Domenica, 26 Agosto 2018 10:02

Benvenuti a Serra San Bruno, dove lo sport è diventato un’utopia

Scritto da Alessandro De Padova
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Benvenuti a Serra San Bruno, dove lo sport non c’è più.

Sì, ormai è così. Che piaccia o no, questa è la verità. Una cruda e triste realtà, difficile da accettare, soprattutto per un paese che ha sempre vissuto di pane e sport. Non solo: Serra, infatti, ha dato i natali a personaggi che hanno militato anche in categorie di una certa importanza nelle varie discipline. Da diversi anni a questa parte, però, qualcosa non ha funzionato e la cittadina potrebbe trovarsi in un batter d’occhio senza alcuna realtà sportiva.

Colpa delle istituzioni, nei più disparati livelli, che non hanno garantito alle realtà che si sono susseguite con il passare del tempo strutture idonee – e, soprattutto, pubbliche – dove poter svolgere le varie attività; “colpa” delle realtà economiche locali che, a differenza di quanto avviene in altri paesi più piccoli della Calabria, non hanno investito nulla sullo sport e forse anche colpa di persone poco esperte, che si sono avventurate senza avere neppure la minima conoscenza di cosa significasse ricoprire un ruolo di rilievo all’interno di un’associazione sportiva. Lo sport, ormai, è diventato un evento temporaneo, legato alle iniziative organizzate nel corso della stagione estiva, come l’interessante Libertiadi della Calabria, messa in campo dalla Libertas e da Radio Serra 98. Durante i restanti mesi dell’anno, però, tutto tace.

Ora anche la Serrese sembra aver alzato bandiera bianca: la compagine biancoblu, infatti, non si è iscritta al campionato di Prima categoria e, ad oggi, non c’è nessuna certezza sul fatto che si possa ripartire quantomeno dalla Seconda. E la società punta un po’ il dito contro tutti: le varie amministrazioni comunali che si sono susseguite con il passare degli anni, «basti pensare che lo stadio è diventato un vero e proprio “campo di battaglia”, lasciato incustodito e in balìa dei soliti vandali»; gli imprenditori e gli operatori economici in generale, «che si sono dimostrati assenti», ma anche alcuni giocatori, i quali hanno avuto uno «scarso spirito di abnegazione. Una possibilità remota – fanno sapere i dirigenti in una lettera – è rimasta, che è quella di ripartire dalla Seconda categoria, ma bisogna cambiare passo sotto tutti i punti di vista».

Così come il Calcio, anche nel Calcio a 5 a Serra ci sono state due realtà che, per un motivo o un altro sono scomparse: il Serra Calcio a 5, che è arrivato addirittura a disputare il campionato di Serie C1, la massima categoria regionale e il Futsal Serra. Restando al futsal, il discorso è simile a quello della Serrese: essendo, infatti, uno sport che deve necessariamente essere praticato indoor (e, quindi, al chiuso) affinchè possa esprimersi a livelli discreti, ad oggi non c’è una struttura pubblica dove poter praticare il Calcio a 5, visto che la palestra interscolastica di via Mulè, di proprietà della Provincia di Vibo Valentia, non è agibile, mentre il palatenda di via San Brunone di Colonia è in mano a privati.

Dal Calcio, al Calcio a 5, passando per la Pallavolo: anche il volley, infatti, ha avuto in passato delle realtà che hanno preso parte a diversi campionati, ma come spesso accade in questi casi, la mancanza di strutture porta inevitabilmente a gettare la spugna. Uniche rimaste, le associazioni sportive dilettantistiche che, durante l’anno, partecipano a qualche competizione. 

Sport inteso come svago e forma di aggregazione, la stessa che volevano portare avanti i ragazzi che, quotidianamente, giocavano nel campetto di via Matteotti dove, nonostante le promesse e le rassicurazioni della politica, ancora nulla è stato fatto per venire incontro alle esigenze di quanti preferiscono dare dei calci a un pallone e socializzare, piuttosto che stare ore e ore davanti a un cellulare.

Dal Calcio, al Calcio a 5, passando per la pallavolo. Discipline diverse, che hanno avuto tutte (o quasi) lo stesso epilogo. Una cittadina come Serra rischia di non avere più una realtà sportiva. Anzi, il rischio non c’è più, perché se si continua di questo passo, lo sport a Serra morirà quanto prima.

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