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Venerdì, 20 Gennaio 2012 13:10

La protesta dei forconi si accende anche in Calabria: le tv minimizzano ma il tam tam è sul web

Scritto da Angelo Vavalà
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mini forconiMentre l'Italia e almeno mezzo mondo sono impegnati a mettere alla gogna il capitano Schettino, comandante della nave da crociera Costa Concordia, naufragata al largo dell'isola del Giglio, nel Sud Italia una protesta popolare è partita dalla Sicilia per arrivare nelle ultime ore a contagiare anche la Calabria. A protestare non è un popolo indignato per la manovra azzardata di un capitano che è costata la vita ad almeno 11 persone, comunque una grande tragedia,  ma sono quei cittadini, quegli italiani, che appartengono alle fasce più deboli del tessuto sociale della nostra nazione e che denunciano di essere stati messi ulteriormente in ginocchio

, per non dire alla fame, dal progressivo aumentare della crisi e dalla non corrispondente capacità dei governi che si sono succeduti ad affrontarla evitando di pesare proprio su chi ha di meno, tendenza aggravata dagli ultimi rincari decisi dall’esecutivo Monti. Si parla di una protesta che con il passare delle ore si fa sempre più imponente, ma più cresce e più i TG e i vari programmi di opinione provano a tenerla nascosta o, quando proprio non si può fare a meno di parlarne, a minimizzarla, amplificando la tragedia e crocifiggendo il capro espiatorio – comunque ingiustificabile e da punire – schernito come “capitan codardo”.

'obiettivo di chi, attraverso la protesta, sta provando a far sentire la propria voce è quello di far sapere, senza tanti fronzoli, che “non se ne può più”, che i cittadini “non possono essere trattati come sudditi di uno stato-padrone” e che soprattutto la dignità dell’uomo deve valere più d’ogni altra cosa e soprattutto più del dio denaro, che oggi sembra essere l’unico credo anche per le “caste” ecclesiastiche. In Sicilia si va avanti da ormai 5 giorni e nonostante inizino a  scarseggiare sia le scorte alimentari che quelle di carburanti il resto dell’Italia viene tenuta quasi all’oscuro. Altri presidi di manifestanti stanno nascendo in Calabria, a Pescara e nell’altra isola dello stivale, la Sardegna.

Oggi il governatore della Sicilia, Lombardo, ha finalmente rilasciato le prime dichiarazioni ufficiali: “Mi auguro che i blocchi siano rimossi, perchè ritengo che adesso a pagare i disagi siano le famiglie e i produttori”, come se i disagi delle famiglie di chi si è visto costretto a scendere in piazza per rivendicare i propri diritti non avessero pari valore. Il movimento “dei forconi” ad ogni modo si allarga e, tra tante polemiche su possibili strumentalizzazioni da parte di gruppi di estrema destra e – lo ha detto il presidente di Confindustria Sicilia – forse anche della mafia, sta comunque prendendo piede e non è certo una notizia da sottovalutare, che non sta passando sotto silenzio soprattutto grazie all’enorme risonanza che ha avuto sul web, per lo più attraverso i social network, dove non si parla d’altro.

Intanto, secondo gli ultimi aggiornamenti sono saliti a 160 i camion fermi agli imbarcaderi di Villa San Giovanni che sono impossibilitati a traghettare per lo sciopero in atto in Sicilia. Entro la mezzanotte di oggi e' previsto il termine del fermo deciso dagli autotrasportatori siciliani per la scadenza dei cinque giorni previsti dalle norme di regolamentazione degli scioperi, anche se le difficoltà potrebbero proseguire e la protesta dei forconi e dei pescatori potrebbe andare avanti. Un presidio è in atto anche a Crotone, in località Passovecchio, sulla statale 106, all’ingresso della città, dove sono presenti alcune decine di manifestanti su un lato della carreggiata. 

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