Giovedì, 22 Marzo 2018 17:17

E il naufragar m'è dolce in queste strade

Scritto da Salvatore Albanese
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Arriverà prima o poi anche nel comprensorio delle Serre un organismo delegato al monitoraggio dell’incidentalità stradale e dei tratti della rete viaria che minacciano l’incolumità di chi quotidianamente li percorre. Arriverà e quando avvierà l’osservazione delle arterie abbandonate al degrado scoprirà che si trova di fronte al lavoro più semplice e veloce del mondo: basterà includere nel monitoraggio l’intera rete viaria provinciale e il gioco sarà fatto.

Mettersi al volante, in particolare col maltempo, è un’avventura, anzi una disavventura, piena di insidie per i cittadini che ogni giorno si muovono sulle strade, nessuna esclusa, delle Serre. Ci sono tratti che si spaccano, crollano, si frantumano in mille buche e altri ancora pronti a trasformarsi in paludi di terriccio e asfalto se colpiti anche solo da pochi millilitri di pioggia. Infrastrutture di marzapane, totalmente inadeguate che rispecchiano a pieno la condizione di criticità che investe ogni comparto del territorio, e che sono corresponsabili di gran parte degli incidenti automobilistici, gravi e meno gravi, registrati negli ultimi anni.

Le istituzioni ai livelli più alti si sono dimostrate fino ad ora del tutto insensibili al tema (eccetto per qualche passerella in giacca e cravatta) e i primi cittadini che si sono mossi nel tempo per tentare di porre argine a una condizione disastrosa che interessa tutta la viabilità territoriale hanno quasi sempre trovato muri di gomma contro cui far rimbalzare le proprie ragioni. È questo il caso del sindaco di Brognaturo, Cosmo Tassone, che è ancora coinvolto in un acceso botta e risposta con la Provincia di Vibo Valentia rispetto al grave dissesto riscontrato sulla provinciale 43 Brognaturo-Acqua del sorcio, tanto da essersi resa necessaria prima una diffida all’ente intermedio stesso poi la programmazione di un intervento di adeguamento in proprio, almeno fino al tratto stradale di competenza della Provincia di Catanzaro che pare appartenere a un altro mondo. Prima ancora analoghe iniziative si erano registrate a Fabrizia e a Mongiana, sul versante opposto del comprensorio, dove rispettivamente l’ex sindaco Antonio Minniti e l’attuale primo cittadino Bruno Iorfida erano intervenuti con risorse comunali per sistemare i tratti di strada provinciali in entrata e uscita dai territorio di competenza. Memorabile poi, sempre a Fabrizia, era stata la dura presa di posizione dell’amministrazione locale che nell’ottobre del 2015 aveva addirittura istituito una giornata di blocco stradale per portare la questione all’attenzione di media e istituzioni, grazie anche all’ausilio di mezzi di movimento terra, camion, autoarticolati e ruspe, posti a argine nei vari punti di accesso al paese. A distanza di anni, poco o nulla è cambiato e il gelo e la neve degli inverni che si sono susseguiti nel tempo non hanno di certo aiutato a alleviare i malanni che interessano sia la provinciale 9 che l’ex statale 501.

Stessa sventura e stesso alto rischio per tutti gli automobilisti e gli autotrasportatori che da Serra San Bruno, attraverso i comuni di Pizzoni, Sorianello e Soriano, tentano di raggiungere il capoluogo Vibo percorrendo una serie di tornanti (attraverso l’ex statale 182) o di sconsigliabili saliscendi (lungo la provinciale 60) degni del migliore luna park. Il problema è che questo non è un gioco, anzi è tal volta un gioco mortale e che i disagi non risparmiano nessuno: basti pensare all’ambulanza che, più volte al giorno, carica di pazienti in condizioni di salute gravi fa spola tra l’ospedale “San Bruno” di Serra e lo “Iazzolino” di Vibo e viceversa.

Che dire poi delle vie di collegamento con lo svincolo autostradale di Pizzo, raggiungibile attraverso l’odissea di crateri e avvallamenti che contraddistingue il manto stradale dell’area di località Monte Cucco dove l’impraticabile provinciale 47, al confine tra i Comuni di Simbario e Vallelonga, è beffardamente costeggiata dall’infrastruttura “sospesa” per antonomasia: il tronco della Trasversale che conduce verso Vazzano che da troppi mesi ormai appare a occhio nudo quasi completo, eccetto per la tinteggiatura della segnaletica orizzontale e poco altro. La ditta che ne aveva realizzato i lavori, la Cavalleri, è fallita giusto poco prima del completamento e del successivo collaudo dell’opera e tutto è rimasto a lungo bloccato. Adesso – si annuncia da più parti – dopo le numerose settimane in standby, l’Anas si dice pronta a una nuova assegnazione dei lavori che dovrebbe condurre alla consegna definitiva del tronco. Si dovrà aspettare però altro tempo per i successivi tratti e per il superamento del famigerato Colle Scornari nel territorio comunale di Vazzano prima di poter dire «la Trasversale è conclusa». Così come d’altronde si aspetta da ormai oltre mezzo secolo.

Nell’attesa, chi dalle Serre intende raggiungere l’A2 è ancora obbligato alla gincana di abilità e destrezza che, raggiunto l’Angitolano, impegna gli automobilisti al volante sull’ex statale 110, costellata, anche in tal caso, da avvallamenti e buche, oltreché da un evidente ridimensionamento della carreggiata stradale determinato da piante e folte erbe fiorite a bordo strada. Emblematico in tal senso resta il tratto di località “Giglioli” sequestrato dalla Procura e poi riaperto al transito dal 2016 grazie alla realizzazione di una bretella “provvisoria” che permette di scavalcare il punto interessato da continui smottamenti. Il guaio per il tratto in questione sarebbe da ricondurre alla bassa qualità e al drenaggio difettoso del fondo stradale, per il quale la messa in sicurezza passerebbe da interventi assai complessi e dispendiosi. Insomma, i soldi non ci sono e gli automobilisti continuano a essere invitati alla prudenza in attesa di non si sa che cosa.

Ma non ci illudiamo. Quest’articolo, come quelli precedenti, non servirà a garantire neanche una carriola di asfalto in più sulle strade delle Serre, così come d’altronde non sono servite le prese di posizione di commercianti e imprenditori che, a più riprese, hanno denunciato lo stato di abbandono che investe la rete viaria provinciale e le ripercussioni fortemente negative che l’economia locale sta subendo.

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