Domenica, 11 Aprile 2021 10:40

Storia di ordinaria follia a Soverato: paziente Covid lasciato a casa senza cibo perché non ci sono posti letto

Scritto da Redazione
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Storia di «ordinaria follia» a Soverato, nel Catanzarese. La denuncia arriva dal sindaco Ernesto Francesco Alecci che, su Facebook, esprime la propria «amarezza e rabbia».

«Alle 12 stamani (ieri, ndr) – scrive il primo cittadino - mi chiama il maresciallo dei carabinieri e mi avvisa di aver ricevuto una chiamata da un signore solo in casa senza nulla da mangiare positivo al Covid. Il nome stranamente non mi dice nulla e mi prendo il numero per chiamarlo.

Lo chiamo, mi dice che ieri pomeriggio (venerdì, ndr) aveva chiamato il 118 perché stava male, paralizzato a letto dal dolore alle articolazioni, l'ambulanza lo preleva e lo porta a Lamezia dove prima del ricovero gli fanno un tampone, purtroppo risulta positivo al Covid e quindi dopo diverse ore in cerca, senza successo, di un posto letto, alle 4 del mattino lo riportano a casa e lo rimettono a letto con un catetere, solo e senza assistenza. Mi dice che non mangia da 2 giorni e che si sente male». Alecci, quindi, chiama i medici dell’Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e «gli do appuntamento davanti casa del signore dopo 15 minuti per avere prima il tempo di andare al supermercato a fargli un po' di spesa. Arriviamo lì dopo che un familiare ci porta la copia delle chiavi di casa (è allettato e non poteva alzarsi ad aprire) e i sanitari entrano. Lo trovano alle 12:45 con il catetere pieno di urina e sangue. Il letto zuppo d'acqua perché cercando di bere gli era caduta l'acqua addosso. Con grande fatica lo cambiano, sostituiscono le lenzuola e sostituiscono il catetere. Non sono però attrezzati alle cure domiciliari, visto che i sanitari dell'Usca possono intervenire solo sui positivi al Covid ma non per altre patologie». Ecco, dunque, che il primo cittadino chiama il servizio per l’assistenza domiciliare sanitaria che «presta soccorso a chi ha bisogno di cure, ma mi dicono che per i casi positivi al Covid non possono intervenire. Insomma, l'assistenza domiciliare non interviene per i positivi al Covid e l'Usca interviene per i positivi al Covid ma solo per i sintomi da Covid e non per altre patologie. Proviamo a far mangiare il signore ma non ci riesce. Non può deglutire e ha dolori troppo forti. Ci dice di aver avuto una emorragia digestiva dovuta all'abuso di antidolorifici presi nei giorni precedenti. Chiamo il 118 per un ricovero ma mi dicono che siccome la saturazione è buona non possono intervenire perché i posti letto sono pochi e occupati. I sanitari dell'Usca (molto scrupolosi e attenti) provano a fare il possibile ma la situazione non migliora. Richiamo il 118 e chiedo di fare il possibile perché la situazione non è sostenibile. Arriva l'ambulanza, medico e infermieri molto bravi e scrupolosi, iniziano le cure del caso nel tentativo di poter mettere il paziente in grado di seguire la terapia in casa. Dopo mezz'ora anche loro si accorgono che la situazione è più complicata del previsto e alle 16.20 finalmente viene portato in ambulanza. Salgono e partono via. Rimango a guardare l'ambulanza andare via dopo quasi 4 ore e mezza di stress, ansia e nervosismo. Mi rimangono in mano le chiavi di casa del signore e tanto sdegno, amarezza e rabbia. I sanitari dell'Usca, salutandomi, mi dicono che quelle che hanno usato sono le ultime mascherine e gli dico che in settimana proverò a procurarne per donargliele».

«Mi rendo conto di come è ridotta la nostra Calabria e la sanità. E ancora sento parlare di nomine, commissari, grandi scienziati, supereroi, power rangers e bacchette magiche. Sui social, poi, c’è chi parla dei grandi sistemi, della politica e del rinnovamento, dei partiti e dei movimenti. Intanto la gente muore e i posti letto dopo un anno ancora mancano. Vergogna! Noi calabresi, tutti - conclude Alecci - dobbiamo solo vergognarci per come abbiamo ridotto la nostra regione».

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