Sono arrivati a 7 i decessi registrati tra i pazienti della Rsa di Chiaravalle Centrale “Domus Aurea”. Alle 4 vittime registrate tra ieri e la notte appena trascorsa se ne sono aggiunte altre 3 nella giornata odierna, come confermato da fonti interne all’amministrazione di Chiaravalle Centrale. Come si ricorda, il primo paziente era deceduto nella stessa struttura di Chiaravalle (per un’ischemia ma con un riscontro positivo al covid-19), il secondo al policlinico “Mater Domini” di Catanzaro, mentre il terzo decesso si era verificato all’ospedale “Pugliese Ciaccio”. Stamani la conferma di ulteriori due decessi di pazienti che ieri erano stati trasferiti proprio al Mater Domini di Catanzaro, bilancio giornaliero che si va ad aggiungere dunque ad altre 2 persone che non ce l’hanno fatta, decedute proprio in queste ore.  

Nella notte trascorsa era iniziato il trasferimento nel tentativo di ospedalizzare tutti i pazienti della Rsa a causa dell’impossibilità di poterli gestire ancora all’interno della struttura stessa, ma il Comune di Vallefiorita fa sapere che «il trasferimento dei pazienti risultati positivi al Covid-19 ricoverati presso la casa di cura Domus Aurea è stato bloccato. Doveva avvenire oggi presso l’ospedale di Lamezia Terme, in modo tale da fornire le adeguate cure e i sevizi di assistenza a tutti i degenti. I pazienti ricoverati al momento nella struttura - scrivono ancora gli amministratori - sono privi di ogni assistenza di primaria importanza, stesso discorso vale per gli operatori che si ritrovano a dover lavorare senza nessun presidio di sicurezza sanitaria. Al momento stiamo assistendo ad una vera e propria strage, nel silenzio assoluto delle autorità (in)competenti. Questo appello va al presidente Conte, al ministro della Salute, al prefetto di Catanzaro e al presidente di Regione, affinché si attivino nel giro di poche ore per risolvere questa situazione a dir poco tragica. Tutti noi abbiamo capito che siamo nelle mani di nessuno, abbiamo bisogno d’aiuto. Il nostro è anche e soprattutto un grido di dolore, non solo di denuncia. La vergogna d’Italia».