Venerdì, 29 Gennaio 2021 18:30

Frode fiscale, ecco le accuse al deputato M5S Tucci e i nomi degli altri indagati

Scritto da Redazione
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Nella sua qualità di legale rappresentante dell’“Assistenza servizi telematici satellitari - Società cooperativa sociale” fino al 19 marzo 2018, al fine di «evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società la fattura numero 4/1 del 10 marzo 2015 emessa dalla “Autoelettrosat srl”, relativa a operazioni oggettivamente inesistenti», l’avrebbe utilizzata «nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva del 2015 e, in tal modo, evadeva le imposte per un ammontare pari a 9mila 900 euro».

Lo scrive il gip del Tribunale di Vibo Valentia Marina Russo nell’ordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva e contestuale decreto di sequestro preventivo di beni nell’ambito di un procedimento penale a carico di 5 persone indagate, a vario titolo, per reati tributari, in quanto avrebbero presentato, secondo i finanzieri, «fraudolenti dichiarazioni annuali dei redditi, relative agli anni d’imposta dal 2011 al 2018, utilizzando fatture per operazioni inesistenti». Complessivamente, l’attività ha consentito di accertare l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo di 3 milioni 100mila euro, l‘utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un importo di 3 milioni di euro. Tra gli indagati figura anche il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Tucci, che dovrà rispondere di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, reato questo che sarebbe stato commesso a Vibo il 19 giugno 2016. Non solo: dal 31 ottobre 2014 al 28 febbraio 2018, sempre secondo quanto si legge nell’ordinanza, «con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante dell’“Assistenza Servizi telematici satellitari” fino al 19 marzo 2018, al fine di consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sull’Iva alla “Autoelettrosat srl”», Tucci avrebbe emesso fatture «relative a operazioni oggettivamente inesistenti per un ammontare annuo di: 18300 euro (anno 2014), 222400 euro (anno 2015), 204600 euro  (anno 2016), 219600 euro (anno 2017), 36600 euro (anno 2018)». Tra gli indagati per reati simili figurano anche Vincenzo Maria Schiavello, 47enne nato a Serra San Bruno ma domiciliato presso la sede della “Autoelettrosat srl” a Vibo (difeso dall’avvocato Pasquale Andrizzi del foro di Vibo); Adriano Tucci, 36enne domiciliato a Ionadi (difeso dall'avvocato Vincenzo Trungadi); Domenico Garcea, 35enne domiciliato a Vena di Ionadi (anche lui difeso dall’avvocato Trungadi) e Luigino Schiavello, 43enne nato a Serra ma residente a Ionadi.

Secondo quanto scrive il gip nell’ordinanza, «a seguito di una verifica volta all'accertamento della regolarità degli adempimenti tributari da parte della "Autoelettrosat s.r.l.", i militari della Guardia di finanza appartenenti al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Vibo Valentia hanno acclarato la verosimile esistenza di un complesso meccanismo di frode fiscale messo in atto attraverso l'utilizzo di società c.d. cartiere, apparentemente terze rispetto alla Autoelettrosat srl». I controlli effettuati, infatti, accerterebbero la «presenza di un'unica realtà imprenditoriale costituita da quattro diversi soggetti economici facenti capo a Vincenzo Maria Schiavello il quale, attraverso la costituzione di società "parallele" avrebbe ottenuto, nell'arco temporale che copre l'ultimo decennio, benefici economici indebiti pari a oltre un milione di euro».

In merito alla vicenda che lo vede coinvolto, il deputato Tucci ha precisato che «i fatti contestati sono precedenti all'inizio della mia attività politica» e che ha «già avvisato di quanto successo i vertici del Movimento 5 Stelle, il comitato di garanzia e il collegio dei probiviri. Ho piena fiducia nella magistratura - ha detto l’esponente grillino - e sono sicuro di poter dimostrare la mia totale estraneità ai fatti contestati».

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