Venerdì, 18 Settembre 2020 12:25

Chiaravalle, le precisazioni di un 34enne dopo l'arresto per droga: «Misura cautelare durata solo 24 ore»

Scritto da Redazione
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In merito a un articolo apparso sulla nostra testata lo scorso 11 settembre, dal titolo “Nascondeva marijuana in auto, arrestato un 34enne di Chiaravalle” (qui l’articolo), frutto di un comunicato inoltrato da parte delle forze dell’ordine, il diretto interessato, B. A., ha inviato delle precisazioni a rettifica del pezzo. Stando alle precisazioni del 34enne di Chiaravalle, non corrisponderebbe al vero il ritrovamento di marijuana in auto: «Cominciamo dalla cosa che appare forse più incomprensibile - si legge nella nota di rettifica - e assurda: la presenza negli articoli di una fantomatica autovettura, nella quale, per giunta, sarebbe stata rinvenuta occultata della sostanza stupefacente. E questo non è passabile. Non è una questione di interpretazione, perché si è scritto chiaramente che si nascondeva “droga” in auto. Bene. se è vero bisogna dimostrarlo. Qual è quest’auto? A chi appartiene? Ovviamente sarà stata perquisita, con quale esito? Che sostanza è stata trovata? E in quale quantità? Perché questa altrimenti non è una notizia, ma semplice diffamazione». Dunque, non corrisponderebbe a verità il fatto che «la perquisizione veicolare eseguita poco dopo ha permesso di rinvenire, occultato all’interno del veicolo, un involucro di carta cellophanata contenente 2,8 grammi di marijuana».

Nel precisare quanto detto B. A. ha dichiarato: «Anche il verbale del fermo evidenzia in modo inopinabile che il soggetto si trovasse “a piedi” nella piazza del paese nell’atto di discutere con un amico. E sempre i carabinieri si trovavano nella stessa piazza e, avvicinatisi, intimano ai ragazzi la necessità di una perquisizione, perché a parer loro, sospetti. Tanto sospetti che di fatto la perquisizione dà esito negativo per entrambi (anche qui verbale alla mano)». L’arresto per “possesso di sostanza ai fini di spaccio” sarebbe avvenuto di seguito alla perquisizione domiciliare. Come si evince sempre dal comunicato delle forze dell’ordine «la perquisizione domiciliare eseguita presso l’abitazione del 34enne ha consentito di rinvenire 24 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi nonché un bilancino di precisone e il materiale necessario al confezionamento. Sempre durante la perquisizione domiciliare sono state trovate e sequestrate 11 confezioni di metadone cloridrato per un totale di 500 mg di sostanza stupefacente e 60 euro in banconote di piccolo taglio, verosimilmente provento dell’attività di spaccio». Il ritrovamento della sostanza all’interno del proprio domicilio è stato confermato anche dal diretto interessato che in merito scrive: «Quindi è una smentita necessaria specificare che non è stato ritrovato proprio nulla occultato in ipotetici veicoli o addosso al soggetto, ma solamente nell’abitazione, e per un uso personale». Rispetto al ritrovamento dei farmaci sequestrati, B. A. ha poi dichiarato la “legittimità” del possesso nonché la disposizione del dissequestro: «Quei farmaci, altro non fossero che la terapia quotidiana con documentazione al seguito. E infatti, come dichiarato dal giudice: “Viene subito disposto il dissequestro e la restituzione del farmaco al legittimo proprietario. Non viene convalidata l’accusa di spaccio invero la documentazione prodotta conferma la versione dei fatti fornita dall’imputato”». In ultimo, in merito alla misura cautelare, B. A. ha dichiarato nella sua nota: «Ultima puntualizzazione riguarda le limitazioni delle libertà a cui, secondo gli articoli, era stata sottoposta la persona, ovvero gli arresti domiciliari. Al momento della pubblicazione delle notizie erano ormai giorni che tutte le limitazioni erano state ritirate per inconsistenza. La persona difatti è rimasta in stato di fermo solo per 24h, ovvero il tempo di svolgere, il giorno seguente, l’ordinanza presso il Tribunale di Catanzaro. Terminata la quale, dunque dal 9 settembre, non è sottoposto ad alcuna misura cautelare. Risultando pienamente libero (3 giorni prima degli articoli). Infatti ho richiesto questa rettifica non per la notizia in sé, ma perché, visto che sono state tutte pubblicate l’11/09. E i fatti si erano conclusi con specifica sentenza, già giorno 09/09». Riconoscendo comunque di aver «trasgredito la legge» B. A. ha ringraziato il suo legale Fabio Tino che lo ha seguito nella vicenda.

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