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Sabato, 15 Gennaio 2022 10:46

Dopo 10 giorni l’acqua sta tornando. Ma ora diteci la verità

Scritto da Sergio Pelaia
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Un’anziana con passo incerto torna verso casa sconsolata. In mano non ha nemmeno bidoni o bottiglie, ma solo un secchio. Vuoto. Si è avvicinata a una delle tante autobotti messe a disposizione dei cittadini, ma purtroppo è arrivata tardi. Le poche centinaia di litri che si distribuivano quel giorno erano finite, dunque lei è rimasta a secco. Probabilmente fino al giorno successivo.

È successo, nei giorni esasperanti che si spera siano ormai alle spalle, in una piazzetta di un quartiere popolare di Serra San Bruno. E non deve accadere mai più. Non è retorica, è la realtà.

Mentre qualcuno si nascondeva dietro gli sforzi encomiabili degli operai di Sorical, tacciando chi invocava risposte di parlare con il culo al caldo, quegli stessi cittadini arrancavano, magari dopo una giornata di lavoro, portando bidoni per se stessi e per gli altri, cercando di affrontare con pragmatismo e solidarietà la crisi idrica che dall’Epifania ha messo in ginocchio migliaia di persone nella Calabria centrale.

Ora che l’acqua, piano piano e facendo i dovuti scongiuri, sembra stia tornando, è forse il caso di porre qualche domanda. Perché il nostro mestiere è questo e non quello di dispensare insegnamenti. E perché è nostro diritto di cittadini.

Che cosa, al di là dell’imprevedibilità di eventi indipendenti dalla volontà dell’uomo, ha provocato tutto questo? Perché mai nessuno ha pensato a un servizio sostitutivo, un’alternativa, un piano B? Perché su quelle condotte non è evidentemente stata fatta la dovuta manutenzione? Forse c’entra qualcosa con la frana che si è abbattuta sulle condotte idriche anche la gestione di quel tratto di bosco?

Serve chiarezza, e serve che la facciano entità terze, ché di cantinieri che dicono che il vino è buono ormai si fidano solo pochi allocchi.

Ma non è il caso, per una volta, di buttare tutto sulle spalle di Sorical. Certe situazioni sono note da almeno 10 anni e lo sa bene chi nella lotta contro il sistema Alaco, per diverse e ben note ragioni che interessano la salute pubblica, ha speso un pezzo di vita senza alcun interesse né profitto personale – al netto di autoproclamati eroi che tristemente provano a intestarsi battaglie che sono state tali solo per la forza del collettivo.

In questi anni chi ha governato il Comune di Serra cosa ha fatto, oltre a promettere di lavorare per un’autonomia idrica che mai come in questa occasione si è dimostrata un’illusione? E chi lo governa ora, che pure issava la bandiera dell’acqua pubblica quando era all’opposizione, cosa intende fare, in concreto?

Sono domande legittime, a cui ogni cittadino serrese dovrebbe pretendere che si risponda con chiarezza. Tutti sanno che non è semplice offrire delle soluzioni in questo settore e in questa situazione, ma da qualche parte si dovrà pur cominciare. E se si fosse iniziato 10 anni fa forse non saremmo a questo punto.

Siamo certi che a breve assisteremo al solito rimpallo di responsabilità per cui qualche Comune proverà a dare tutta la colpa a Sorical e Sorical dirà che invece è colpa dei Comuni, che non pagano l’acqua (non consentendo di fare investimenti) e hanno condotte comunali vetuste. Probabilmente ognuno dirà con ciò anche una parte di verità, ma sarà solo per coprire le proprie mancanze.

Se un paese come Serra si è ridotto così ci sono responsabilità politiche evidenti nelle classi dirigenti sia locali che regionali: spazzare la palla nel campo avversario non servirà a nulla. Sorical e l’Alaco sono stati creati dalla politica regionale (di destra e di sinistra) e sono stati usati dai politici locali (di destra e di sinistra) per coltivare piccoli orticelli a scapito del bene collettivo.

Nei giorni della crisi anche il silenzio del presidente della Regione Roberto Occhiuto sulla vicenda ha dato la cifra di quanto conti questo pezzo di Calabria sullo scacchiere del potere regionale. Allora è forse ora che questo silenzio lo rompiamo noi cittadini. Sempre che non vogliamo aspettare che ciò che è accaduto a quell’anziana in quella piazzetta di Serra accada in futuro a noi o ai nostri cari.