Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova
Reg. n. 4/2012 Tribunale VV
L’Italia si avvia verso la propria fase di sviluppo. Dopo i tagli incondizionati previsti dal "Decreto Salva Italia", gli italiani possono dormire sonni tranquilli di conseguenza all’approvazione del "Decreto Sviluppo" disegnato dal ministro Passera.
Il governo infatti, dopo averti ferito a morte, ha pensato bene di offrirti qualche leggera medicina, ma non per la tua ripresa totale, soltanto per mantenerti in uno stato di convalescenza cronica che comunque non ti permetta di soccombere perché così puoi ottemperare ai doveri del buon cittadino.
Senza avanzare velleità da economista - assurda pretesa da parte mia! - mi piacerebbe affrontare le problematiche dei giovani legate al mondo del lavoro partendo dall’esperienza personale.
Terminati gli studi, ho lasciato casa per 2 semplici motivi: primo per tentare di raggiungere la mia autonomia personale, secondo per fare qualcosa che potesse, non dico appagarmi, ma darmi delle soddisfazioni dal punto di vista professionale.
Ho sempre pensato che il lavoro fosse un rapporto di "subordinazione" contraccambiato da una retribuzione, per il semplice fatto che all’offerta di una prestazione professionale debba sempre seguire un contributo in denaro, nel rispetto del Contratto Nazionale di Lavoro.
Così, sicuro di avere un’idea del rapporto lavoratore-datore di lavoro, inizio la ricerca del famoso "posto".
Devo dire che una prima soddisfazione è arrivata quando, da laureato, presentandomi ad una "prestigiosa" testata giornalistica calabrese, hanno accettato di farmi collaborare dandomi la possibilità di pubblicare articoli. Retribuzione? Ad articoli, ovvero legata alla produzione. Non mi lamento, ci può stare… soprattutto quando cominci a scrivere per un quotidiano non puoi avanzare "assurde" pretese, pur sapendo che ciò che andavi a guadagnare l’avresti speso di benzina e telefonate (inconvenienti che l’azienda non riconosce al lavoratore).
Nel frattempo, per poter sbarcare il lunario, ho continuato la ricerca del famoso "posto" (che nella migliore delle ipotesi sarebbero diventati "posti").
Dopo l’iscrizione su vari siti che offrivano lavoro, mi imbatto in una serie di figure professionali che, stando ai nomi, posso affermare che gli inventori sono stati tanto creativi quanto quelli che hanno inventato i nomi dei corsi di laurea… roba da far accapponare la pelle per l’invidia perfino agli studiosi dell’Accademia della Crusca... State ad ascoltare: «Operatore di Teleselling e Telemarketing; Consulente Telemarketing a domicilio; Consulente energetico; Sub agente esperto previdenziale; Green Assistant; Agente Monomandatario; Consulente commerciale business e team manager business; Agente mono e plurimandatario; Agente esperto nella vendita a rate; Agente/procacciatore; Procacciatore d’affari; Art Promoter; Segnalatore/Venditore; Consulente commerciale business e team manager business…». E non continuo oltre perché veramente, guà…, ci sarebbe da riscrivere la Bibbia.
Allora, dopo questa serie infinita di figure professionali che non si capisce di che MINCHIA si occupano, tu ti senti veramente un cretino e dici: "Il mondo del lavoro è cambiato… forse è meglio continuare a studiare…". Detto ciò, dai un’occhiata ai Master che potresti fare per "diventare qualcuno". State attenti che gli indirizzi professionali dei Master sono di gran lunga più belli delle figure sopra descritte. Quindi: «Master in Comunicazione e Cultura del Viaggio; Master Tourism Quality Management; Master in Tourism Marketing & Web Communication; Master in Imprenditorialità e Management del Turismo; Master in Comunicazione Ambientale; Master in Management degli Eventi - Turismo Congressuale & Incentive Travel…» solo per fare qualche esempio, e chi più ne ha più ne metta.
Alla fine ti accorgi che agli indirizzi di studio non risulta, nonostante i continui tentativi di associazione, nessuna figura professionale richiesta dal mercato del lavoro e viceversa. Quindi ti chiedi: "Ma a che cazzo servono queste cose?".
Ma che cazzo è un Operatore di Teleselling e Telemarketing se non un semplice Operatore telefonico. Oppure, che cavolo è un Procacciatore di affari o un Consulente Telemarketing a domicilio se non un povero sbandato che fa vendita porta a porta. È come se per un annuncio di lavapiatti uno scrivesse: "Cercasi Lustratrice ceramiche e simili da vivande". Però vi giuro che sull’Agente mono e plurimandatario ancora ci sto studiando!!!
Già scoraggiato dai neologismi del mercato del lavoro, provi comunque a fare qualcosa. Allora ti ritrovi in un call-center a vendere contratti telefonici alle persone.
Qui magari ti pagheranno con un fisso mensile, trattandoti da lavoratore. No! Verrai pagato a provvigioni e "assunto" con un contratto a progetto. Non si sa ancora se ti daranno un fisso orario non superiore a € 3,50 lorde all’ora (se ti va bene!!!) e suscettibile di cambiamenti in difetto. Per i contratti effettuati invece, ti diranno che guadagnerai un tot questo mese per quelli andati a buon fine, ma se dovessi superare una certa soglia guadagnerai 5 euro in più per le sigarette che era l’unico "lusso" che potevi e adesso non puoi più permetterti.
Accetti pure questo e sopravvivi, sperando che col tuo lavoro "in proprio" e qualche giornata di cameriere riesci a tirare avanti… con la speranza che un imprevisto non ti costringa ad andare dal dentista oppure a comprare un nuovo paio di occhiali. Per il primo problema resisti fino a che non superi il grado della sopportazione, per il secondo utilizzi il nastro adesivo o meglio la colla attack.
Ma la speranza è l’ultima a morire, e dopo aver fatto il lavoro più denigrante del mondo dal punto di vista contrattuale, pensi che le cose prima o poi debbano cambiare. Così scopri che nel Decreto Sviluppo dell’attuale governo, - che dovrebbe rappresentare l’inizio della ripresa economica del tuo paese - esiste un comma (7 Art. 24 bis) che dà la possibilità ai padroni dei call-center di mantenere gli operatori outbound (che si occupano di chiamare nelle case per intenderci) precari a vita, sfruttando la legge che prevede per questa figura di lavoratore il contratto a progetto vita natural durante.
Certo non si può contestare il fatto che la legge del grande ministro non crei sviluppo. Sviluppo sì, ma per i grandi imprenditori delle telecomunicazioni, che tengono nelle loro grinfie migliaia di ragazzi schiavizzati (e rincaro SCHIAVIZZATI!), perché costretti da una situazione di bisogno.
Così è ricominciata per noi la ricrescita del paese. Con queste prospettive di sviluppo mi sa che le cose andranno sempre peggio. Non mi resta che augurarvi(mi) buona fortuna utilizzando le parole del grande Guccini: "Lotterie, l’unica fede il cui sperare". E non preoccupatevi, nel caso non vinceste, contribuireste comunque ad alimentare le casse del governo che si sta prodigando per il nostro risanamento.
Riporta Costantino Ianni, in Homens sem paz, la risposta di un emigrante italiano ad un ministro: “Que coisa entendeis por uma nação, senhor ministro?". È a massa dos infelizes? Plantamos e ceifamos o trigo, mas nunca provamos do pão branco. Cultivamos a videira, mas não bebemos o vinho. Criamos os animais, mas não comemos a carne... Apesar disso, vós nos aconselhais a não abandonar a nossa pátria. Mas è uma pátria a terra em que não se consegue viver do próprio trabalho?". “Cosa intende per nazione, signor Ministro? Una massa di infelici? Piantiamo grano ma non mangiamo pane bianco. Coltiviamo la vite, ma non beviamo il vino. Alleviamo animali, ma non mangiamo carne. Ciò nonostante voi ci consigliate di non abbandonare la nostra Patria. Ma è una Patria la terra dove non si riesce a vivere del proprio lavoro?”. Una terra che produceva di tutto, come la Calabria, dove le potenzialità economiche sono grandi e sfruttate solo dal grande capitale, il quale, servendosi della mafia a discapito dei cittadini onesti e dei lavoratori, produce denaro e ricchezza per pochi. Una terra maltrattata e sfruttata malamente. Che cosa rimane, o meglio, che cosa rimaneva? La “spartenza”.
“E mannaia l’ingegnieri, chi ‘mbintau la ferrovia, cà si non facia li mezzi, all’America non si jia…”, ancora nella musica tradizionale calabrese. La “spartenza”, uno dei quattro temi di rilievo nella canzone popolare, uno dei drammi storici della nostra terra. La lontananza da quella terra che si abbandona per bisogno, ma che non si dimentica mai. Racconta Sergio Di Giorgio, che in una sua visita, assieme ad Ettore Castagna, in Chiaravalle a Gregorio Tino, suonatore di ciaramelle, ebbero ad ascoltare una sua testimonianza che lascia sicuramente perplessi. “Quando ero in trincea - racconta Tino - per far passare la paura, ripassavo le suonate della zampogna sul manico del fucile”. Picchierellava con i polpastrelli sulla canna del fucile e si estraniava dal luogo in cui era, ascoltando, in una sorta di sdoppiamento della propria mente, le suonate del suo strumento e della sua terra. Sì, perché i suoni, gli odori, il dialetto, quando sei all’estero, lontano da casa, ti rimbombano nelle orecchie incessantemente, quasi a coprire la diversa lingua che si è costretti ad ascoltare, in una sorta si alienazione della realtà, quasi come se fosse il trasfomare il fucile in una zampogna e il vento della trincea nel familiar suono. L'emigrazione europea della seconda metà dello scoso secolo invece, aveva come destinazione soprattutto stati europei in crescita come Francia, Svizzera, Belgio e Germania. Quest’ultima era considerata da molti, come una meta di emigrazione temporanea, dove lavorare e guadagnare per costruire, poi, un migliore futuro in Italia. Tuttavia questo fenomeno non si verificò e molti degli emigranti sono rimasti nei paesi di emigrazione. Lo stato italiano firmò, nel 1955, un patto di emigrazione con la Germania con il quale si garantiva il reciproco impegno in materia di migrazioni e che portò quasi tre milioni di italiani a varcare la frontiera in cerca di lavoro. Al giorno d'oggi sono presenti in Germania circa 650.000 cittadini italiani fino alla quarta generazione, di origine meridionale, ma anche veneta o emiliana. E gli emigrati che incontri in Germania oggi, hanno congelato il loro essere italiano al giorno della partenza, come se il tempo, nella loro terra di origine si fosse fermato al momento della propria partenza.
Wolfsburg, città nata intorno alla Wolkswagen, (la “Fabbrica”, come la chiamano i nostri paesani) è un modello di città fatta a misura di operaio. Gli operai sono fatti a misura della fabbrica. Insomma tutto è fine alla costruzione della “nuova Golf”. E altre tremilanovecentonovantanove macchine al giorno. Biagio, che lavora da quindici anni in Wolkswagen, al nostro arrivo, noi che veniamo dalla sua Serra San Bruno, ci aspetta alle porte della città per accompagnarci alla nostra destinazione. In pochi minuti vorrebbe raccontarci tutto, di quante cose abbia fatto in Germania, di come la Germania lo ha accolto e di quante cose belle ci sono, e ci porta dai suoi amici, presentandoci fiero e raccomandandosi di fargli fare bella figura, che lui del suo paese parla sempre con tutti. “Ti sei sposato?”. “Si” fa lui, “Con una tedesca?”, “Fossi matto! Mai con una tedesca, che ti lascia senza pensarci due volte!”. Mogli e buoi dei paesi tuoi. Gli piace la fabbrica, il marciapiede pulito, i coniglietti che mangiano l’erbetta indisturbati nel verde pubblico, ma la gente non si ferma neanche per dirti ciao...E la musica lo manda in estasi, quando vede la zampogna si emoziona, quando sente l’organetto vuole ballare, quando parla della sua terra il sentimento che lascia trapelare non è la nostalgia, è la rabbia. “Quando scendo per le ferie in Calabria è bello, poi, quando torno in Germania, al Brennero, l’anima si ferma in Italia e la ‘carcassa’ continua a guidare per altri novecento chilometri verso nord.” Ha due bimbi Biagio, che porta con sé al nostro spettacolo, ai quali parla dialetto, perché il tedesco “già lo parlano e lo scrivono meglio di me”. Si è anche presentato con i Verdi alle elezioni comunali di Wolfsburg, perché l’integrazione è importante, ci dice. Ma forse lo fa per i propri figli, per garantirgli un futuro, perché ci ha dimostrato e fatto capire che, anche se non ha nessuna intenzione di tornare in Calabria, nè tantomeno la possibilità, non vuole integrarsi davvero, perché lui ci tiene alla sua cultura, alle sue origini, alla sua provenienza. E’ costretto a stare in Germania, perché ha bisogno di lavorare, ma i tedeschi sono tutti casa e lavoro, e se hai voglia di scambiare quattro chiacchiere, per parlare davanti ad un caffè del più e del meno, devi andare al Bar Azzurri…in Poststrasse, o al ristorante di Pino (da Sinopoli) di fronte al Markthalle. Che Stato è quello stato che lascia la terra alle ortiche e ai sassi e alle erbacce, e non produce il grano per fare il pane a casa propria? Che nazione è quella nazione che ha i suoi figli all’estero e allo stesso tempo crea per i migranti che arrivano sulle proprie coste i “Lager di prima accoglienza” e la legge Bossi-Fini? Biagio verrà quest’estate e porterà birra sigarette e cioccolata agli amici, se ne andrà portandosi una scorta di pane, quello buono, quello che sua madre sa ancora fare, ma che la sua terra non si può più permettere.
Riceviamo e pubblichiamo
I calabresi del mondo si incontreranno a Roma il prossimo 22 Giugno per la XXI edizione del Premio Internazionale “La Calabria nel Mondo”. Un compleanno importante per l’associazione C3 International guidata dal suo Presidente On. Peppino Accroglianò che, da più di 25 anni, lavora per promuovere l’immagine della Calabria e favorirne lo sviluppo attraverso la promozione culturale. L’evento sarà ospitato presso la Sala Protomoteca del Campidoglio e sarà preceduto da un convegno dal titolo: "Orizzonte 2020. L' Innovazione nell'area del Mediterraneo, strumento di crescita e sviluppo contro la crisi".
Centinaia le personalità che hanno ricevuto il premio nel corso degli anni tra cui Leon Panetta, Capo della Cia e nuovo Ministro della Difesa Americana, Renato Dulbecco, premio Nobel per la Medicina, Cesare Mirabelli, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Segretario Generale della Città del Vaticano.
Il 22 giugno sono molte le personalità attese, che hanno già confermato la loro presenza, da Giuseppe Mussari, Presidente del Monte dei Paschi di Siena, al Senatore Maurizio Gasparri, Elio Costa, Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma e tanti altri illustri ospiti.
Tutti i premiati riceveranno una creazione d’argento, in esemplare unico realizzata dal maestro orafo Gerardo Sacco che rappresenta il codex purpureus rossanensis, prezioso manoscritto conservato nella città di Rossano.
Madrina dell’evento, sarà l'attrice e conduttrice televisiva Manila Nazzaro. Non mancheranno all’appuntamento il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, quello del Lazio Renata Polverini, il Sindaco della città Gianni Alemanno. Saranno presenti anche il Sottosegretario all’Economia Antonio Gentile, il Presidente del Consiglio Regionale Francesco Talarico, il Vice Ministro alle Infrastrutture ed ai Trasporti Aurelio Misiti e l’On. Jole Santelli Vice Presidente Pdl alla Camera.
Come nella scorsa edizione anche quest’anno SJ TELEVISION, la web tv dedicata ai calabresi che vivono in tutto il mondo e che grazie al format televisivo “La Calabria nel Mondo” cerca di promuovere le tradizioni, la cultura, l’enogastronomia, la storia, gli eventi, che sono le eccellenze di un territorio stupendo. Siamo felici ed onorati – spiega l’amministratore delegato Francesco La Gamba- di poter seguire nuovamente questo prestigioso premio dedicato ai calabresi che ogni giorno portano il nome della Calabria in tutto il mondo, ed SJ TELEVISION sta portando avanti da qualche anno questo progetto di valorizzazione e riscoperta del mondo Calabria, per cui ringraziamo il Presidente di C3 International l’On. Peppino Accroglianò per la fiducia rinnovataci anche quest’anno. L’intero evento sarà ripreso e trasmesso successivamente su www.sjtelevision.com e sulle tv nostre partner.
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