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Martedì, 06 Novembre 2012 12:01

In attesa di una casa dall' Aterp: gli Andreacchi sollecitano l'intervento delle istituzioni

Scritto da Alessandro De Padova
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mini pasquale_con_la_madre_maria_rosa

SERRA SAN BRUNO - È morto senza un perché. Ed i genitori, ancora oggi, chiedono verità e giustizia. Vogliono che sia fatta luce sulla morte di Pasquale. Non accettano che dopo appena un anno dal delitto, la Procura della Repubblica abbia deciso di archiviare il caso. Per Pasquale, così come per molte altre vittime innocenti, non ci sono colpevoli. I morti ammazzati, però - soprattutto in Calabria - ormai non si contano più. Giovani nel pieno della maturità trucidati barbaramente. Filippo Ceravolo, Pasquale Andreacchi e tanti altri. Vittime innocenti. Figli di una terra dimenticata da tutto e da tutti. Soprattutto dai media nazionali. Gli assassini di Pasquale, dunque, rimangono impuniti. E a Serra è come se nulla fosse successo. Il silenzio della gente comune è assordante. In questi casi, chi sa qualcosa, preferisce non parlare.
Nessuno ha visto. E chi ha visto, non parla per paura, rischiando magari di subire qualche ritorsione. In un modo o nell'altro. La famiglia Andreacchi, dunque, sta portando avanti la propria battaglia in solitudine. La politica è assente. E lo è sempre stata. Ma non sono state da meno neppure le associazioni, la Chiesa e le istituzioni. Ad eccezione di 'Libera' che, al contrario, le è sempre stata vicina. Salvatore e Maria Rosa, dunque, sono stati lasciati soli. Qualche timida vicinanza nei giorni successivi al ritrovamento dei resti. Da allora in poi tutto è caduto nel più totale dimenticatoio. Loro, però, non intendono mollare. Vogliono giustizia. Non tanto per sè stessi. Quanto per ridare un minimo di dignità a Pasquale che non meritava di morire così. In questi giorni, però, gli Andreacchi stanno conducendo un' altra battaglia. Questa volta con la burocrazia. Nel luglio del 2011, infatti, l' Aterp ha pubblicato una graduatoria definitiva per l'assegnazione di alcuni alloggi, nella quale sono stati resi noti i nuclei familiari con maggiori difficoltà economiche che, dunque, necessitano di una casa dove vivere in tranquillità. Al momento, sarebbero libere otto abitazioni, di cui quattro già in fase di ultimazione. «Per quale motivo l' Aterp non provvede all' assegnazione immediata degli alloggi in questione?», si chiedono Salvatore e Maria Rosa. «In questi mesi ci sono stati rimpalli di responsabilità tra Comune e Aterp ma nessuno fino a questo punto è stato in grado di risolvere il problema. Continuare a vivere sotto questo tetto non ci consente di essere al sicuro. Non chiediamo altro. Chiediamo soltanto che ci venga assegnato un alloggio, così come stabilito dalla graduatoria dell' Aterp. Anche perchè non abbiamo alcuna intenzione di trascorrere un altro inverno con le pareti che, a momenti, rischiano di cadere. Il freddo si fa sentire. Quando piove, l'acqua entra addirittura in casa. È assurdo costringere una famiglia a vivere in queste condizioni. Al sindaco Rosi e ai dirigenti dell' Aterp - concludono - chiediamo che prendano seriamente per mano il problema, cercando di trovare una soluzione nel più breve tempo possibile». Che qualcuno si faccia avanti.
 
 
 
(articolo pubblicato su Calabria Ora)

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