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Domenica, 29 Marzo 2020 17:17

Hanno spolpato la sanità, ora ci risparmino le guerre tra poveri

Scritto da Sergio Pelaia
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Ci hanno ridotto a litigare per due anestesisti, due professionisti tirati per il camice tra la montagna e il capoluogo di provincia. Una guerra tra poveri, la più classica e nel momento più difficile. Il capolavoro delle classi dominanti: generare uno scontro tra la periferia e la periferia-della-periferia mettendo ad oggetto della contesa molto meno di quello che sarebbe un diritto garantito dalla Costituzione.

La tanto citata a sproposito Costituzione, sì, che in Italia è buona solo per la retorica da campagna elettorale e che viene dimenticata, invece, quando la politica decide di mettere in mano la sanità, cioè la salute, e quindi la vita delle persone, a dei ragionieri che non sanno niente dei territori su cui ricadranno le loro scelte e che fanno taglia e cuci a seconda dei conti che devono far quadrare. Rispetto al caso specifico, poi, il problema alla fin fine è che dove lo metti metti l'anestesista sempre di una pezza per tappare un buco si tratta, un buco che intanto si lascia scoperto da un'altra parte. Dovremmo chiederci, allora, come siamo arrivati a questo punto.

In 50 anni di regionalismo hanno piegato la sanità agli interessi dei signori delle preferenze e delle clientele; hanno esternalizzato tutto ciò che si poteva esternalizzare per scambiare posti di lavoro con voti, voti comprati con soldi pubblici; hanno creato precariato su precariato tenendo sotto ricatto la gente che voleva solo (e aveva bisogno di) lavorare; hanno attaccato, ridicolizzato, isolato chiunque, sui territori e senza interessi di partito, si sia opposto a questa visione scellerata della sanità ridotta a mercato elettorale. Hanno fatto tutto questo e anche di molto peggio, e ora vorrebbero farci credere che il problema sono due anestesisti, e non un sistema che punisce sempre e solo le persone e i territori più deboli e che vede, a seconda di chi governa e di chi è all’opposizione, alternarsi nella parte degli incendiari e dei pompieri sempre gli stessi politici.

Ce lo risparmino almeno ora, in questi tempi di paura e rabbia, il gioco delle parti a cui siamo abituati da decenni. Taglino dove si può tagliare, eliminino sprechi e privilegi, insomma trovino le soluzioni che sono pagati per trovare. Ma assumano e mettano subito in condizione di lavorare medici, infermieri, tecnici di laboratorio, anestesisti e quant’altro serve per non farci morire come mosche. Nelle periferie e nelle periferie-delle-periferie in cui viviamo oggi non possiamo neanche permetterci di stare male, figuriamoci se per le colpe di Governo e Regione possiamo permetterci di litigare tra noi per contenderci un osso già abbondantemente spolpato da altri.