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Giovedì, 23 Agosto 2012 15:12

Il glorioso Kursaal diventa un canile abusivo – LE FOTO

Scritto da Salvatore Albanese
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mini DSC 0397Ieri matrimoni, ricevimenti, battesimi, feste e festini. Oggi meticci. Cani di tutte le taglie con le catene incarnate al collo e che si sbranano a vicenda. Affamati, maleodoranti e sporchi.

Siamo negli anni ’80 ed il Kursaal gira a pieno regime. Nel cuore del centro storico, di proprietà della regione Calabria, viene egregiamente gestito dai ‘Fiorindo’, una delle più note dinastie gastronomiche serresi. Leader nel settore della dolciaria e capaci di esportare anche oltre oceano. Una di quelle poche aziende che ha fatto grande il nome di Serra San Bruno.

E proprio grazie al Kursaal, i maghi dell’amaro serrese, in particolar modo Nicola Franco, dimostrarono di saperci fare anche nell’arte del mangiar bene a tavola, accogliendo migliaia di clienti nelle sale decorate dalle enormi vetrate a scacchiera di quello che prima ancora era stato un ostello per giovani viaggiatori.

Altri tempi. Altra economia. Ora anche la ristorazione stenta. Una parabola discendente che non ha risparmiato nessuno. Del Kursaal rimane una lugubre struttura, con porte e finestre sfondate. Uno scempio eloquente, nella centralissima piazza Guido. Lo scheletro di un glorioso vascello inabissato nei ridicoli fondali della non curanza, da cui si innalzano un odore nauseabondo e ululati che lamentano patimenti. Infatti, qualche buontempone, nella totale indifferenza delle istituzioni, si è appropriato di recente della struttura e l’ha goffamente convertita a canile. Ospitando fra le mura dell’ex ristorante, in condizioni igieniche precarie, anzi pietose, una ventina di cani randagi. Una situazione che dura da mesi e si è protratta anche per tutto il periodo estivo sotto gli occhi attoniti di centinaia di turisti. Un’indecenza su cui l’amministrazione comunale, che fa finta di non vedere, non si è mai concretamente pronunciata.

Una storia tortuosa quella del Kursaal. Prima semplice sala ricevimenti e buffet, poi ristorante. Chiuso a metà degli anni ’90, la struttura rimase inattiva per più di un decennio fino a quando si trasformò in wine-pub, ma solo per una breve parentesi di qualche mese. Dal  2011 la regione l’ha affidato al Parco delle Serre, ente fantasma oggi di matrice PDL, sorto per la valorizzazione del patrimonio naturale ma che nel concreto serve, ed è servito anche in passato sotto la guida del centro-sinistra, solo ad elargire qualche assunzione telecomandata. Il routinario contentino per dirigenti ed elettori fedeli al partito. Il peggio è che secondo l’attuale sindaco Rosi la struttura sarebbe presto risorta, tanto che venne inserita perfino nel programma dell’ultima campagna elettorale. Nell’insalata con le altre 100 cose da fare e disfare che avrebbero reso Serra San Bruno la capitale del turismo calabrese. All’epoca l’attuale amministrazione ci vedeva un centro convegni. Noi ci vediamo quello che è: un decadente ammasso di calcinacci ed eternit abbandonato a se stesso. Adibito a canile abusivo. Lasciato morire in bella vista, proprio al centro di quella illusoria capitale turistica che non c’è. 

(foto Salvatore Federico)

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