galleria liminaIl passo della Limina rappresenta il confine naturale tra il massiccio dell’Aspromonte e la catena delle Serre Calabre. Un lieve crinale – che raggiunge nel punto massimo di altezza poco più degli 800 metri sul livello del mare - e che funge anche da collegamento tra il versante Jonico e quello Tirrenico nella parte più meridionale della nostra regione. Il toponimo “Limina” indica quindi proprio il punto geografico in cui finisce l’Aspromonte ed iniziano le Serre.

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mini san_calogeroLa carenza di giudici in servizio presso il Tribunale di Vibo Valentia sta mettendo a serio rischio prescrizione una delle più importanti inchieste in materia ambientali dell’intero territorio provinciale. Un’inchiesta – condotta dalla Procura e dalla Guardia di Finanza – che, tra il 2009 e il 2010, aveva scoperchiato l’annosa questione “Fornace Tranquilla” di San Calogero: un’ex fabbrica di laterizi ufficialmente dismessa, ma dove in realtà sono state smaltite illegalmente per ben 7 anni, circa 135mila tonnellate di rifiuti pericolosi. Ceneri e fanghi industriali provenienti dalla centrale a carbone Enel “Federico II” di Brindisi, ammassi in un’area di 150 metri quadri. Il presunto smaltimento illecito dei rifiuti, avrebbe fruttato agli imputati un risparmio di oltre 18 milioni di euro.
 
Anche le associazioni, in primis il Wwf, si sono costituite parte civile nel processo, ma nell’udienza dello scorso 24 novembre – presieduta da un giudice onorario – non era presente neanche il pm titolare dell’inchiesta. Il processo è stato quindi rinviato al 2014. Cosa che rende il rischio prescrizione ormai assodato. Insomma, in definitiva sia il filone inerente alla gestione non autorizzata dei rifiuti, al traffico e l’illecito smaltimento degli stessi (effettuati fino al 2007), sia quello riguardante il reato di disastro ambientale (fino al 2009) rischiano di chiudersi con un nulla di fatto.
 
Secondo gli inquirenti i rifiuti tossici (metalli pesanti, solfuri, cloruri, floruri, nichel, selenio, stagno e vanadio) venivano ufficialmente classificati come non pericolosi, destinati al rimpiego del ciclo produttivo. In realtà venivano interrati proprio nel terreno dell’ex “Fornace Tranquilla” limitrofo agli agrumeti. Il CTU dell’accusa non ha escluso «la concreta e reale possibilità che i componenti pericolosi presenti in abbondanza nel sito potessero essere diffusi nell'ambiente circostante». Infatti, inseguito alla conclusione delle indagini, all’epoca il prefetto di Vibo, dispose la distruzione di tutti i prodotti agricoli coltivati nell’area interessata. 
 
Tra le 12 persone per cui era stato disposto il rinvio a giudizio vi erano: Giuseppe Romeo, 67 anni di Taurianova (incaricato della gestione dei rifiuti che arrivavano all'impianto), Stefano Romeo, 34 anni di Taurianova, Umberto Acquistapace, 80 anni di Rosarno (legale rappresentante della S.r.l. “Fornace tranquilla”) e Angelo Vangeli (dipendente e ragioniere della società). A cui si aggiungono i responsabili delle società detentrici dei rifiuti e incaricate del trasporto: Vito Sabatelli, 56 anni di Cisternino (titolare dell'omonima impresa individuale), Antonio Roma, 70 anni di Carovigno (aministratore unico della “Società lavori ecologici S.r.l.”), Angelo Ippolito, 39 anni di Monopoli (rappresentante legale della “Sotram S.r.l.”), Giuseppe Antonio Marraffa, 49 anni di Carovigno (rappresentante legale, dal 2003 al 2006, della “Ecoservizi S.r.l.”), Vito Antonio Sacco, 53 anni di Carovigno (amministratore unico, fino al 2003 e dal 2006, della stessa azienda). Infine gli uomini Enel: Luciano Mirko Pistillo, 54 anni di Rovigo (responsabile dell'unità di business della centrale di Brindisi dal 2003 al 2006), Carlo Aiello, 49 anni di Brindisi (responsabile della liena movimentazione materiali, compresi i rifiuti della “Federico II”), Diego Baio, 55 anni di Roma (dal 2001 al 2006 responsabile “Esercizio Ambiente e Sicurezza” della centrale a carbone).
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mini cimitero_spadolaGià da diversi giorni si era diffuso il malcontento da parte di numerosi cittadini, riguardo alle condizioni in cui versa attualmente il cimitero di Spadola. Molti hanno lamentato il fatto che fra i loculi dei cari defunti, l’aria sia diventata letteralmente irrespirabile. La maggior parte dei visitatori non ha potuto infatti che evidenziare la presenza – poco gradita – di un odore nauseabondo che ha finito per diffondersi per tutto il cimitero, in particolare in prossimità del muro di cinta posteriore. A tal proposito abbiamo ricevuto una segnalazione da parte di un cittadino che, volendo mantenere l’anonimato, ha inviato alla nostra redazione delle foto che aiutano a capire quale possa essere la causa dei cattivi odori. A quanto pare, proprio alle spalle del locale camposanto, occultata da un cancello che ne ostruisce la vista, è sorta una discarica abusiva nella quale i rifiuti vengono conferiti ed ammassati direttamente sulla terra nuda.
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mini rifiutiVIBO VALENTIA - L’affare del ciclo dei rifiuti, si sa, fa gola a molti. La criminalità organizzata si è talmente infiltrata nel sistema da far entrare nel linguaggio comune il termine “ecomafie”. Che lucrano sull’immondizia, ma non solo. Condotta messa in atto, secondo la procura di Vibo Valentia, dal 2004 fino al fallimento «pilotato» dell’impresa, da 13 soggetti accusati di bancarotta fraudolenta, titolari e soci privati della Proserpina, spa a capitale misto che si occupava della raccolta dei rifiuti a Vibo Valentia. Il provvedimento è stato emesso al termine di un’attività investigativa condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Vibo Valentia

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mini sagrabuonpescato
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Siamo ben lieti, oggi, di ospitare, nella nostra cittadina, un evento come quello    della sagra del buon pescato. Occasioni come queste, che certamente vedono l'attivo coinvolgimento degli operatori del settore ittico, sono utili e funzionali al nostro territorio. Siamo convinti che tali manifestazioni istituzionalizzate debbano essere  frutto di un lavoro partecipato  fra cittadini, lavoratori ed enti preposti si da far emergere le tanto decantate valorizzazioni del nostro territorio.  Auguriamo, quindi, di ritrovarci presto e tutti insieme, per: 
- la sagra delle bonifiche (ad esempio quella  del Ponte del Varco);
- la sagra dell'acqua pubblica e potabile (un efficiente impianto idrico e che non ci costringa a comprare acqua imbottigliata che aumenta vertiginosamente la quantità di rifiuti nei cassonetti); 
- quella della differenziata porta a porta finalizzata ad un ciclo virtuoso dei rifiuti (Cariati conosce fin troppo ben la drammatica emergenza rifiuti che puntualmente ritorna ogni cambio di stagione);  
-  la sagra dei depuratori recentemente posti sotto sequestro a seguito dell'inchiesta Calipso dalla Procura di Rossano (funzionanti e che restituiscano a cittadini e turisti un mare da vera bandiera blu); 
-  la sagra dei trasporti che siano al passo coi tempi (la statale della morte e i treni da far west sono emblema dell'attuale disastrosa gestione delle politiche in merito ai trasporti e alle infrastrutture);
- quella di un ospedale pubblico che funzioni a regime (il nostro territorio subisce la scelta, del tutto opinabile, da parte del governo regionale che, sulla scorta dei tagli imposti a livello nazionale, ha decretato la morte di tanti ospedali calabresi, come quello di Cariati, in favore di ospedali unici che cozzano con l'attuale sistema della viabilità).
Auspichiamo che sia posta in primo piano la salute dei cittadini e la tutela dei territorio. Richiediamo, pertanto, che la Regione coinvolga attivamente cittadini, associazioni e comitati nella stesura di un piano per la gestione delle acque, nel rispetto della volontà popolare espressasi attraverso il referendum del 2011, che parla chiaramente di un ritorno alla gestione pubblica. Riguardo il ciclo dei rifiuti, speriamo che non si persegua più l'idea di costruire o ampliare impianti d'incenerimento e discariche che altro non fanno che deturpare i nostri territori, minacciare la salute pubblica e sottrarre risorse e lavoro in quanto disconoscono che i rifiuti sono una autentica risorsa economica. I nostri mari, ed è sotto gli occhi di tutti, sono di anno in anno sempre più sporchi e  sottraggono risorse ad importanti settori economici quali pesca e turismo, peculiari caratteristiche del sistema produttivo locale fin troppo spesso marginalizzato. A ciò si aggiunge la minaccia rappresentata dalla Trivellazione dei fondali e dalle esercitazioni militari nel nostro blue sea.  Infine è necessario ricordare che viviamo in una regione dove numerosi sono stati  e sono gli scempi ambientali , pensiamo alla vicenda dell'industria chimica Pertusola, nella vicina Crotone, o ancora alla fabbrica Marlane di Praia. É evidente  come sia necessaria una tutela generale dei nostri territori per poi promuovere  un rinnovamento economico-sociale. Occorre andare al di là della mera immagine dei prodotti, istituzionalizzata dai loghi, a nulla servono momenti di vuota autocelebrazione ante litteram. 
Rivolgiamo un caloroso saluto a tutti i lavoratori del mare perchè un mestiere così duro come questo venga finalmente riconosciuto e valorizzato. Convinti che un pieno sviluppo della società umana si ottenga solo attraverso una società ecologica. 
 
Associazione  Le Lampare
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mini vinci_sentieroSERRA - Pantofole, ombrelli, bottiglie di plastica, carte e cartacce. L’euforia della cerimonia di inaugurazione è già svanita nel nulla. Soli 10 mesi fa, in un concitato lunedì d’ottobre, accolto in pompa magna, il governatore Giuseppe Scopelliti, si era spinto addirittura nello sperduto entroterra vibonese, a Serra San Bruno, per il battesimo ufficiale del sentiero Archiforo. Un percorso naturalistico realizzato dal Parco delle Serre con l’ausilio  degli operai idraulico forestali, presentato nello scorso autunno, che si snoda per 1,3 km tra maestosi faggi ed abeti, cascate e ruscelli, per condurre dall'ex Vivaio Rosarella – proprio attraverso il Bosco Archiforo - sino a località Pietra del Signore. 
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WP 20130502_001_2La paura è tanta nella Piana. Ma è anche direttamente proporzionale alla mancata informazione. Dell'impianto a pirolisi in via di realizzazione nella seconda zona industriale di San Ferdinando, infatti, la gente sa poco o nulla, e quel poco che sa basta ad alimentare il sospetto che stia per essere attivato un terzo impianto che potrebbe pregiudicare l'ambiente e la salute degli stessi cittadini. Per alcuni esponenti politici, appartenenti a schieramenti diversi e in qualche caso opposti, si tratterebbe in sostanza di un «terzo inceneritore».

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mini sancalogeroTra il 2000 e il 2007 a San Calogero arrivavano in media 60 tonnellate di rifiuti al giorno. In teoria si trattava di rifiuti «non pericolosi», prodotti per lo più dalla centrale termoelettrica a carbone Enel di Brindisi. I camion, provenienti dalla Puglia, si recavano sul monte Poro in una località che, per uno scherzo del destino, è conosciuta come “Tranquilla” – un aggettivo che oggi suona parecchio beffardo –, che ha dato il nome anche alla fabbrica di laterizi finita al centro dell'operazione “Poison”.
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mini scalacoeli
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Il caso della discarica di Scala Coeli inizia finalmente ad avere una risonanza parlamentare; dopo l'interrogazione presentata nei giorni scorsi dal deputato del Movimento Cinque Stelle on. Massimo De Rosa, Vice-Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, in cui si faceva riferimento al gravissimo rischio ambientale che si stava perpetrando a Scala Coeli, anche oggi, 15 Giugno 2013, hanno fatto visita al sito gli onorevoli Franco Laratta (dirigenza nazionale PD) e Nicodemo Oliverio (Capogruppo in Commissione Agricoltura). Il loro senso di appartenenza al territorio li ha spinti di persona a verificare lo stato dei fatti; l'On Oliverio è stato chiaro fin da subito, puntando il dito sul ...fatto che località Pipino sia un'area a marchio DOP e BIO. Proprio in merito presenterà nei prossimi giorni un'ulteriore interrogazione parlamentare; è inconcepibile tenere conferenze sull'agricoltura e parlare di etichette, marchi, con la presenza di una discarica di rifiuti speciali non pericolosi in un'area che vive e si regge di agricoltura di qualità certificata e garantita. La presenza del dop rappresenta infatti una delle prescrizioni fondamentali per quanto concerne l'autorizzazione integrata ambientale (AIA). Dal canto suo l'On Laratta, in visita per la seconda volta all'impianto, ha confermato che questo scempio è il sintomo di una gestione fallimentare dei rifiuti in Calabria. Chiunque veda questa discarica come un possibile spiraglio nella risoluzione dell'emergenza rifiuti si trova in totale difetto.
 
Movimento Le Lampare BJC
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mini acqua_pubblica
Riceviamo e pubblichiamo
 
 
Apprendiamo dalla stampa che la Commissione Ambiente regionale il prossimo lunedì 17 giugno avvierà l’esame di due progetti di legge di iniziativa della Giunta, riguardanti il riordino del servizio di gestione rifiuti urbani e la riorganizzazione del servizio idrico integrato regionale. Entrambi i progetti di legge riguardano temi di enorme valenza e impatto sulla vita quotidiana dei calabresi, per i quali sono state date risposte istituzionali fallimentari negli ultimi 10-15 anni, con il Commissariamento da un lato e con l’affidamento alla società mista Sorical dall’altro (e con la multinazionale Veolia come comune denominatore). Si sono create situazioni talmente insostenibili da spingere i cittadini ad intraprendere percorsi di partecipazione che hanno condotto alla mobilitazione e alla proposta di articolate soluzioni alternative. Non a caso proprio in questi giorni sono in corso ben due campagne di raccolta firme per leggi d’iniziativa popolare. Per quanto riguarda i rifiuti, è dal mese di aprile che anche in Calabria è in atto la campagna nazionale per la legge Rifiuti Zero, un naturale sbocco per le innumerevoli iniziative di resistenza sul territorio, sostenute da cittadini stanchi di vedere la loro terra deturpata da politiche di smaltimento che prevedono sostanzialmente buche ed inceneritori. Per quanto riguarda il servizio idrico, dopo un percorso culminato con un referendum che ha visto quasi 800mila calabresi dichiarare di non volere che la loro acqua sia trattata come una merce, è quasi giunta al termine la campagna per la proposta di legge regionale “Acqua Bene Comune Calabria”. Nel mese di luglio saranno consegnate oltre 10mila firme a sostegno della proposta, cui si aggiungono le adesioni di almeno una dozzina di consigli comunali, piccoli e grandi.
Al Consiglio Regionale, ed alla Commissione Ambiente nello specifico, non è concesso di trascurare la grande partecipazione che sta caratterizzando il percorso delle due leggi d’iniziativa popolare, che è segno, nonostante tutto, di vitalità democratica e di volontà di contribuire responsabilmente alla salvaguardia dei nostri beni comuni. Per questo motivo chiediamo che la Commissione Ambiente calendarizzi al più presto un’audizione anche dei comitati promotori delle due leggi, tenendo presente in particolare per il servizio idrico che la proposta di legge regionale d’iniziativa popolare sarà ufficialmente consegnata entro pochissime settimane.
 
 
Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri”
Coordinamento Calabrese Campagna Legge Rifiuti Zero
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Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

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