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Sabato, 20 Luglio 2013 15:03

Malasanità: caso Pugliese, anestesista rinviato a giudizio

Scritto da Alessandro De Padova
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mini pugliese

Quella di Lauretta Pugliese è una storia di malasanità. Una delle tante. In una regione dove, troppo spesso, non si ha fiducia nell’operato dei medici e si decide, dunque, di emigrare al Nord o in altre strutture più efficienti. Lauretta Pugliese è deceduta il 12 ottobre del 2011, dopo un intervento chirurgico di artoplastica con artoprotesti alla gamba destra, presso la casa di cura ‘Villa Caminiti’ di Villa San Giovanni. Doveva essere un normale intervento, quello della giovane 44enne, mamma di due figli (Domenico, di 22 anni e Annalisa di 20). E invece, si è trasformato in tragedia. Da due anni la famiglia Pugliese - difesa dagli avvocati Salvatore Francesco Campisi e Giuseppe Rombolà - lotta per chiedere verità e giustizia di fronte all’ ennesimo presunto caso di malasanità. La signora Pugliese dal rientro in stanza in uno stato soporifero e incosciente ha cessato di vivere poco dopo sotto lo sguardo attonito della figlia Annalisa, la quale ha immediatamente denunciato l’accaduto
e da allora vi è in atto un indagine volta a rendere giustizia. Dopo una serie di passaggi giudiziari, nei giorni scorsi il giudice per le udienze preliminari di Reggio Calabria, Antonio Scortecci, ha deciso per il rinvio a giudizio del dottore Stefano Barillà, l’ anestesista presente durante l’intervento. Secondo l’accusa, dunque, Barillà sarebbe responsabile del decesso di Lauretta Pugliese. Hanno deciso di costituirsi parti civili Annalisa Fusca, figlia della vittima e Antonio Pugliese, padre della vittima che, unitamente ai loro difensori (Campisi e Rombolà), hanno espresso la loro piena soddisfazione per l’esito dell’udienza e hanno ribadito la loro volontà di continuare a lottare affinché sia fatta piena luce sulla vicenda. Conclusa l’udienza preliminare, a Novembre inizierà il processo penale

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