Domenica, 17 Novembre 2024 12:54

«Criticato si'». Lettera a Mattarella per la cura della casa comune

Scritto da Redazione
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Gentile Presidente Mattarella,

il fenomeno sconcertante e paradossale della proliferazione indiscriminata e brutale di impianti per la produzione di energia rinnovabile ha sollecitato la redazione di numerosi pubblici appelli a Lei indirizzati: travolti dalla piega assunta in Italia dalla cosiddetta transizione energetica, dallo sconvolgimento degli assetti territoriali di vaste porzioni del paese (messe di fatto senza alcun limite a disposizione di un settore economico – finanziario rampante e destinatario di copiose sovvenzioni statali), molti hanno creduto che Lei, in quanto custode della legalità costituzionale, potesse comprendere la sofferenza di regioni trasformate in mero supporto dello sviluppo economico, costrette a rinunciare alle proprie specificità ecosistemiche, storiche, antropiche, identitarie e patrimoniali, frutto di rapporti di lunga durata tra gli umani e i loro ambienti di insediamento. 

Abbiamo pensato di scriverLe di nuovo (pur sapendo bene che Lei sul problema si è già espresso più volte in termini a nostro parere deludenti, superficiali e conservatori) senza alcuna velleità di ricevere una Sua risposta: vorremo in realtà dialogare ulteriormente con l’opinione pubblica e il dissenso nei Suoi confronti, che manifestiamo ovviamente nel pieno rispetto del Suo ruolo e della Sua persona, può aiutarci ad approfondire il dibattito sulla necessità di produrre energia rinnovabile senza violare la Costituzione repubblicana, scongiurando altri massacri di territorio. 

La Carta fondamentale del nostro ordinamento, ci insegnano insigni costituzionalisti, pone come valore assoluto la tutela della persona umana nel suo contesto ecologico e sociale; concedere invece mano libera alla speculazione energetica (garantire gli investimenti del settore, come ha detto il ministro Pichetto Fratin) significa mettere al primo posto il profitto e la tutela del capitale finanziario senza badare al martirio degli articoli 9, 41 e 43 dell’equilibrato e lungimirante testo fondativo della nostra vita associata. 

Signor Presidente Lei ha affermato, nel Suo discorso alla nazione trasmesso in televisione il 31 dicembre del 2023, che mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa affrontare innanzitutto con concretezza la questione energetica. In seguito, il 28 settembre 2024 a Bonn, ha ribadito il concetto aggiungendo che le nostre economie sono impegnate nell’affrancamento dai combustibili fossili, per pervenire a un sistema energetico sostenibile, in grado di coniugare un’ambiziosa politica climatica con la salvaguardia delle filiere industriali, della crescita, del benessere. Se Lei collega il benessere alla salvaguardia delle filiere industriali – magari energivore e causa di spaventose emissioni climalteranti - e della crescita economica infinita – logicamente e praticamente impossibile in un pianeta finito – non è pronto per il cambio di paradigma, per la conversione ecologica invocata da Papa Francesco, e di conseguenza la sua ricetta per affrontare la crisi ambientale globale è tutta interna al diffuso approccio riduzionistico che la declina esclusivamente come cambiamento climatico e problema energetico. Ben altra aria si respira nell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco che Lei, come cattolico, dovrebbe aver letto e meditato. Le rinfreschiamo qualche passaggio. Innanzitutto cadono a fagiolo due citazioni delle prime pagine, una ricavata da un’enciclica di Giovanni Paolo II e l’altra da un discorso di Benedetto XVI. L’eminenza polacca fa presente che ogni aspirazione a curare e migliorare il mondo richiede di cambiare profondamente gli stili di vita, i modelli di produzione e consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società; quella tedesca rinnova l’invito a eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente. Papa Francesco, dal canto suo, sembra rivolgersi direttamente a Lei quando sostiene che la cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquinamento. Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico. Diversamente, anche le migliori iniziative ecologiste possono finire rinchiuse nella stessa logica globalizzata. Cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta significa isolare cose che nella realtà sono connesse, e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondiale… che hanno a che vedere con l’orientamento, i fini, il senso e il contesto sociale della crescita economica. 

In conclusione Signor Presidente noi dalle nostre postazioni agricole, dai nostri percorsi escursionistici, stiamo provando a rigenerare i luoghi, a difendere i beni comuni vitali a beneficio di tutto il pianeta; ci sentiamo simili agli indios dell’Amazzonia, che per conto di tutti quanti cercano di preservare l’ultimo polmone verde della Terra dai ciechi appetiti affaristici.

Il presidente Bolsonaro aveva detto che 800.000 indios non possono condizionare l’economia di una nazione. Lei come vede questa faccenda? Ha pensato che la logica del Suo discorso sulle rinnovabili, applicata in maniera rigorosa, porta a barattare gli alberi e i suoli dell’Amazzonia con le pale eoliche? Così si stanno sacrificando Calabria, Sardegna, Sicilia, Campania, Puglia, Basilicata, Umbria, Molise, Toscana, Abruzzo - e man mano tutto il cucuzzaro - sull’altare delle rinnovabili che non rinnovano niente, muovendosi piuttosto nel solco già tracciato di un’economia anti ecologica votata alla distruzione della vita e della bellezza del mondo, come scrivono molti sindaci in un testo (Siamo sindaci o burattini?) da cui Lei dovrebbe ricavare un campanello di allarme sulla tenuta sociale e politica della nazione. L’intervento dei sindaci, altissimo e straziante, coglie la funzione di “critica del presente” insita nella nostra Costituzione secondo Calamandrei. Quel presente che si permette ora di criminalizzare il dissenso e il conflitto, cioè la conditio sine qua non della democrazia, con il decreto legge Sicurezza in questo momento al vaglio delle camere (ma noi speriamo sempre in Lei, nella sua volontà di difendere la Costituzione e le libertà dei cittadini). 

L’ultima frase la rubiamo a Lei (estrapolandola dal Suo discorso di Bonn) per mostrarLe come sotto sotto non Le manchi la consapevolezza dell’enormità della gatta che ci tocca pelare: ricette semplicistiche per problemi complessi, come quelle che dobbiamo affrontare, sono adatte soltanto agli imbonitori.

Don Pino Demasi parroco del Duomo di Polistena (RC)

Italia Nostra - Sez. Soverato/Guardavalle

WWF Calabria Citra

Rete contro la speculazione energetica - Molise 

Resocol - Rete comunità solidali

CAI (Club Alpino Italiano) sezione Aspromonte

Associazione per la Decrescita

Maurizio Onnis - sindaco di Villanovaforru (Sud Sardegna)

Domenico Finiguerra - sindaco di Cassinetta di Lugagnano (Milano) e consigliere

Metropolitano della città di Milano

Michele Conía - sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere della Città Metropolitana di Reggio Calabria

Antonio Giacomo Lampasi - sindaco di Monterosso Calabro (VV)

Giulio Santopolo, sindaco di Petrizzi (CZ) 

Domenico Stranieri, sindaco di Sant’Agata del Bianco (RC)

Luca Lepore, sindaco di Aiello (Cosenza)

Luca Alessandro, sindaco di Polìa (Vibo Valentia) 

Giuseppe Nicola Cusato, sindaco Agnana Calabra (RC)

Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro

Mario Gentile, sindaco di Stalettì (CZ)

Vittorio Scerbo, sindaco di Marcellinara (CZ)

Gianmichele Bosco, presidente del Consiglio comunale di Catanzaro

Raffaele Dolce - consigliere comunale di Santa Caterina dello Jonio (CZ)

Francesco Rizzuto, consigliere comunale di Marcellinara (CZ)

Movimento Terra e Libertà – Calabria

Alberto Ziparo - Università di Firenze, Società dei territorialisti e delle territorialiste

Gioacchino Criaco - scrittore

Piero Bevilacqua - storico e scrittore

Italia Nostra - Sez. Alto Tirreno cosentino

Italia Nostra - Sez. Crotone

Arci Crotone

CAI (Club Alpino Italiano) TAM (Tutela Ambiente Montano) Calabria

Francesco Bevilacqua - scrittore e naturalista

Maurizio Agamennone - Università di Firenze

Rossano Pazzagli - Università del Molise, Società dei territorialisti e delle territorialiste

Termoli bene comune 

Rete della sinistra - Molise

Paolo Cacciari - Associazione Cittadini per la memoria del Vajont Noi 9 ottobre; giornalista, deputato nella XV legislatura

Alessio Surian - Università di Padova

Italia Nostra - Sez. Cirò

Italia Nostra - Sez. Casabona 

Associazione Cotroneinforma OdV - Cotronei (KR)

Piero Polimeni - ingegnere del Parco Ecolandia e di Net - Polo ambiente e rischi naturali della Calabria 

Peppe Marra - USB Calabria

Centro sociale Nuvola rossa - Villa San Giovanni (RC)

Margherita Corrado - archeologa - senatrice nella XVIII legislatura

Movimento 14 luglio Nicotera (VV)

Italia Nostra - Sez. Lamezia Terme 

Italia Nostra – Sez. Vibo Valentia

Alberto Balìa - musicista 

Claudia Crabuzza - musicista 

Laboratorio territoriale di San Lorenzo e Condofuri

Gruppo Archeologico Valle dell’Amendolea

Associazione Sentieri d’Aspromonte

Associazione culturale Banda Pilusa

Associazione Malati cronici del lamentino

Amolamezia - Lamezia Terme (CZ )

Arturo Lavorato - regista

Felice D’Agostino - regista

Valentino Santagati - musicista

Pino Fabiano - giornalista 

Oreste Montebello - fotografo

Fattoria sociale Terre di Vasia - Serrata (RC)

Associazione il Brigante Serra san Bruno (VV) 

Insieme per Africo

Saro Tropea – artigiano, aspirante contadino eremita 

Bruno Traclò - viticultore grecofono di Bova (RC) 

Giuseppe Gangemi - scrittore e giornalista 

Comitato NAPA - Popolo Unito

Presidio Sibarita Italia Nostra sez. Crotone 

Aldo Femia - Contabile ambientale ISTAT 

Piero Crucitti - musicista

A.Maslow APS - Crotone 

Nonostante tutto resistiamo OdV - Crotone

Lara Chiellino - attrice

Vincenzo Veltri - Presidente del Comitato OLTRE di Castrovillari

Associazione di promozione sociale “Popolo Unito” 

Kalibreria - Soverato (CZ)

Calabria Resistente e Solidale

Innocenzo Cosimo De Gaudio - docente del Conservatorio di Cosenza

Pierluigi Aceti - consulente

Avamposto agricolo autonomo

Caterisana - Azienda agricola di Santa Caterina dello Jonio (CZ)

Associazione Passi Consapevoli Cammino e Meditazione - Crotone

Passi Narranti - Gruppo escursioni Aspromonte

Renato Fida - Cgil Polistena (RC)

Cooperativa "A menzalora" di Petrizzi (CZ)

Fabio Itri - fotografo - Reggio Calabria

Associazione culturale Conservatorio grecanico

Paolo Napoli - musicista

Associazione Culturale Musicale Etnica Totarella - Le Zampogne del Pollino - Terranova di Pollino (PZ)

Associazione Culturale "Francesco Vuodo” - Alessandria del Carretto (CS)

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