tribunale viboIl magistrato Alberto Nicola Filardo si è ufficialmente insediato dalla mattinata di ieri alla guida del tribunale di Vibo Valentia, dove vestirà la prestigiosa carica di presidente. Figlio del compianto avvocato serrese Domenico Filardo, va a ricoprire, dunque, un nuovo importante incarico, aggiungendo un'altro traguardo ad una carriera già piena di soddisfazioni. Laureatosi a Roma nel 1986, magistrato di lungo corso, nel suo percorso professionale ha già ricoperto ruoli rilevanti del mondo della giurisdizione quali quello di pretore presso la Pretura circondariale di Vibo, di giudice del lavoro preso la Corte d’Appello di Catanzaro e di presidente della Sezione civile, sempre nel tribunale della città capoluogo.

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Riceviamo e pubblichiamo
 
L’opera prima del regista friulano Ivan Vadori è un viaggio nell’Italia attraverso i testimoni che hanno conosciuto direttamente e indirettamente l’attivista siciliano barbaramente ucciso dalla Mafia 35 anni fa (9 maggio,1978).
Nel lungometraggio –ambientato ai giorni nostri - l’attore croato Andrea Tich personifica il giornalista milanese Pietro Spada che vuole fare luce sull’omicidio del 1976 dei due carabinieri di Alcamo Marina (Tp), Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta. A molti anni dall’omicidio dei due carabinieri, il processo è stato riaperto (febbraio 2012). Sull'assassinio Impastato aveva tra le mani del materiale importante, sequestrato nella notte tra 8 e 9 maggio 1978 dalle forze dell'ordine. Dossier mai più ritrovato.
Il reporter Pietro Spada incontrerà il giornalista di “Repubblica” Salvo Palazzolo, il magistrato Gian Carlo Caselli, il sociologo Nando Dalla Chiesa, la giornalista de “il Fatto Quotidiano” Antonella Mascali, il presidente di “Rete 100 Passi” Danilo Sulis, il fratello di Peppino Giovanni Impastato, il presidente di “Libera” Don Ciotti, il magistrato Franca Imbergamo, lo scrittore Carlo Lucarelli, il co-autore di “Radio Aut” Salvo Vitale.
A molti anni dalla morte di Peppino Impastato, tanti aspetti e particolari della vicenda risultano ancora oscuri mentre il metodo impiegato nel suo giornalismo d’inchiesta ha sempre tanto da raccontarci. In 70 minuti verranno ripercorsi i passaggi fondamentali dell’attività di Impastato che ha molto da insegnare alle nuove generazioni; si tratta di un metodo ancora utilizzato da tutti coloro che si occupano di antimafia e inchiesta.
All’età di 15 anni Peppino, dopo l’uccisione dello zio Cesare Manzella -boss mafioso-, decise di lottare fino al suo ultimo respiro per contrastare Cosa Nostra e lo strapotere di Tano Badalamenti. E in questa direzione andò la sua vita...
 
Al termine della proiezione il regista Ivan Vadori sarà lieto di rispondere alle domande che il pubblico vorrà rivolgergli.
 
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mini Franco-MorelliL'ex magistrato, Vincenzo Giuseppe Giglio, è stato condannato a 4 anni e 7 mesi di carcere nel processo sulla cosiddetta 'zona grigia' della 'ndrangheta. Giglio, ex Presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria, venne arrestato e poi sospeso dal Csm, nel novembre 2011, con le accuse di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento aggravato per avere agevolato l'attività del clan Valle-Lampada, operante in particolare in Lombardia. Nella stessa inchiesta è stato condannato a 8 anni e 4 mesi l’ex Consigliere regionale del Pdl Franco Morelli per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e rivelazione del segreto d'ufficio.

Inoltre i giudici dell’ottava sezione penale di Milano hanno disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per lo stesso Morelli, mentre Giglio è stato interdetto per 5 anni.Il tribunale, quindi, accogliendo l'impianto accusatorio del procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha emesso altre sette condanne: 16 anni per il boss Giulio Lampada; 9 anni e 6 mesi per Leonardo Valle; 8 anni per Vincenzo Giglio (cugino del giudice); 4 anni e 6 mesi per Francesco Lampada; 7 anni per Raffaele Firminio; 3 anni e 3 mesi per Maria Valle; 5 anni e 3 mesi per l'ex militare della guardia di finanza Luigi Mongelli, mentre altri 3 finanzieri sono stati assolti con revoca delle misure cautelari.

Secondo l'accusa, il magistrato Giglio si sarebbe rivolto al consigliere Morelli per ‘indirizzare’ la nomina della moglie, Alessandra Sarlo, a commissario della Asl di Vibo Valentia ed, in cambio, Morelli avrebbe chiesto e ottenuto notizie riservate su indagini in corso. Entrambi risultavano in rapporto con Giulio Lampada, leader della gestione di slot machine e videopoker in molti locali pubblici di Milano. Nel corso del processo era  stato ascoltato anche il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, che secondo alcune intercettazioni avrebbe incontrato Giulio Lampada a Roma proprio nei giorni della campagna elettorale.

 

 

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Miei cari accoliti, vi scrivo questo pizzinno...ehm scusate questa lettera, per lasciare ai postumi ospedalieri la mia parola. Voglio raccontarvi una parabola:" 
Un Pubblico Ministero si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che cosa hai fatto per ereditare la vita eterna?".Nazzareno gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi? Cui cazzu si 'ndi futta di la leggi, pentiti di 'mmerda". Costui rispose: "Amerai Don Peppe tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e con tutti i tuoi voti.... e il prossimo tuo come te stesso, ma quest'ultima non è obbligatoria".E Don Peppe: "Hai risposto bene; fà questo e vivrai".  Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Don Peppe: "E chi è il mio prossimo?". Don Peppino riprese: "Un pidiellino scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero, lo sputazzarono, le derisero, e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.  Per caso, un Padre degli umiliati scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.  Anche un magistrato, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un consigliere regionale, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.  Gli si fece vicino, e gli chiese quanti voti avesse, quando capì che aveva una bella famiglia numerosa, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.  Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.  Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". Quegli rispose: "Chi ha lavorato a futtacumpagnu.". Don Peppe gli disse: "Và e anche tu fa lo stesso"

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