso nel tempo c'è un giorno sacro che è quello della vita che nasce e poi mille altri fatti di stelle sfavillanti nei suoi occhi, di carezze e premure, di vittorie e sconfitte, di notti insonni. L'amore verso il figlio è saldo nel profondo dell’ essere e non vi è nulla su questa terra che possa esservi paragonato, nulla.

La raggiungeva nel lettone, racconta, se c’era un temporale di notte; la costringeva a mettere la cintura di sicurezza in macchina anche se si sentiva soffocare, perché era prudente e senza cintura in macchina con lui non  si saliva; bussava piano la sera quando tornava dalla casa della ragazza con cui era fidanzato da quasi due anni per non svegliare il padre. Ad Ivana aveva  comprato un regalo per il suo compleanno ed aveva deciso di darglielo giorni fa, stranamente aveva voluto che lo avesse prima…

Buono e generoso nei ricordi di quanti lo hanno conosciuto, Filippo lascia un vuoto incolmabile e vola via, Angelo  tra gli Angeli.

Parli ancora la sua voce, come un’eco che risuona nei nostri cuori senza mai infrangersi.

Angela Varì

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mini foto_28Il Coordinamento Provinciale di LIbera-Associazioni Nomi e Numeri Contro le Mafie esprime preoccupazione per il gesto che vede coinvolta una scuola superiore della Città di Serra San Bruno. Il ritrovamento di tre cartucce e il gesto inqualificabile di sigillare il cancello d'ingresso alla scuola nonché la scritta minacciosa, ci preoccupano molto. Ma allo stesso tempo ci danno ulteriore forza per continuare a stare accanto ai ragazzi,agli insegnanti ed agli operatori del mondo della scuola con cui abbiamo intrapreso rapporti di collaborazione per costruire percorsi condivisi di legalità,responsabilità e corresponsabilità. Fiduciosi che il lavoro delle Forze di Polizia e della Magistratura possa fare luce sul grave fatto, siamo vicini all'Istituzione Scolastica e ci attiveremo per reagire con forza a questi gesti di violenza con i ragazzi e con quanti vorranno condividere una reazione decisa e ferma per l’accaduto.

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mini abramo_sindaco_catanzaro--400x300A Catanzaro i conti non tornano e le ombre sull’ultima tornata amministrativa, che sancì la vittoria del neo sindaco pidiellino Abramo, si fanno sempre più lunghe. Sarebbero infatti ben 13 i testimoni, quasi tutti residenti nel quartiere di Siano, interrogati dalla polizia giudiziaria, che avrebbero rivelato di essere stati coinvolti in casi di compravendita di voti proprio negli ultimi giorni della trascorsa campagna elettorale, valida per il rinnovo del consiglio comunale del capoluogo calabrese. Agli elettori sarebbero stati offerti soldi contanti e in alcuni casi addirittura ipotetici posti di lavoro.

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Domenica, 02 Settembre 2012 14:02

Lupi e fagioli

mini fagioliBene! E’ pronta, dopo tanto lavoro, ecco che è arrivato il suo momento. E dopo aver trattato negli ultimi scritti di cose e avvenimenti che ci costringono moralmente a denunciare, assorbendo, in modo giornaliero e intenso, la maggior parte dei nostri spazi…ogni tanto bisogna trattare anche di cose belle. La protagonista di questo mio pensiero è, per dirla come la penso (oh, io la sacciu in sirrisi) “La Fagiola”. Inerpicatasi orgogliosamente sulle reti che, abilmente, mio suocero Bruno Scrivo, detto “Lu Cameli”, ha piazzato, anche con il mio piccolo aiuto, su pali di castagno. Ginelli direi. Una piccola parentesi sulla “pezzatura” del castagno nella tradizione serrese. Non vorrei sbagliarmi ma: Palu, Passoni, Ciavruni, Palipaliermi, Ginelli, Travi.

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rappoccioLa lista dei consiglieri regionali calabresi finiti nel mirino della magistratura si allunga ulteriormente. Dopo il coinvolgimento di Franco Morelli nel blitz anti 'ndrangheta del novembre scorso e dopo quello di Santi Zappalà, arrestato con l'accusa di associazione mafiosa, nella mattinata odierna, i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Reggio Calabria e della Sezione di Polizia giudiziaria hanno eseguito  un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio (Pri), accusato di associazione per delinquere, truffa, peculato e corruzione elettorale aggravata.

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mini vignetta_vauro_precariatoL’Italia si avvia verso la propria fase di sviluppo. Dopo i tagli incondizionati previsti dal "Decreto Salva Italia", gli italiani possono dormire sonni tranquilli di conseguenza all’approvazione del "Decreto Sviluppo" disegnato dal ministro Passera. 

Il governo infatti, dopo averti ferito a morte, ha pensato bene di offrirti qualche leggera medicina, ma non per la tua ripresa totale, soltanto per mantenerti in uno stato di convalescenza cronica che comunque non ti permetta di soccombere perché così puoi ottemperare ai doveri del buon cittadino.

Senza avanzare velleità da economista - assurda pretesa da parte mia! - mi piacerebbe affrontare le problematiche dei giovani legate al mondo del lavoro partendo dall’esperienza personale.

Terminati gli studi, ho lasciato casa per 2 semplici motivi: primo per tentare di raggiungere la mia autonomia personale, secondo per fare qualcosa che potesse, non dico appagarmi, ma darmi delle soddisfazioni dal punto di vista professionale.

Ho sempre pensato che il lavoro fosse un rapporto di "subordinazione" contraccambiato da una retribuzione, per il semplice fatto che all’offerta di una prestazione professionale debba sempre seguire un contributo in denaro, nel rispetto del Contratto Nazionale di Lavoro.

Così, sicuro di avere un’idea del rapporto lavoratore-datore di lavoro, inizio la ricerca del famoso "posto".

Devo dire che una prima soddisfazione è arrivata quando, da laureato, presentandomi ad una "prestigiosa" testata giornalistica calabrese, hanno accettato di farmi collaborare dandomi la possibilità di pubblicare articoli. Retribuzione? Ad articoli, ovvero legata alla produzione. Non mi lamento, ci può stare… soprattutto quando cominci a scrivere per un quotidiano non puoi avanzare "assurde" pretese, pur sapendo che ciò che andavi a guadagnare l’avresti speso di benzina e telefonate (inconvenienti che l’azienda non riconosce al lavoratore).

Nel frattempo, per poter sbarcare il lunario, ho continuato la ricerca del famoso "posto" (che nella migliore delle ipotesi sarebbero diventati "posti").

Dopo l’iscrizione su vari siti che offrivano lavoro, mi imbatto in una serie di figure professionali che, stando ai nomi, posso affermare che gli inventori sono stati tanto creativi quanto quelli che hanno inventato i nomi dei corsi di laurea… roba da far accapponare la pelle per l’invidia perfino agli studiosi dell’Accademia della Crusca... State ad ascoltare: «Operatore di Teleselling e Telemarketing; Consulente Telemarketing a domicilio; Consulente energetico; Sub agente esperto previdenziale; Green Assistant; Agente Monomandatario; Consulente commerciale business e team manager business; Agente mono e plurimandatario; Agente esperto nella vendita a rate; Agente/procacciatore; Procacciatore d’affari; Art Promoter; Segnalatore/Venditore; Consulente commerciale business e team manager business…». E non continuo oltre perché veramente, guà…, ci sarebbe da riscrivere la Bibbia.

Allora, dopo questa serie infinita di figure professionali che non si capisce di che MINCHIA si occupano, tu ti senti veramente un cretino e dici: "Il mondo del lavoro è cambiato… forse è meglio continuare a studiare…". Detto ciò, dai un’occhiata ai Master che potresti fare per "diventare qualcuno". State attenti che gli indirizzi professionali dei Master sono di gran lunga più belli delle figure sopra descritte. Quindi: «Master in Comunicazione e Cultura del Viaggio;  Master Tourism Quality Management;  Master in Tourism Marketing & Web Communication;  Master in Imprenditorialità e Management del Turismo;  Master in Comunicazione Ambientale;  Master in Management degli Eventi - Turismo Congressuale & Incentive Travel…» solo per fare qualche esempio, e chi più ne ha più ne metta.

Alla fine ti accorgi che agli indirizzi di studio non risulta, nonostante i continui tentativi di associazione, nessuna figura professionale richiesta dal mercato del lavoro e viceversa. Quindi ti chiedi: "Ma a che cazzo servono queste cose?".

Ma che cazzo è un Operatore di Teleselling e Telemarketing se non un semplice Operatore telefonico. Oppure, che cavolo è un Procacciatore di affari o un Consulente Telemarketing a domicilio se non un povero sbandato che fa vendita porta a porta. È come se per un annuncio di lavapiatti uno scrivesse: "Cercasi Lustratrice ceramiche e simili da vivande". Però vi giuro che sull’Agente mono e plurimandatario ancora ci sto studiando!!!

Già scoraggiato dai neologismi del mercato del lavoro, provi comunque a fare qualcosa. Allora ti ritrovi in un call-center a vendere contratti telefonici alle persone.

Qui magari ti pagheranno con un fisso mensile, trattandoti da lavoratore. No! Verrai pagato a provvigioni e "assunto" con un contratto a progetto. Non si sa ancora se ti daranno un fisso orario non superiore a € 3,50 lorde all’ora (se ti va bene!!!) e suscettibile di cambiamenti in difetto. Per i contratti effettuati invece, ti diranno che guadagnerai un tot questo mese per quelli andati a buon fine, ma se dovessi superare una certa soglia guadagnerai 5 euro in più per le sigarette che era l’unico "lusso" che potevi e adesso non puoi più permetterti.

Accetti pure questo e sopravvivi, sperando che col tuo lavoro "in proprio" e qualche giornata di cameriere riesci a tirare avanti… con la speranza che un imprevisto non ti costringa ad andare dal dentista oppure a comprare un nuovo paio di occhiali. Per il primo problema resisti fino a che non superi il grado della sopportazione, per il secondo utilizzi il nastro adesivo o meglio la colla attack.

Ma la speranza è l’ultima a morire, e dopo aver fatto il lavoro più denigrante del mondo dal punto di vista contrattuale, pensi che le cose prima o poi debbano cambiare. Così scopri che nel Decreto Sviluppo dell’attuale governo, - che dovrebbe rappresentare l’inizio della ripresa economica del tuo paese - esiste un comma (7 Art. 24 bis) che dà la possibilità ai padroni dei call-center di mantenere gli operatori outbound (che si occupano di chiamare nelle case per intenderci) precari a vita, sfruttando la legge che prevede per questa figura di lavoratore il contratto a progetto vita natural durante.

Certo non si può contestare il fatto che la legge del grande ministro non crei sviluppo. Sviluppo sì, ma per i grandi imprenditori delle telecomunicazioni, che tengono nelle loro grinfie migliaia di ragazzi schiavizzati (e rincaro SCHIAVIZZATI!), perché costretti da una situazione di bisogno.

Così è ricominciata per noi la ricrescita del paese. Con queste prospettive di sviluppo mi sa che le cose andranno sempre peggio. Non mi resta che augurarvi(mi) buona fortuna utilizzando le parole del grande Guccini: "Lotterie, l’unica fede il cui sperare". E non preoccupatevi, nel caso non vinceste, contribuireste comunque ad alimentare le casse del governo che si sta prodigando per il nostro risanamento.

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mini san_roccoRiceviamo e pubblichiamo:

Domenica  5 agosto si svolgerà a Serra San Bruno in località San Rocco, la 1° Festa della Montagna. La manifestazione, curata da una associazione del luogo, ha lo scopo di portare tra il grande pubblico, tutto cio’ che rappresenta la quotidianità dei boscaioli. Mestiere molto comune nel territorio delle serre vista la vocazione montana del territorio. Oltre agli stand che faranno assaggiare le tipiche ricette legate al territorio montano, ci sarà una gara di abilità con motosega con cui i boscaioli renderanno partecipi gli astanti della nobil arte del taglio dei boschi. I partecipanti  (chiunque voglia partecipare potrà iscriversi dalle ore 10 in poi), si sfideranno in gare di abilità che rappresentano momenti precisi del lavoro del boscaiolo: l’abbattimento, il taglio dei rami, il sezionamento e la “cubatura”. Tutto ciò per avvicinare i giovani e non ai mestieri legati alla montagna, molto spesso considerati inferiori ad altri. Con la consapevolezza che la montagna può rappresentare una risorsa inesauribile per il territorio delle serre, in contrapposizione all’odierna economia globale che si occupa dei grandi numeri ma che ha perso di vista il valore del singolo individuo e dei rapporti personali.   

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