Domenica, 24 Maggio 2020 14:10

Cinquanta aziende del trasporto privato si preparano a “invadere” la Cittadella

Scritto da Bruno Greco
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Il prossimo 27 maggio, a partire dalle 9,30, gli spazi antistanti la Cittadella regionale assumeranno la funzione di un enorme parcheggio per autobus: quelli di proprietà di 50 aziende calabresi che da anni si occupano della mobilità di migliaia di persone e oggi chiedono risposte. Risposte necessarie perché al virus che sta man mano perdendo forza se ne sta affiancando un altro che ha fortemente colpito un settore, quello dei trasporti privati che, nonostante proclami e linee guida, stenta a rialzarsi e rischia fortemente di essere un’altra “parte lesa” dell’economia calabrese. 50 aziende per un totale di oltre 80 mezzi fermi che da sempre hanno rappresentato un punto di riferimento soprattutto per gli emigrati calabresi del Nord Italia ma anche trapiantati in Svizzera, Austria, Germania, Francia, Belgio e Lussemburgo. Mesi andati in fumo causa pandemia, posti necessariamente ridotti alla metà per le norme sul distanziamento e zero garanzie. Tra le aziende territoriali che prenderanno parte alla protesta, davanti la sede della giunta regionale calabrese, ci saranno, mercoledì prossimo, la Viaggi Gullì, Nova Reisen e Calanda di Chiaravalle Centrale, Tino di San Vito sullo Jonio e L’Aurora di Nardodipace assieme alla gran parte dei colleghi di tutta la regione. La protesta è nata di seguito alla richiesta di intervento della Confapi Calabria (settore Trasporti) a sostegno della categoria dei trasporti privati di merci e persone e inviata agli assessori Domenica Catalfamo (Lavori pubblici), Fausto Orsomarso (Sviluppo economico e Turismo), Gianluca Gallo (Welfare, politiche sociali e per la famiglia) e alla presidente Jole Santelli. Nella richiesta sono state formalizzate delle proposte, dato il rallentamento del trasporto merci e la sospensione del trasporto persone per fini turistici.

RICHIESTA DI AGEVOLAZIONI Nella dettagliata missiva, la Confapi Calabria inserisce in primis la sospensione biennale del versamento dei tributi regionali (tassa automobilistica e Irap) «totale o parziale a seconda dal fatto che vi sia stata una riduzione ovvero una sospensione totale dell'attività lavorativa». In più si chiede «l’erogazione fondi per la predisposizione sui mezzi di trasporto delle misure sanitarie anti-contagio». Nei vari punti messi nero su bianco compare anche l’invito alla creazione di una short-list per l'affidamento alle aziende di trasporto privato delle linee “bis” a supporto e integrazione del trasporto pubblico locale, l’integrazione del servizio delle “Ferrovie della Calabria” e delle tratte ferroviarie. Per le aziende di autolinee a media e lunga percorrenza viene richiesta anche la «compensazione pecuniaria chilometrica regionale» per i posti non occupati a causa del distanziamento sociale. Tutte misure che comunque vadano a favore di quelle piccole e medie imprese del trasporto privato, che dall’emergenza sanitaria, e fino a quando le regole non subiranno variazioni, si sono completamente ritrovate escluse dal comparto trasporti.

IL BLUFF DEL “DECRETO LIQUIDITÀ” Per quanto riguarda i finanziamenti che dovrebbero fornire liquidità alle piccole e medie imprese, con garanzia dello Stato al 100% fino ai 25mila euro, (Decreto Liquidità), emergerebbero diversi intoppi nel rapporto tra le aziende e le loro banche. Il modulo per il finanziamento è disponibile sul sito del Fondo di Garanzia ma, nonostante le garanzie statali, non offre certezze sull'erogazione. «Nel mio caso specifico – ha dichiarato uno dei responsabili della Viaggi Gullì, Giovanni Gullì – ma che riguarda anche tanti altri colleghi, ho già avuto certezze sull’impossibilità di ricevere il finanziamento. Le banche, nonostante la garanzia dello Stato, dicono di non poterlo erogare perché non si ha la certezza della fine che faremo. Dunque, pur protette dal Fondo di Garanzia, in caso di future insolvenze ricadrebbe su di loro la responsabilità legale. A questo punto mi chiedo: con un fatturato pari a zero durante la piena emergenza, i posti ridotti, il punto interrogativo sulla ripresa delle attività e la mancanza di liquidità, come fa un’azienda del nostro settore a ripartire?».

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