mini premio fotoRiceviamo e pubblichiamo

I calabresi del mondo si incontreranno a Roma il prossimo 22 Giugno per la XXI edizione del Premio Internazionale “La Calabria nel Mondo”. Un compleanno importante per l’associazione C3 International guidata dal suo Presidente On. Peppino Accroglianò che, da più di 25 anni, lavora per promuovere l’immagine della Calabria e favorirne lo sviluppo attraverso la promozione culturale. L’evento sarà ospitato presso la Sala Protomoteca del Campidoglio e sarà preceduto da un convegno dal titolo: "Orizzonte 2020. L' Innovazione nell'area del Mediterraneo, strumento di crescita e sviluppo contro la crisi".
Centinaia le personalità che hanno ricevuto il premio nel corso degli anni tra cui Leon Panetta, Capo della Cia e nuovo Ministro della Difesa Americana, Renato Dulbecco, premio Nobel per la Medicina, Cesare Mirabelli, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Segretario Generale della Città del Vaticano.
Il 22 giugno sono molte le personalità attese, che hanno già confermato la loro presenza, da Giuseppe Mussari, Presidente del Monte dei Paschi di Siena, al Senatore Maurizio Gasparri, Elio Costa, Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma e tanti altri illustri ospiti.
Tutti i premiati riceveranno una creazione d’argento, in esemplare unico realizzata dal maestro orafo Gerardo Sacco che rappresenta il codex purpureus rossanensis, prezioso manoscritto conservato nella città di Rossano.
Madrina dell’evento,  sarà l'attrice e conduttrice televisiva Manila Nazzaro. Non mancheranno all’appuntamento il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, quello del Lazio Renata Polverini, il Sindaco della città Gianni Alemanno. Saranno presenti anche il Sottosegretario all’Economia Antonio Gentile, il Presidente del Consiglio Regionale Francesco Talarico, il Vice Ministro alle Infrastrutture ed ai Trasporti Aurelio Misiti e l’On. Jole Santelli Vice Presidente Pdl alla Camera.
Come nella scorsa edizione anche quest’anno SJ TELEVISION, la web tv dedicata ai calabresi che vivono in tutto il mondo e che grazie al format televisivo “La Calabria nel Mondo” cerca di promuovere le tradizioni, la cultura, l’enogastronomia, la storia, gli eventi, che sono le eccellenze di un territorio stupendo. Siamo felici ed onorati – spiega l’amministratore delegato Francesco La Gamba-  di poter seguire nuovamente questo prestigioso premio dedicato ai calabresi che ogni giorno portano il nome della Calabria in tutto il mondo, ed SJ TELEVISION sta portando avanti da qualche anno questo progetto di valorizzazione e riscoperta del mondo Calabria, per cui ringraziamo il Presidente di C3 International l’On. Peppino Accroglianò per la fiducia rinnovataci anche quest’anno. L’intero evento sarà ripreso e trasmesso successivamente su www.sjtelevision.com e sulle tv nostre partner.

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Venerdì, 01 Giugno 2012 10:49

Il Prisma/14. Passione

mini IMG_0136_800Il Prisma (rubrica fotografica settimanale a cura di Filippo Rachiele).

La copertina della rubrica si intitola "Pianoforte".

"C'è a chi piace suonare, a chi cantare e a chi scrivere libri a me piace scattare foto..." 

La bellissima modella Ilaria Panaia.

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Giovedì, 31 Maggio 2012 15:08

Pane, olio, terra e pomodoro

mini contadine-1-Analizzando le Serre sotto un profilo economico, vorrei porre all’attenzione di quanti abbiano la pazienza di leggere queste mie riflessioni, un quadro di quanto in questo momento è il potenziale produttivo del territorio e della sua popolazione. Negli ultimi trent’anni in particolar modo, l’indotto di danaro viene soprattutto dal terziario e cioè dalla produzione di servizi, cosa che ha fatto da volano per quel periodo di cementificazione selvaggia che ha permesso l’arricchimento di pochi, la devastazione del paese dal punto di vista urbanistico e la sopravvivenza nel mondo edile di qualche impresuccia satellite. Intanto, perché la televisione ci ha detto che eravamo tutti uguali, che tutti potevamo diventare Ridge Forrester o una velina, abbiamo abbandonato quella che era la nostra ricchezza, per rincorrerne un’altra, frivola e inconcreta. Nel momento poi, di totale smantellamento dei servizi in Serra, l’Ospedale, a prescindere dalla vitale importanza sanitaria, era diventato la nostra “fabbrica”. Servizi azzerati e azzerata l’edilizia, la situazione è al collasso.

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mini il-quarto-stato_pellizza-da-volpedo_primo-maggioLa crisi economica, la recessione sempre più martellante, l’incapacità di iniziative valide a far ripartire l’economia devono costringere il nostro paese a fare una tardiva, ma legittima, riflessione su ciò che siamo in grado di fare, di produrre, di immettere in ingente quantità e qualità nei mercati. Da troppi anni ormai il primario non rientra più nei piani di sviluppo economico locali e nazionali. Ma proprio alla luce del momento poco favorevole, l’agricoltura dovrebbe essere considerata un settore di base da cui ripartire. L’ultimo vero comparto, almeno in questo territorio, dell’economia reale.

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Mercoledì, 25 Aprile 2012 12:41

Il 25 aprile di Sharo: la memoria e l'orgoglio

mini DSCN8474Di seguito pubblichiamo uno scritto di Marinella Gambino in memoria del padre Sharo, compianto giornalista e scrittore morto il 25 aprile 2008.

Dal giorno della scomparsa di Sharo Gambino siamo stati testimoni di una mobilitazione straordinaria. Il mondo della cultura, la gente comune, la Calabria intera, parte dell'Italia, hanno voluto rendere omaggio alla figura dello scrittore, con una tale ricchezza di sentimenti, quale noialtri familiari non ci saremmo mai aspettata. Una partecipazione ampia e generosa, un affetto travolgente di cui siamo sentitamente grati. Nel mio modo di vedere, ho sempre ritenuto che mio padre, per le sue esequie, immaginasse qualcosa di esattamente eguale ai funerali del suo personaggio Mariano D'Alife, nel romanzo 'Concerto in re maggiore':

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mini sharo_gambinoDurante un incendio nel bosco, mentre tutti gli animali fuggivano, un passerotto volava in senso contrario con una goccia d'acqua nel becco. "Chi volarissi mu fai!" Gli chiese il cinghiale. "Vajiu e astutu lu fuocu!" Rispose l'uccellino. "Cu 'na guccia d'acqua?" Disse il cinghiale con un ghigno beffardo. Ed il passero, proseguendo il volo, rispose: "Jio la parti mia la fazzu. Si la faciti puru vui....". A questa  “paravula” rispolverata nell’archivio dei ricordi paterni, Valerio, figlio di Luzzetto Pelaia (e della mia cara maestra Palma), compagno di infanzia di Sharo, commenta citando Baruch Spinoza: “C'è dietro una visione classica e spinoziana (deus sive natura) al contempo della vita. Una salvaguardia per non farsi travolgere dalla follia di questo mondo...”. E sì, la follia di questo mondo. Folle per certi versi, ma se tutti, come quel passerotto, facessimo la nostra parte, sarebbe possibile anche spegnere quel fuoco. Allora capiamo l’importanza che la stampa libera, popolare, fatta dal “basso” del proletariato, da gente che non ha bisogno di fare notizia per veicolare l’informazione e soggiogare le masse con questa potente droga che è la televisione

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Sabato, 31 Marzo 2012 17:00

Il Prisma/5. Il Fiore della passione

mini IMG_0136_800Il Prisma (rubrica fotografica settimanale a cura di Filippo Rachiele).

La copertina della rubrica si intitola "Pianoforte".

"C'è a chi piace suonare, a chi cantare e a chi scrivere libri a me piace scattare foto...".

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Giovedì, 22 Marzo 2012 15:00

'Io voglio testimoniare'

mini manifestazione_libera_studentiDi seguito pubblichiamo uno scritto di Maria Rita Andreacchi, 18enne studente dell'istituto "Einaudi" di Serra, che la stessa autrice ha letto durante la cerimonia della XVII Giornata della memoria e dell'impegno delle vittime innocenti delle mafie che Libera ha voluto organizzare a Serra San Bruno.

"Io voglio testimoniare", una frase, un'affermaizone, una rivoluzione, per molte persone un'ancora di salvezza da un mondo marcio, squallido, senza coscienza e senza un birciolo d'amor proprio. Un mondo fatto di tradimenti, omicidi, dolore e terrore; dal quale si rischia di venire risucchiati a poco a poco senza accorgersene. Da sempre però, ci sono stati uomini, anzi eroi, che hanno cercato di ribellarsi a questo stato di cose e che grazie al loro lavoro e al loro coraggio sono riusciti a portare avanti la battaglia del mondo, contro quel male oscuro che è la mafia.

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mini dom_jacques_dupontLa visita del 9 ottobre scorso del Santo Padre Bendetto XVI alla Certosa di Serra San Bruno ha offerto alcuni spunti di riflessione sul significato della vita certosina, del silenzio e del ruolo del monaco che vigile come “un mozzo” scruta l’orizzonte e perciò il futuro. Da qui sono nate delle domande che abbiamo posto al Padre Priore della Certosa Dom Jacques Dupont che ha accolto il Papa e che vive la vita certosina fatta di clausura, preghiera e silenzio, ormai da oltre quaranta anni, facendo lo stesso percorso dalla Chartreuse di Grenoble alla Certosa di Serra che oltre mille anni fa, fu quello di Bruno da Colonia.

La recente visita di Sua Santità Benedetto XVI alla Certosa di Serra San Bruno è stata un fondamentale atto di riconoscenza nei confronti della spiritualità certosina, lo stesso Santo Padre ha definito questo luogo come “Cittadella dello Spirito”. Dopo questa visita, nel cuore dei certosini possiamo dire che sia nata qualche consapevolezza in più?

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Venerdì, 02 Marzo 2012 21:22

Tav e gli amici degli amici

mini Auto-bruciate-No-Tav-Val-SusaIl velo di omertà e la protezione da ambo i lati, che la politica sta offrendo sull'alta velocità Torino-Lione è un caso rarissimo, specialmente per come è intesa la politica in questi ultimi anni. Plausibile pensare che i nostri cattivi conterranei abbiano messo radici anche in Val di Susa. E la ‘ndrangheta che offre sempre il solito servizio di raccolta voti. E la mala mette mano. Cosa hanno promesso i partiti alla 'ndrangheta? La Tav è un'opera da 22 miliardi di euro.
Negli ultimi giorni in Val di Susa hanno bruciato le auto di alcuni manifestanti (foto). Davvero vogliamo essere così miopi e ingenui da pensare che siano stati incendi accesi dagli stessi No Tav o dalla polizia? E a che scopo? Perino, uno dei leader dei No Tav si vede recapitare a casa questa lettera: «Brutto figlio di puttana, le stalle che abbiamo bruciato erano solo un avvertimento. Ora passeremo ai cristiani: vi veniamo a prendere mentre dormite, vi scanniamo come maiali e vi squagliamo nell'acido». E questo tipo di missive, in Calabria le conosciamo molto bene. Le lotte per la difesa dei territori, si somigliano, come per l’acqua nelle serre, per la terra nella Val di Susa.
Il procuratore di Torino Caselli parla di un «inquietante intreccio tra criminalità organizzata e politica». Incontri al bar, telefonate. Da una parte deputati, consiglieri regionali, funzionari pubblici, dall'altra pluripregiudicati, boss e capi di locale. L'operazione Minotauro portava nelle carceri politici, tra i quali Nevio Coral, già sindaco di centrodestra di Leinì (Torino) per 30 anni e suocero dell'assessore regionale alla Sanità, Caterina Ferrero, del Pdl. 
Ecco, quel piccolo comune – il più occidentale d’Italia – è stato il primo comune al di fuori del Meridione ad essere sciolto per infiltrazioni mafiose: era il 1995. Ma i lunghi tentacoli della ‘ndrangheta avevano raggiunto la Valle di Susa almeno da quaranta anni: da quando, cioè, a metà degli anni ’50 un giovane muratore originario di Marina di Gioiosa Ionica venne mandato al confino da quelle parti. Si chiamava Rocco Lo Presti, e nel giro di pochi anni assume sempre più la direzione del boom associazione mafiosa edilizia che stava conoscendo la zona, costruendo case, palazzi e residence e riuscendo a reclutare manodopera a basso prezzo. Gioiosa e Siderno in progress. Come al solito. Invece di conoscere Siderno per la sua bellezza, per Peppe Correale, per Peppe Fragomeni, esportiamo malacarne. Maledetti. Ma continuiamo il nostro racconto.Visto che s’era ambientato così bene, Lo Presti consigliò a suo cugino di trasferirsi a Bardonecchia. E così arriva anche Francesco Mazzaferro, titolare di un’impresa di movimento terra che ottiene presto il monopolio del settore nella zona che va da Bardonecchia a Sauze d’Oulx, tanto che nei cantieri, secondo le cronache del tempo, si vedono solo autocarri targati RC. Negli anni, dopo qualche guaio con la giustizia - reclusione a causa di un condanna per omicidio non confermata in appello -, Lo Presti fa subito carriera imprenditoriale, un benefattore capace di dare lavoro a migliaia di persone e di garantire investimenti faraonici. “Ha rappresentato un pezzo della storia economica dell’Alta Valle e della località olimpica”, scrive un giornale locale in occasione della sua morte, avvenuta nel gennaio del 2009. Peccato che pochi giorni prima, però, “zio Rocco” fosse stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Aveva infatti organizzato una vera e propria deportazione. Piaceva agli operai (perché veniva garantito loro un lavoro) e soprattutto ai costruttori (che evitano così grane sindacali e risparmiavano sui contributi). Un rapporto della Commissione parlamentare antimafia, nientemeno che del 1974, evidenziò che “qualcosa di nuovo, qualcosa di strano ha rotto l’equilibrio di sempre. Si sono verificati fenomeni di delinquenza organizzata con caratteristiche del mondo mafioso: massicci casi di intermediazione, collocazione abusiva, sfruttamento e decurtazione salariale, racket”, e stimò che quasi l’80% della forza lavoro venisse reclutata attraverso canali illegali.E in Rosarno intanto ci si scandalizza perché Coca Cola acquistava arance dai negrieri rosarnesi.Quei poveri ragazzi, schiavi come nel Mississipi. La tecnica mafiosa dello schiavismo è sempre quella. Perché una ‘ndrina calabrese riesce ad attecchire in maniera così profonda in una regione straniera? Semplicemente perché è in grado di gestire in maniera efficiente il mondo del lavoro locale, fatto di appalti e di controllo della manodopera. E di lavoro, in quegli anni, nei pressi di Bardonecchia ce n’è tantissimo: ottomila alloggi, per 1 milione e 20mila metri cubi di cemento, vengono tirati su alla fine degli anni ’60, senza considerare tutte le costruzioni abusive (stimabili in 2 mila unità). E poi quelli sono gli anni della costruzione del traforo del Frejus: un investimento da 170 miliardi di vecchie lire di allora (una situazione non diversa da quella che la Val di Susa sta conoscendo oggi). Quest’improvvisa espansione edilizia portò all’esaurimento della manodopera locale e all’impossibilità, da parte delle piccole aziende di Bardonecchia, di intraprendere i lavori. Ed è qui che entra in gioco la ‘ndrangheta: molte imprese cominciano ad arrivare dalla Calabria, su consiglio di Lo Presti e di Mazzaferro, e si gettano a capofitto sugli appalti, divenendone i padroni assoluti. In un verbale steso nel 1987 dagli ispettori inviati dal prefetto di Torino si legge: “tra la cittadinanza di Bardonecchia è diffusa l’opinione che per intraprendere in quel luogo una qualunque attività commerciale sia necessario il parere favorevole del Lo Presti”. Si ficia Sindacu. Unità d’Italia, all’incontrario. I Savoia grandi criminali hanno invaso la Calabria. Ora i grandi criminali calabresi colonizzano il Piemonte. E attaccano i compagni con la stessa subdola tecnica che attaccano noi. Ma dai territori dobbiamo ripartire, senza mollare, perché se perdono una volta sola, cominceranno a perdere sempre.

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