Martedì, 01 Gennaio 2019 11:30

La Calabria che resiste. Riscriviamo la nostra tragica sceneggiatura

Scritto da Il Vizzarro
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È passato un altro anno con la sua carovana di “battute”: parole ricercate, frasi cambiate, titoli accattivanti o semplicemente ligi alle regole redazionali classiche, confronti accesi, contributi eccellenti e ancora milioni di lettere scappate a una tastiera inquieta, sempre preda dei tempi dell’online e che a ogni pigiare delle dita detta anche il battito del cuore del redattore, stabile solo quando, all’ennesima rilettura, pensa che di quel testo non cambierebbe quasi nulla. Raccontare un territorio è estremamente difficile, richiede tempo, strenua organizzazione e una concentrazione quasi alienante, perché ciò che si fa è anche un dono nei confronti di una comunità che nello scartare quel dono si aspetta di non rimanere delusa. Dietro quello schermo c’è poi tutto il resto, comprese le amicizie e la famiglia, non perché vengano messe in secondo piano, ma perché la concentrazione di cui si parlava sopra è nemica persino del dialogo e in sottofondo non senti altro che il continuo battere di quelle dita, mentre le tue sinapsi si dimostrano sensibili solo al sopraggiungere di una nuova notifica. Quando per un breve momento si “ritorna in sé”, consci di avere ottemperato ancora una volta a quel nobile ruolo sociale che i tanti lettori riconoscono, il sacrificio si fa più lieve, perché quanto fatto è stato, in primis, dedicato pure e soprattutto a coloro che più ci stanno vicino. Anche quest’anno, purtroppo, il Vibonese che vi abbiamo raccontato è stato protagonista di vicende troppo spesso poco edificanti, a causa dei soliti noti attori che impregnano le pagine della nostra tragica sceneggiatura. Ma, nonostante tutto, questa terra non rinuncia a partorire quanto di positivo c’è nel suo sostrato: ci riferiamo ai tanti talenti riconosciuti in ambito letterario e al ruolo dell’associazionismo, che nella gran parte dei casi si sostituisce alle istituzioni assenti per colmare il vuoto culturale di tanti territori. In tutto questo ci sono anche i giornali online indipendenti, che ogni giorno portano avanti il proprio lavoro con tanto sacrificio per non sottostare al padrone di turno. E qui si rivela il dato più significativo che ogni anno riscontriamo col nostro lavoro: la Calabria che resiste è di gran lunga superiore a quella che si impone per meri ruoli di potere, e questo ci rasserena, perché significa che domani avremo la possibilità di dare una notizia “buona” in più rispetto ad una “cattiva”. I sondaggi dicono ancora una volta che siamo la provincia dove si sta peggio, per questo il nostro augurio di buon 2019 va principalmente a tutti coloro i quali si battono con altruismo per scalare questa classifica che mette sì in risalto l’enorme disagio di un territorio, ma allo stesso tempo denota che le persone più forti sono quelle che qui hanno scelto di vivere e che un’altra Storia è dunque possibile.

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