mini Nonsolo_Tango_Quartet__Eva_Petruzzi_e_Francesco_Panei2SERRA SAN BRUNO - L’8 gennaio scorso i "Nonsolo Tango Quartet", (Fabio Ditto, violino; Giovanni Smiroldo, fisarmonica; Michele Cosso, contrabbasso; Francesco Silvestri pianoforte), si sono esibiti a Serra San Bruno presso i locali di palazzo Chimirri. A completare il concerto assieme al quartetto, i campioni internazionali di Tango argentino Eva Petruzzi e Francesco Panei. L’esibizione dei "Nonsolo Tango Quartet" rientra nell’ambito del progetto culturale della Provincia, ideato e curato dall’assessore Rossella Valenzisi per il calendario degli eventi natalizi. Dopo l’introduzione avvenuta col tango in chiave moderna di Richard Galliano ("Tango pour Claude"), il maestro Francesco Silvestri ha preso la parola per presentare il progetto. La formazione nasce nel 2002 con lo scopo di esplorare linguaggi musicali tipici del Novecento: il tango della tradizione argentina, il nuevo tango di Astor Piazzolla, le composizioni di George Gershwin e le atmosfere di Kurt Weill. Il repertorio dei "Nonsolo Tango", oltre a diffondere l’affascinante tradizione popolare del Tango argentino, abbraccia la musica da film, tra cui le indimenticabili composizioni di Ennio Morricone, Nicola Piovani, Luis Bacalov e tanti altri.

Il concerto di domenica scorsa si è svolto in due parti: nella prima - omaggio alla tradizione popolare argentina - sono stati eseguiti "Oblivion", "Decarisimo", "Adiòs Noniño", "Invierno Porteno" e "Milonga de la Anunciation" di Piazzolla, e "El Choclo" di Villoldo. Mozzafiato la perfomance, intrisa di genuino erotismo, della coppia di ballerini Eva Petruzzi e Francesco Panei, maestri nel tenere incollato il pubblico ai suadenti sviluppi dei passi del Tango. La seconda parte del programma è stata caratterizzata dalla musica da film. I "Nonsolo Tango", hanno interpretato "Nuovo Cinema Paradiso" e "Metti una sera a cena" di Ennio Morricone; "Por una cabeza" di Carlos Gardel; "Il postino" di Luis Bacalov; "La vita è bella di Nicola Piovani" e "Morena" di Esteban Morgado.

Dulcis in fundo, preferendo ancora le composizioni di Piazzolla, a chiusura del concerto è stata eseguita la trascinante "Libertango". Una serata culturale di altissimo livello, dove però è mancata la rappresentanza comunale, rea, forse, di non aver pubblicizzato l’evento nonostante giorni addietro il materiale promozionale fosse stato recapitato agli amministratori del Comune. 

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mini mastro bruno-cimiteroParole, musica, immagini. Parole sussurate con un nodo in gola; parole urlate ma a denti stretti; parole che fremono e mutano sino a diventare musica, rincorrendosi tra i giochi di ombre e luci che addobbano la sala. Parole, musica e immagini che, ospitate nell’elegante cornice di Palazzo Chimirri, hanno dato vita ad una manifestazione, poliedrica e coinvolgente, dedicata al poeta “Mastru Brunu Pelaggi” in occasione della ricorrenza del primo centenario della sua morte. Un evento completamente autofinanziato, nato dalla sinergia tra l’associzione culturale “Il Brigante” e il Vizzarro.it, il cui obiettivo era quello di omaggiare e far rivivere un artista eclettico e geniale, un uomo tanto umile quanto rivoluzionario, un serrese semplicemente speciale, come pochi altri purtroppo, a cui la cittadina della Certosa ha avuto l’onore di dare i natali.

La due giorni dedicata a Bruno Alfonso Pelaggi, “Mastru  Brunu” per i serresi, è iniziata con un convegno dal titolo “Mastro Bruno e la poesia di protesta”. Il dott. Cesare Pelaia, pronipote del poeta, il prof. Tonino Ceravolo, studioso e storico, e l’antropologo Luigi de Franco, sono i relatori che hanno ripercorso e analizzato la figura personale e letteraria di quello che in molti erroneamente definiscono “il poeta-analfabeta”. Al tavolo dei relatori ha dato il suo prezioso e toccante contributo anche Franco Gambino, fratello del compianto Sharo, la cui storia personale è intimimamente legata a quella della famiglia Pelaggi.

E' stata ripercorsa la storia dell’Unità d’Italia, sono stati raccontati gli anni che hanno forgiato il Mastro Bruno uomo, prima che il poeta che conosciamo. Sono stati fugati alcuni dubbi, primo tra tutti quello che lo voleva analfabeta. E' toccato al prof. Ceravolo spiegare come, ritiratosi stanco al tramonto, dopo aver scolpito il granito per tutto il giorno, il Pelaggi, invece che scriverli di proprio pugno, preferisse dettare i suoi componimenti alla figlia Maria Stella. Due ore intense e ricche di storia, due ore volate via tra cultura popolare, antropologia, letteratura, preziosi ricordi personali e soprattutto, sconfinato amore per la propria terra.

La seconda parte della kermesse ha preso il titolo di “Scarpidhati”, uno spettacolo realizzato dalle Officine Teatrali “Il Brigante”, con musiche del maestro Sergio Di Giorgio (sorprendente polistrumentista, tra i fondatori dei Re Niliu) e del maestro Vittorio Russo (pianoforte), con la partecipazione degli “Autori Appesi”.

Con “Scarpidhati” gli autori - il collettivo di scrittura Ulucci Alì - ripercorrono, come già fatto nel convegno pomeridiano ma con altri strumenti espressivi, la storia della Calabria pre e post Unità d’Italia. Lo fanno dal punto di vista di chi, come Mastro Bruno, quella cupa epoca l’ha vissuta e ce l’ha tramandata attraverso testimonianze, cronache dell’epoca, poesie, musiche e immagini tanto interessanti quanto suggestive. Uno spettacolo entusiasmante e coinvolgente capace di far rivivere ai presenti in sala, la stessa rabbia, la stessa delusione e la stessa sensazione di impotenza, che le genti del tempo nutrivano quotidianamente nei confronti di una storia, quella dell'Unità d'Italia, non certo portatrice di prosperità per le popolazioni del sud.

Quattro attori, nella veste di narratori, tengono il tempo della serata mentre, come in un’altalena di musica e parole, le poesie di Mastro Bruno, si alternano alle note di una musica la cui origine si perde nella notte dei tempi. Nelle “storie” del poeta-scalpellino ognuno degli spettatori si riconosce e nelle umiliazioni che la gente comune era costretta a subire tutti trovano allarmanti similitudini col nostro tempo.

Manifestazione perfettamente riuscita dunque. Sala gremita, posti a sedere tutti occupati ed un bel po’ di gente che pur di assistere si è accontentata di rimanere in piedi. Ad ogni modo, sicuramente, malgrado il successo non c'è stata tutta la gente che avrebbe dovuto esserci.

Cerimonia molto sentita anche stamattina al cimitero di Serra San Bruno, dove il parroco don Gerardo Letizia ha celebrato una messa in suffragio di Bruno Pelaggi, benedicendo l'ossario che ospita il poeta. I bellissimi versi di "Alla Vergine Maria", declamati nello stesso luogo, hanno accompagnato gli ultimi momenti della celebrazione.

Il 6 gennaio del 1912 Serra perdeva uno dei suoi figli migliori e con Serra lo perdeva anche la Calabria ed il meridione tutto. Ieri, 6 gennaio 2012, a ricordare i primi 100 anni della morte di uno dei più grandi artisti che la nostra terra abbia mai avuto, a ricordare uno dei più eccelsi “Mastri di la Serra”, non c’era tutto il paese com’era lecito aspettarsi ma c’erano “soltanto” 250 persone. Che fine ha fatto l’orgoglio serrese? Che fine ha fatto l’amore per una terra ricca di tradizioni  e storia, la nostra storia? Che fine hanno fatto i serresi?

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