mini giornata_biodiversitRiceviamo e pubblichiamo

Dopo il successo dell’anno scorso, che ha visto i volontari del WWF impegnati nell’opera di sensibilizzazione alla conservazione del nostro patrimonio naturalistico nella suggestiva cornice del vivaio forestale “Rosarella” di Serra San Bruno, l’associazione ambientalista invita tutti ad un nuovo appuntamento con la biodiversità e il contrasto alle minacce che incombono su di essa. Attivisti, soci, simpatizzanti e cittadini, domenica prossima, dalle 10,30, saranno ospiti delle splendide strutture di Villa Vittoria a Mongiana, messe a disposizione dal Comando Provinciale del Corpo Forestale che ha risposto con entusiasmo alla proposta del WWF Calabria.

La tradizionale manifestazione del WWF assume quest’anno un carattere particolare, essendo legata alla campagna del WWF Italia denominata “Stop ai crimini di Natura”, una iniziativa finalizzata a far conoscere all’opinione pubblica i pericoli gravissimi che minacciano la biodiversità in tutto il mondo, senza sottovalutare gli attacchi continui che subisce la Natura d’Italia e della nostra regione. Il programma prevede, oltre alla presentazione della campagna nella sala conferenze, l’allestimento di tavoli per raccogliere adesioni, percorsi di interesse botanico e faunistico (a cura del CFS) e una visita al museo delle Ferriere.

Distruzione, alterazione e frammentazione degli habitat naturali, caccia eccessiva, bracconaggio, commercio illegale e introduzione di specie “aliene”, oltre alla minaccia globale rappresentata dal riscaldamento del pianeta determinato dall’effetto serra, sono le sfide quotidiane che il WWF è impegnato a contrastare , con la sola forza dei suoi volontari, degli scienziati e dei milioni di persone, che, in tutto il mondo, sostengono concretamente questa autentica guerra per salvare il pianeta e le irripetibili e meravigliose creature che lo popolano e lo rendono straordinario.

Un impegno di civiltà e di amore che il WWF combatte dal 1961 in ogni regione della Terra per salvare dall’estinzione le ultime Tigri in Asia (ne sopravvivono in tutto 3200) o gli ultimi Rinoceronti sterminati per l’utilizzo del corno nei paesi orientali (della specie che vive a Giava, ne sono rimasti appena una cinquantina!); per non parlare delle poche centinaia di Gorilla di montagna rimasti, che vengono ancora braccati e massacrati per la carne o minacciati dalla distruzione delle loro foreste. Gli stessi elefanti africani, il simbolo stesso della savana, vengono crudelmente abbattuti dai bracconieri al ritmo impressionante di 22.000-25.000 all’anno . Ma l’elenco delle specie animali e vegetali che la terra rischia di perdere in breve tempo è sconvolgente e si allunga ogni giorno che passa, tanto da aver indotto gli scienziati a parlare di una “sesta estinzione di massa ”, dopo le cinque che hanno sconvolto la vita sul pianeta nelle passate ere geologiche. Con la differenza che stavolta, ad essere responsabile della fine di migliaia di specie, è un’altra specie: la nostra.

Del resto gli Italiani e i Calabresi sanno benissimo che l’assalto alla natura e agli animali ha assunto anche da noi il livello di allarme rosso, considerato il continuo massacro del territorio e le minacce che gravano sulla nostra fauna. Un assalto contro cui agiscono, spesso a rischio della vita, i Ranger del WWF in tutto il mondo e, in Italia, 300 eroiche Guardie Venatorie Volontarie che , dalle Alpi alla Sicilia, sacrificano il loro tempo e i loro soldi per salvare orsi e lupi, uccelli migratori o per denunciare gli innumerevoli “Crimini di natura” che vengono commessi quotidianamente in ogni parte dell’ex “Bel Paese”, mettendo a repentaglio la salute dell’ambiente e, con essa, quella degli stessi abitanti. Un drappello di queste autentiche sentinelle dell’ambiente, sotto le insegne del Panda, opera da tempo in Calabria ed è anche al loro impegno quotidiano, così come all’insostituibile ruolo svolto tradizionalmente dal Corpo Forestale dello Stato, che l’appuntamento di Mongiana è dedicato.

Per arrestare la folle corsa verso la distruzione del pianeta (l’unico che abbiamo!), il WWF chiede il sostegno di tutti: sul sito www.wwf/criminidinatura chiunque può informarsi maggiormente sul fenomeno e sostenere la campagna del WWF con una donazione, oltre a diffondere le informazioni e sottoscrivere la petizione per chiedere sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche.


WWF Calabria


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de seta«Può sembrare incredibile, ma in Calabria ci sono ancora persone che vivono come all’origine dei tempi». Nonostante la frase, in apparenza, trasmetta un significato quasi spregiativo, è l’elogio più grande che questa regione abbia mai ricevuto da un maestro come Vittorio De Seta, per il quale l’aspetto primordiale di questa terra rappresenta la sua stessa essenza.

La frase è l’incipit di “In Calabria”, documentario girato da De Seta nel 1993 e distribuito dalla Rai. Il regista racconta la sua Calabria, che diede i natali alla madre e dove lo stesso morì – a Sellia Marina – il 28 novembre 2011.
L’occhio del grande documentarista si apre attraverso lo sguardo nostalgico su un popolo “martoriato” dal progresso. Ogni ripresa è pulita, quasi rituale, è una pura narrazione del rapporto che l’uomo per millenni ha consolidato con la natura: «Ritmi fissati, ritualizzati attraverso i millenni. Cambiare sarebbe stato un rischio».

L’uomo ha fatto tanto per trovare un giusto equilibrio con la natura, per armonizzarsi con essa nel tempo, fin quando non si è sentito come spinto a determinare un cambiamento brusco, andando perfino contro se stesso.
Il racconto della Calabria di De Seta può essere suddiviso in due parti. Nella prima, la macchina da presa valorizza ogni movimento generato dal lavoro manuale: il pastore che pulisce gli arbusti dalla neve per permettere alle pecore di cibarsi, la produzione della cagliata per fare il formaggio, il lavoro dei carbonai, i telai in azione. Uno scambio equo che l’uomo si accingeva a fare con la natura, alla quale attribuiva un «senso divino», basato su principi di solidarietà collettiva. Il bicchiere stracolmo di vino all’osteria – luogo sociale per antonomasia della classe contadina – fa pensare al senso di appagamento condiviso che una persona provava alla fine della propria giornata lavorativa, in netta contrapposizione con l’attuale società sempre più individualistica.

I vicoli dei paesi, quasi semivuoti durante il giorno, sono rusticamente disegnati, ma puliti e accoglienti sentieri che conducono il visitatore alla fervida attività delle botteghe e dei lavori casalinghi. In questo mondo, dove tutto è necessario e niente si spreca, sembra non esserci spazio nemmeno per la spazzatura, sconosciuta alla classe contadina e artigiana. Oggi invece, ogni centro urbano calabrese, spolpato fino all’osso, somiglia alla triste Leonia concepita da un profetico Calvino ne “Le città invisibili”.
Una rara suonata di chitarra battente e mandolino segna la fine del mondo ideale, fatto di agricoltura e artigianato, che cede il passo all’industrializzazione selvaggia, principale causa dell’abbandono e del proliferare dei “non luoghi”.

«L’anima calabrese ha un’impronta orientale. Qui, 5 secoli fa, quando il loro paese fu invaso dai turchi, arrivarono anche gli albanesi. Per quanto abbiano dimostrato un forte attaccamento alle tradizioni e abbiano mantenuto gelosamente la loro lingua, i costumi, il rito greco-ortodosso, hanno convissuto pacificamente con gli abitanti del posto. Quando nessuno soffia sul fuoco delle differenze fra i popoli, la gente semplice è portata a vivere in pace».
Il sogno industriale calabrese è andato distrutto e con esso la genuinità dei rapporti tra uomini e tra uomo e natura. Il centro siderurgico di Gioia mai avviato, sovrastato dalla Corale Greco-Albanese di Lungro, denota un «vuoto spirituale» ed è sintomo del «pericolo incombente sull’umanità». Per De Seta, la Calabria ha solo bisogno di riacquistare la propria identità.

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sette paia di scarpeSERRA SAN BRUNO - Sette paia di Scarpe, la prima fatica letteraria della giovane archeologa serrese Eliana Iorfida, sarà presentata domani, sabato 29 marzo, a partire dalle ore 17.00, a Serra San Bruno nei locali di Palazzo Chimirri.

Interverranno all’evento Bruno Rosi, sindaco di Serra San Bruno; Giovanni Bruno, prefetto di Vibo Valentia; Franca Falduto, responsabile delle consulte studentesche - Ufficio Scolastico Regionale; Demetrio Crucitti, direttore Rai Calabria; Paola Gaglianone, Rai Eri; Mario Bozzo, già presidente della commissione regionale del Premio Letterario "La Giara" e presidente della Fondazione Carical; nonché l’autrice Eliana Iorfida, Giara d'Argento 2013. Nelle vesti di moderatore il professor Tonino Ceravolo. 

Il libro nell’agosto scorso si meritò “la Giara d’Argento”, un importante riconoscimento assegnato al romanzo nell’ambito dell’edizione 2013 del Premio Letterario “La Giara” indetto da Rai Eri; una preziosa opportunità di scouting per scrittori esordienti al di sotto dei 39 anni, la cui premiazione è avvenuta nello splendido scenario della Valle dei Templi di Agrigento.

«Sette paia di scarpe – si legge nella motivazione che spinse la prestigiosa giuria alla consegna del premio – è la storia di Ahida e della sua adolescenza, che sullo sfondo della guerra arabo-israeliana del 2006, ci trasporta in un mondo arcaico, rurale, destinato a metamorfosi profonde, senza tuttavia rinnegare i valori di una tradizione millenaria. Eliana Iorfida, narrandoci la vita del piccolo villaggio nella Jazeera siriana, ci descrive, senza giudizi morali o politici, una società dettata da rigide leggi patriarcali, di cui riconosce i limiti, la durezza, ma anche la forza e l’integrità morale. Di quel mondo ci restituisce i colori, la natura, e un senso profondo di humanitas, di collettività, che ci ricorda la genesi delle nostre radici mediterranee».

Il giovane talento letterario ha tratto aspirazione per la stesura del suo romanzo di esordio, durante una delle tante missioni archeologiche, effettuata tra il 2006 e il 2007, sotto la direzione scientifica del Prof. Buccellati (Università della California), in un territorio, dunque, che può senza alcun ombra di dubbio essere annoverato tra i più caldi e sventurati al mondo. Nonostante i tanti impegni quotidiani, Eliana inizia a scrivere il suo romanzo, in maniera intermittente, nel 2008, lasciandolo in sospeso più volte. Poi nel 2012, una volta ultimata, decide di inviare la sua opera alla sede Rai di Cosenza per prendere parte al concorso. Tra gli autori di riferimento della giovane autrice serrese, Corrado Alvaro, che la stessa Eliana Iorfida riconosce peculiare per essere stato «tra i primi a cogliere l’omogeneità della tradizione mediterranea, la comunanza del Meridione d’Italia coi paesaggi e i volti che popolano la sponda opposta e che io stessa ho potuto apprezzare».

 

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terremoto1783A Soriano Calabro la terra tremò paurosamente alle ore 20.00 di quel tragico 7 febbraio 1783, quando una forte scossa di terremoto - con un’intensità pari all’undicesimo grado della scala Mercalli - mise letteralmente in ginocchio tutto il comprensorio. Una tragedia comunque annunciata visto che nell’arco delle 48 ore precedenti si era registrato uno sciame sismico di, addirittura, 949 scosse che aveva irrimediabilmente distrutto gran parte dei territori della nostra regione e della Sicilia, mietendo oltre 50mila vittime.

Per ricordare quei tragici giorni, a partire dalle 17.00 di ieri fino al prossimo 2 aprile, proprio a Soriano, nei locali della “Galleria Corrado Alvaro”, la Biblioteca Calabrese ha organizzato una mostra artistico-documentaria denominata “La fine del mondo. Terremoto, ferro e fuoco a Soriano nella Calabria Ultra seconda del 1783”, nell’ambito della quale, si racconteranno proprio le tristi vicende del terremoto del 1783 attraverso l’esposizione di rari documenti storici, stampe, incisioni e “puntesecche” risalenti ai secoli XXVIII e XIX.

 

 

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Venerdì, 28 Febbraio 2014 18:10

Il caso Alaco finisce su tuttogreen.it

schiumalaco«Una storia sporca sotto ogni punto di vista - così recita in apertura l’articolo sul bacino idrico dell'Alaco, pubblicato oggi su tuttogreen.it - uno scandalo di cui nessuno parla». Dunque, l’annosa questione del invaso sito in localita Lacina, una piaga ancora aperta per migliaia di calabresi, “conquista” anche la nota platea del portale internet “Tutto Green – guida pratica alla Green Economy”. Il sito, uno dei più importanti dell’intero scenario nazionale, è da sempre sensibile alle questioni ambientaliste e, più in generale, a tutte quelle tematiche utili a migliorare l'impronta ecologista della nostra vita per risparmiare contestualmente salute, soldi ed energia. Un importante punto di riferimento del mondo ecologista, quindi, che riporta numerose guide pratiche per una vita a basso impatto ambientale e che non si esenta, con spiccata sensibilità, di preoccuparsi anche delle questioni più "oscure", intese come quelle vicende, sparse per tutto il mondo, che mettono a repentaglio il nostro ecosistema ma anche e soprattutto la salute dell’uomo.

«Una storia di cui nessuno ne parla», così Erika Facciola, collaboratrice di Tutto Green, etichetta quindi la storia di un lago che ancora oggi – nonostante sia stato posto sotto sequestro quasi due anni fa, nel maggio 2012 – continua ad erogare acqua nelle case di 400mila calabresi stanziati in 88 comuni ubicati, in particolar modo, a ridosso della fascia geografica centrale della nostra regione, fra le province di Vibo, Catanzaro e Reggio.

Unica imprecisione, a chiusura dell’articolo, quando la Facciola asserisce: «È storia recente l’apertura di un’interrogazione parlamentare per far fronte ad un’emergenza divenuta insostenibile», ma solo ed esclusivamente perché le interrogazioni presentate fino ad ora in Parlamento sulla questione Alaco sono, piuttosto, addirittura quattro.

Di seguito il link per leggere tutto l’articolo pubblicato oggi su www.tuttogreen.it

http://www.tuttogreen.it/acqua-pubblica-inquinamento-idrico-privatizzazione-acqua/

 

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certosa allagamentoIl Museo della Certosa - nato nel ‘94 su impulso della comunità certosina di  Serra San Bruno, con lo scopo di rappresentare un importante legame tra la vita monastica ed il resto del mondo – è pronto a ripartite dopo il forte nubifragio che, nel novembre scorso, ha messo a dura prova tutto il comprensorio delle Serre. Infatti, anche i locali del Museo erano stati letteralmente allagati dall’abbondante pioggia caduta circa un mese e mezzo fa.

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Giovedì, 28 Novembre 2013 15:23

Artista per caso. Intervista a Mike Arruzza

«Ma chi? La zia Giuditta? Abitava proprio qui vicino. Vi accompagno». Quando scese dalla sua auto, dopo aver chiesto indicazioni a quella donna anziana e minuta, Mike Arruzza non credette alle sue orecchie. Di scherzi del destino, in verità, l'artista ne ha dovuti fronteggiare tanti, ma mai avrebbe pensato che la prima persona incontrata al suo arrivo a Calabricata potesse essere una diretta discendente di Giuditta Levato.

In quella frazione di Sellia Marina Arruzza non c'era mai stato: il maestoso quadro sull'assassinio della contadina – uccisa all'età di 31 anni, nel 1946, quando era incinta del suo terzo figlio, durante le lotte per la terra tra braccianti e latifondisti calabresi – lo aveva infatti dipinto facendo leva sulla sua fervida immaginazione, partendo da ciò che aveva letto sul movimento contadino dell'epoca. E così una volta giunto sul posto, dopo aver parlato a lungo con la nipote di Giuditta, la sua sorpresa crebbe ancor di più quando vide che quelle pianure coltivate, circondate da colline verdeggianti, erano esattamente come lui le aveva immaginate e riprodotte su tela.

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mini ospedale_serra"Da 3 anni le nostre richieste di incontro per illustrare le grosse criticità in ambito dialisi e nefrologia della rete calabrese non trovano sue risposte". A denunciarlo in una nota è il presidente regionale dell'Associazione nazionale emodializzati Dialisi e Trapianto, Pasquale Scaramozzino, che ha preso carta e penna, scrivendo una lettera al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. "E mentre nel 2010 - prosegue - i problemi erano solo strutturali, per centri dialisi obsoleti e non a norma - Serra San Bruno e il Pugliese Ciaccio di Catanzaro addirittura da terzo mondo - oggi, per blocco del turn over ed ereditate pesanti criticità, i problemi sono aumentati esponenzialmente da chiedere il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza: per carenza di personale medico o per squilibrata distribuzione dello stesso in ambito regionale - al Pugliese Ciaccio di Catanzaro è sottodimensionato l'organico medico del 40%, quello infermieristico del 20% e del 100% quello di operatori sanitari; lacunosa prevenzione delle insufficienze renali oggi in aumento esponenziale; insufficiente campagna di donazione organi mentre aumentano le richieste di trapianto; assenza totale di informatizzazione della rete sanitaria nefrologica e quindi assenza di dati regionali ufficiali; dulcis in fundo la pretesa a danno dei disgraziati dializzati la richiesta di restituzione di rimborsi chilometrici persino agli eredi di dializzati defunti". Tutto questo, secondo Scaramozzino, non fa che determinare ''condizioni di criticità nefrologiche in Calabria e di ostracismo verso i dializzati, trapiantati e nefropatici, in specie nel territorio della provincia di Vibo Valentia, abbandonata al suo destino per politiche partigiane. Questo territorio - il mio di nascita e per questo sempre nel cuore - è stato spogliato letteralmente della Unità Complessa di nefrologia diversamente da altri territori non certo più importanti. Quali sono i motivi? Mi permetta di evidenziare - dati in nostro possesso - che mentre in Calabria il rapporto tra dializzati e popolazione è 1/1479 (anno 2010) nel vibonese è 1/971( dati recenti) con aggravio per le casse della sanità vibonese di 3 milioni l'anno. Questo dovrebbe allarmarla. Per questo chiediamo una conferenza dei servizi come prevista dal DL 502/92 articolo 14 comma 4. Perché signor Presidente , ad un anno dall'approvazione del Dpgr 170, i responsabili boicottano il varo di tale decreto che da solo consentirebbe di risparmiare e soprattutto gestire ottimamente dal centro i dializzati? Con l'applicazione di tale decreto vi è la certezza di uniformità di cura e migliore distribuzione dei centri dialisi sul territorio come riportato nell'allegato 5 del richiamato decreto, frutto della collaborazione con la nostra associazione. Per l'importanza delle segnalazioni fatte, sono convinto che stavolta ci darà un riscontro".

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mini casa_sanaLa casa è un po’ come la nostra terza pelle. Infatti, dopo l'epidermide ed i vestiti, sono proprio le strutture domestiche a fungere da tramite tra noi ed il mondo che ci circonda. Anche per questo è importante ripensare il ruolo dell’abitazione in cui trascorriamo la maggior parte delle ore della nostra vita, immaginandola non più come una scatola asettica o un contenitore impenetrabile che isola chi la vive dall’ambiente esterno, ma piuttosto come un luogo - allo stesso tempo - protettivo ed aperto. Pronto ad accogliere ed assorbire le positività energetiche offerte dalla natura: il sole, l’umidità atmosferica, il vento e tutte le risorse ambientali preziose che l’uomo potrebbe sfruttare al meglio per fare della propria casa un luogo altamente confortevole, nel pieno rispetto delle più disparate necessità abitative e delle proprie disponibilità economiche, ed in cui i costi di gestione e manutenzione siano ridotti al minimo.
 
Se ne discuterà dalle 17, sabato prossimo a Serra San Bruno, dove l’Ing. Biagio Rachiele, il dottor F. Rocca (Gruppo CasaSana) ed il progettista Ing. M. F. Russo – durante il primo convegno “Obiettivo CasaSana: confort chiavi in mano” - avranno la possibilità di illustrare - in un incontro aperto agli addetti ai lavori, agli operatori del comparto edile e a tutta la cittadinanza - i vantaggi del possedere una casa eseguita secondo tutti i crismi sanciti dalla bioarchitettura e dalla bioedilizia d’avanguardia. Un appuntamento unico quindi, sul territorio delle Serre calabre, per acquisire tutte le informazioni utili a conoscere meglio i segreti di queste nuove soluzioni abitative sempre più diffuse nel mondo della costruzione di case private, edifici commerciali ed industriali. 
 
Durante lo stesso evento, tutti i partecipanti avranno la possibilità di ottenere un preventivo ed un audit energetico “intelligente” completamente gratuito.
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mini giganti"Salvador era un uomo, vissuto da uomo, morto da uomo, con un fucile in mano". In questo modo i Nomadi di Augusto Daolio ricordavano la figura dello "sfortunato" Salvador Allende, che si vide sottrarre la vita ma soprattutto il sogno de La vía cilena al socialismo sotto il famoso "cielo grigio di piombo" cileno.
 
L'11 settembre è una data storica, ricordata per ovvi motivi, soprattutto per la misteriosa caduta delle Torri Gemelle nel 2001. Ma esiste chi, per fortuna, non si sottopone alla prova del paraocchi e riesce a guardare anche oltre le cose per non essere sempre costretto ad espletare pianto da prefica sotto l'iniezione mediatica.
 
Sempre nel rispetto di tutte le vittime del mondo, l'essere umano che racconta le cose - sola facoltà che lo rende diverso dall'animale - dovrebbe avere la sensibilità di vedersi al centro "del mondo", non di "un mondo", per dare un senso differente alla propria vita.
Se l'11 settembre del 2001 qualcuno cercava di porre un freno ai soprusi e all'egemonia economica degli Stati Uniti o, se gli stessi avevano pianificato, con l'ingordigia dei banchieri, di impietosire il mondo, per il momento non lo sapremo... di sicuro sappiamo che, sempre con lo zampino degli imbellettati a stelle e strisce, l'11 settembre del 1973 si spegneva il sogno di una nazione, il Cile.
Questo per dire che la Storia ha il diritto di essere ricordata, tutta non a singhiozzi, e nel suo piccolo l'associazione politico-culturale "Rinascita per Cinquefrondi" (costola del collettivo Onda Rossa) ha cercato di sensibilizzare la gente con la riuscitissima manifestazione "Rinascita in Festa", una  4 giorni svoltasi dal 3 al 6 settembre scorso nel Parco Matteotti della cittadina di Cinquefrondi,  fatta di fiera, mostre, installazioni, musica, dibattiti politici, giochi per bambini, teatro, dj-set e cucina tipica calabrese.
 
Gli eventi culmine di ogni giornata sono stati gli Effetto Serra martedì 3 settembre, Mimì Sterrantino e gli Accusati mercoledì 4, gli Etnosound giovedì 5 e gli intramontabili Inti-Illimani venerdì 6 settembre a chiusura della manifestazione con la partecipazione dell'associazione culturale "Il Brigante" di Serra San Bruno che si è esibita lungo le vie di Cinquefrondi  col tradizionale ballo dei giganti.
 
Con la loro data cinquefrondese, gli Inti-Illimani  hanno dato via al loro tour italiano partendo proprio dalla Calabria. Prima che gli stessi si esibissero, alle ore 19, i membri di Rinascita hanno avviato un dibattito politico con gli Inti-Illimani, portavoce Jorge Coulón Larrañaga (da sempre nel gruppo anche dopo lo smembramento che ha portato alla formazione degli Inti-Illimani Histórico nel 2004). Jorge Coulón ha raccontato ai presenti la sua esperienza italiana, un'esperienza bellissima ma "costretta" di seguito al golpe cileno dell'11 settembre del 1973. Gli Inti-Illimani, che all'epoca avevano cominciato il loro primo tour europeo, vengono avvisati da un fan il quale poco prima aveva appreso la notizia in Tv: "In Cile si è consumato il colpo di Stato. Pinochet ha preso il potere". Dapprima si pensa ad una cosa da niente, effimera, che morirà sul nascere... rendendosi conto del contrario, gli Inti-Illimani ottengono quindi il diritto di asilo politico rimanendo in Italia dal 1973 al 1988.
 
Non sono mancati nel dibattito i confronti territoriali tra Cile e Italia e la critica al sistema di annientamento della cultura che relega sempre agli ultimi posti l'Istruzione e la Sanità e il ritorno delle destre al potere, anche in Cile. Fenomeni che potranno essere sconfitti solo attraverso una rivoluzione culturale.
Alle ore 22:30 gli Inti-Illimani salgono sul palco, una miriade di persone giunte da tutte le parti della regione per ascoltarli. Eccelsi virtuosismi musicali e tutti i componenti del gruppo che alla fine di ogni pezzo si cambiano gli strumenti con la facilità e naturalezza di una stretta di mano, ad incantare un pubblico fremente di gridare il proprio inno: El pueblo unido jamás será vencido!   
 
Ci avviciniamo dunque all'11 settembre, data indimenticabile per ovvi motivi, come si ricordava sopra... Giustissimo ricordare le vittime del 2001, ma, soprattutto gli italiani e il mondo tutto non possono non ricordare le vittime del 1973 in Cile, quando la nostra nazione dimostrò coraggio offrendo asilo politico agli Intilli-Imani, del tutto ignari di ciò che gli sarebbe potuto accadere se quell'11 settembre si fossero trovati in una qualsiasi altra meta europea. 
 
 
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