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Martedì, 12 Novembre 2019 18:52

C'è un nuovo pentito di ‘ndrangheta nel Vibonese

Scritto da Redazione
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Nuovo pentito di ‘ndrangheta nella provincia di Vibo. Si tratta di Giuseppe Comito, 40enne di Vibo Marina, condannato in via definitiva a 30 anni di carcere nell'ambito del processo denominato "Gringia" sulla faida tra il clan Patania, del quale è accusato di essere stato componente, e quello dei piscopisani. A rivelarlo, in udienza, secondo quanto riportato dall’Ansa, è stato il pm della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci che ha chiesto l'acquisizione dei verbali del neo-collaboratore di giustizia al processo "Black Money" relativamente alla posizione dell'imputato Pantaleone Mancuso, alias "Scarpuni", condannato all'ergastolo nel processo "Gringia". Acquisizione che i giudici hanno, tuttavia, rigettato.

Comito è stato più volte nominato da altri pentiti e, nelle sue motivazioni, la Corte d'assise d'appello di Catanzaro ne tratteggiava il ruolo nell'ambito della faida, tra il 2011 e il 2012, e in particolare nel delitto di Francesco Scrugli - per il quale è stato condannato per concorso in omicidio - commesso il 21 marzo 2012 a Vibo Marina, in cui rimasero feriti Rosario Battaglia e Raffaele Moscato. «Aveva il compito - scrivevano i giudici - di dare il via libera all'ingresso dei killer nell'immobile nel momento in cui gli obiettivi si fossero allontanati ed all'interno non vi fossero nemmeno gli operai che stavano eseguendo dei lavori di ristrutturazione. Solo in tal modo sarebbe stato garantito l'effetto sorpresa dato dalla presenza dei killer lungo le scale mentre Scrugli e gli altri avrebbero fatto ritorno nell'appartamento». Non solo: a parlare di Comito, infatti, è stato anche un altro collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato, con riguardo all'omicidio di Davide Fortuna che, a suo giudizio, sarebbe avvenuto «perché se l'è venduto Giuseppe Comito con Pantaleone Mancuso 'Scarpuni'. Questi non muoveva un passo senza Nazzareno Colace che è vicinissimo a 'Scarpuni'. La casa di Comito affaccia sulla spiaggia dove avvenne il delitto. La sua baracca era in una posizione strategica per essere usata come base per l'omicidio di Scrugli ed il tentato omicidio mio e di Battaglia poiché posizionata a circa 500 metri dalla casa di Fortuna, in una zona buia e senza telecamere, con la possibilità di fuga dalla spiaggia. Colace aveva detto a un tale Giuseppe Comito di sorvegliarci. E infatti quando ci fu l'omicidio di Fortuna, la ragazza di Battaglia, che era in spiaggia, prese i bambini di Fortuna e si allontanò, andando a chiedere rifugio proprio nella casa di Comito che era a 10 metri dalla nostra di via Arenile, luogo dell'agguato di marzo. E Comito le chiuse la porta in faccia». Il neo-pentito viene tirato in ballo anche da un altro collaboratore, Nicola Figliuzzi, ex braccio armato dei Patania che parlando sempre del delitto Fortuna, ha riferito: «A segnalare ai killer la presenza di Fortuna fu Giuseppe Comito, uomo di 'Scarpuni'», aggiungendo che gli appostamenti ai rivali Rosario Battaglia e Raffaele Moscato, «venivano effettuati da Giuseppe Comito e Francesco Alessandria presso il quale lavoravo e fu lui a dirmi che li avevano trovati tutti e due, più Scrugli».