Mercoledì, 13 Marzo 2019 20:42

La versione dei dissidenti: «L'"accurduni" tra Censore e Salerno era programmato da tempo. Situazione vomitevole»

Scritto da Redazione
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SERRA SAN BRUNO «Una situazione vomitevole quella che si sta registrando oggi con l’accordo Censore Salerno». Non usano tanti giri di parole i tre “dissidenti” Walter Lagrotteria, Valeria Giancotti e Brunella Albano per descrivere l’intesa trasversale che di fatto manterrà in vita l’amministrazione Tassone e lo fanno in una conferenza stampa, tenuta nel tardo pomeriggio odierno, carica di sentimenti contrapposti: da una parte l’amarezza dei tre per essere stati costretti ai margini di un progetto amministrativo per il quale si sarebbero «spesi al massimo», dall’altra la voglia di portare la cittadinanza a conoscenza di tutti i “sotterfugi” e dei “trucchi” che avrebbero condottto alla situazione attuale.

L’incontro, tenuto all’interno della Sala giunta del locale Municipio, si apre con l’intervento dell’ex assessore Brunella Albano, visibilmente emozionata e rammaricata dalle ultime vicende che hanno stravolto la maggioranza. «Abbiamo atteso per capire le possibili evoluzioni – ha spiegato Albano – e siamo qui oggi per chiarire la nostra posizione, perché noi non abbiamo nulla da nascondere. Abbiamo lavorato per 33 mesi all’interno della maggioranza con enorme impegno e, soprattutto, abbiamo deciso di aderire dopo un anno dal nostro insediamento nel Pd solo perché il docente Censore ce lo aveva chiesto. La nostra intenzione era quella di riuscire a dare maggiore unità e peso politico a tutta l’amministrazione, lui invece aveva bisogno di tre persone che mettessero la faccia e contribuissero a accrescere il suo bacino di consensi e procacciare voti. Abbiamo sempre operato all'insegna della trasparenza e della legalità, e l’amministrazione ha beneficiato costantemente della nostra presenza e del nostro apporto, nonostante i dissapori interni che hanno interessato anche altri consiglieri comunali, altri componenti della maggioranza che oggi però non hanno la nostra stessa determinazione nel far emergere la verità dei fatti». L’ex assessore Albano ha poi fatto un excursus di quello che è stato tutto il cammino dell’amministrazione, dalla data delle elezioni ad oggi, spiegando come le riunioni di maggioranza fossero evento raro, «solo due riunioni di maggioranza nell’ultimo anno», e come la loro scelta di uscire dal Pd e non dalla maggioranza fosse stata anticipata al sindaco «già giorni prima che venisse resa pubblica con il nostro comunicato stampa. La nostra scelta non avrebbe dovuto intaccare il prosieguo dell’attività amministrativa, il sindaco lo sapeva, riguardava solo la nostra permanenza o meno nel Pd, ma dopo le Primarie, contraddicendo quello che aveva detto inizialmente è stato spinto dal docente Censore a ritirare tutte le deleghe in giunta». Da lì si sarebbe quindi inasprito ogni rapporto interno all’amministrazione «nonostante – continua Albano – noi tre eravamo gli unici ad essere sempre presenti in Comune, altro che attaccamento alla poltrona e interessi personali. Anzi sono molto amareggiata per tutti i progetti in itinere a cui stavamo lavorando».

Valeria Giancotti ha proseguito sulla linea tracciata da Albano spiegando come «tutto è partito dalla nostra uscita dal Pd, una scelta che non c’entrava nulla con il nostro impegno in maggioranza e che oggi manda in fumo tutto il lavoro di questi mesi a causa delle scelte dettate dall’ex deputato Censore. Io mi riconosco ancora oggi nel progetto “La Serra Rinasce” – ha spiegato ancora l’ex vice sindaco – in coerenza con il mio percorso nel centrosinistra, ho deciso di aderire a questo progetto senza "se" e senza "ma" nel 2016 e ho contribuito alla vittoria elettorale». Giancotti ha poi voluto sgombrare il campo da ogni equivoco chiarendo come «nessuno ha mai preteso nulla, le rotazioni in giunta erano già state concordate preventivamente e il mio ingresso nel Pd era stato dettato dall’entusiasmo iniziale di appartenere ad un partito che pareva caratterizzato dal confronto, dall’apporto di contribuiti e di idee diverse. Ho offerto dei locali di proprietà della mia famiglia per la riapertura della sede di partito, dopo molte insistenze che ho manifestato anche al segretario cittadino. Poi col tempo tutto questo è svanito, il dialogo interno è venuto meno. Non c’era più spazio per discutere e tutto veniva imposto dall’alto, tutto era già deciso e preconfezionato, noi dovevamo solo alzare la mano per dare assenso a imposizioni altrui». Un modus operandi interno al Pd che per Giancotti avrebbe caratterizzato anche «la composizione delle liste per le ultime Primarie, già decise senza che nessuno di noi ne sapesse nulla, anzi le abbiamo apprese dalla stampa», lo stesso si sarebbe registrato «per le elezioni provinciali dove – continua dura l’ex vice sindaco – la sconfitta è stata pianificata a tavolino con una strategia politica precisa». «Non sono più disponibile – ha tuonato in chiusura del suo intervento Giancotti – ad accettare tutto questo e avremo modo anche di dirlo in piazza pubblicamente alle tante persone che ci sostengono. Posso dirlo a testa alta, perché non ho mai beneficiato né chiesto incarichi e altri favoritismi per me e per i miei parenti, mentre c’è qualcuno nel Pd che ha troppi scheletri nell’armadio». L'ex vice sindaco ha anche inteso fare «un in bocca al lupo alla nuova giunta per il lavoro che sarà chiamata a fare».

È stato poi il turno di Walter Lagrotteria che ha inteso rendere chiaro quello che sta succedendo: «Noi abbiamo esternato la decisione di uscire dal Pd, non dalla maggioranza. Della nostra scelta il sindaco era stato informato prima ancora che l’avessimo resa pubblica, addirittura si era concordato di incontrarci in una riunione di maggioranza successiva alle Primarie, che però non c’è mai stata. Inizialmente infatti il sindaco Tassone aveva precisato come la nostra scelta non andava ad intaccare il prosieguo del mandato amministrativo e che aveva rispetto per le sensibilità diverse che compongono la maggioranza. Ciò – aggiunge Lagrotteria – è testimoniato anche dalle comunicazioni intercorse telefonicamente e per messaggi, poi è tornato sui suoi passi costretto dall’ex deputato Censore, suo “padre politico putativo”, nonostante questo non rivesta più alcun incarico politico e sia semplicemente un docente dell’istituto superiore. Ci siamo spesi per 33 mesi con tutto noi stessi a prescindere dalle indennità in giunta o meno e vorrei chiarire una volta per tutte – ha proseguito – che io non ho mai compiuto atti illegali o condizionato l’attività amministrativa in alcun modo, contrariamente a quanto l’ex deputato ha lasciato intendere, così come non ho terreni da inserire nel Psc, né i miei figli hanno partecipato a selezioni e concorsi pubblici, per la Polizia municipale e per qualsiasi altra occupazione». Riguardo alle selezioni in corso al Comune Lagrotteria ha inoltre lanciato un appello al primo cittadino chiamandolo a «dare un segnale di legalità forte e di chiedere al capitano dei carabinieri e al commissario di polizia di fare parte o di incaricare un proprio delegato come componente della commissione di valutazione per la selezione dei vigili e degli altri concorsi. Guardi Censore – ha continuato Lagrotteria – cosa è successo al concorso per gli assistenti sociali, è lì che troverà qualche sorpresa. Lo stesso, visto che allude a favori per familiari, per quel che riguarda le cariche in giunta, visto che un suo nipote fu il primo ad entrare nell’esecutivo pretendendo la delega ai Lavori pubblici».

«In definitiva – ha spiegato ancora Lagrotteria – appare oggi chiaro come “l’accurduni” Censore-Salerno sia stato programmato da tempo e finalmente oggi esce fuori. Per quel che ci riguarda continueremo a lavorare con dedizione per il bene di Serra, confrontandoci anche con tutte le forze che esprimono dissenso verso il modo di agire di questa amministrazione. Già nel prossimo Consiglio, quando si discuterà il Bilancio di previsione, valuteremo la proposta del sindaco e decideremo il da farsi così come per tutti gli altri punti. Certo ci sentiamo di lanciare un appello di cooperazione a tutte le forze alternative a questo accordo Censore-Salerno» ha infine nuovamente sottolineato Lagrotteria dopo aver anche ringraziato tutti i dipendenti comunali per «l'apporto dato e per il rapporto maturato in questi 33 mesi».

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