Domenica, 24 Marzo 2019 13:40

Contrordine, compagni: l’acqua Sorical non ci piace più

Scritto da Sergio Pelaia
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L’appellativo di “compagno” magari a qualcuno provocherà un moto di nostalgia, agli ex “amici” di democristiana memoria farà storcere il naso e, di certo, non piacerà ai nuovi alleati. Ma, al di là del titolo, la questione non riguarda l’appartenenza partitica, ché quando si parla di acqua, a Serra San Bruno, non ci sono da fare distinzioni di colore politico, trattandosi piuttosto di bisogni (e diritti) primari di ogni cittadino.

Che nel paese che fin dalla sua fondazione ha un tratto distintivo nelle bellezze naturali e nella salubrità delle sue sorgenti nessuno beva l’acqua dal rubinetto, nonostante la si paghi profumatamente in bolletta, continua ad essere un paradosso che ormai i serresi si sono assuefatti a subire come se fosse normale. Ma dopo anni sembra che qualcosa stia cambiando. Il sindaco Luigi Tassone, nella prima uscita pubblica della nuova alleanza trasversale tra gli ex rivali storici Bruno Censore e Nazzareno Salerno, ha infatti annunciato che presto si arriverà al distacco del rione Terravecchia dalle fonti Sorical, che nel Vibonese si approvvigiona dall’invaso dell’Alaco. Lo stesso bacino artificiale in cui, a distanza di anni, nessuno ha potuto spiegare come siano finiti i “derivati dal benzene” e i pericolosi trialometani che sono stati certificati, nero su bianco, su carta intestata dell’Arpacal.

Ora, la prospettata autonomia idrica di Terravecchia rappresenta una novità che merita di essere approfondita perché la questione è troppo importante e troppo spesso è stata assoggettata ad interessi che sono ben distanti da quelli della collettività. Quello che vuole fare l’amministrazione comunale, per quanto abbiamo potuto capire - e se incorriamo in errori siamo pronti a correggerci -, è riattivare sorgenti e pozzi di località “Scorciatina”, le “sorgive”, e da lì mandare di nuovo acqua al centro storico attraverso il vecchio acquedotto, che era stato estromesso dalla rete idrica cittadina proprio negli anni in cui a governare Serra fu il centrosinistra col ticket Censore-Lo Iacono. Il ripensamento, dunque, non riguarda tanto il sindaco Tassone, che a onor del vero ha sempre detto di lavorare al distacco graduale da Sorical, quanto i suoi principali sponsor politici che furono i primi inquilini di Palazzo Tucci negli anni in cui il destino idrico del paese fu subordinato alla dipendenza dall’Alaco. Un ripensamento che fa rumore soprattutto perché, in apertura della scorsa edizione del "Serre in Festival", l'ex deputato Bruno Censore (promotore della kermesse) aveva ringraziato pubblicamente Sorical per il lavoro realizzato sul territorio.

Ma il contrordine, intendiamoci, non può che fare piacere a chi ha sempre invocato il distacco dall’Alaco e lo ha fatto da cittadino, senza avere ansie da consenso né interessi personali e, soprattutto, a discapito della propria tranquillità e a costo di intimidazioni su carta bollata e non. Però restano alcuni interrogativi che pensiamo vadano messi al centro del dibattito, senza protagonismi né voglia di polemica, ma solo per un debito di chiarezza verso i serresi. Se sindaco, vicesindaco e assessori volessero dare delle risposte le accoglieremmo di buon grado.

Primo: perché, se continuiamo a pagare quell’acqua per buona perché così ci dicono gli enti preposti, si vuole staccare Terravecchia da Sorical? Secondo: se si ha il dubbio che quell’acqua non sia buona, perché gli abitanti di Spinetto non avrebbero il diritto di distaccarsene come i loro paesani del centro storico? Terzo: è vero che anni fa nelle analisi dell’acqua delle “sorgive” sono stati trovati elementi inquinanti e, inoltre, che il vecchio acquedotto che ora si vuole ripristinare ha delle “falle” di sicurezza costituite da accessi alla rete che insistono in terreni privati e dunque non controllati? Quarto: se con il distacco di Terravecchia, come ha detto il sindaco, si risparmierebbero centinaia di migliaia di euro, quanti soldi pubblici si poteva evitare di versare a Sorical in questi anni utilizzando pozzi e sorgenti comunali? Quinto e ultimo: se, com’è auspicabile, si riuscisse a invertire la rotta e quantomeno a ridurre la dipendenza da Sorical e dall’Alaco, di chi sarebbe la responsabilità politica delle decisioni degli ultimi vent’anni, durante i quali Serra è stata governata dai due principali fautori della nuova alleanza che ora regge il Comune?

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