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Giovedì, 10 Maggio 2012 14:15

'Ndrangheta, indagato l'ex vicesindaco di Soverato. In manette anche un carabiniere

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mini SoveratoQuindici custodie cautelari nei confronti di altrettanti presunti affiliati alle cosche Sia-Procopio-Tripodi operanti nel Soveratese, accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, occultamento di cadavere, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Tra gli arrestati c'è anche Vincenzo Alcaro, brigadiere dei carabinieri in servizio al reparto operativo del comando provinciale di Catanzaro, mentre l'ex vicesindaco di Soverato, Teodoro Sinopoli, è indagato in libertà: entrambi sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. L'operazione, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e dai carabinieri del Ros, del comando provinciale di Catanzaro e della compagnia di Soverato, mira a fare luce sulla faida

che ha provocato più di venti di morti ammazzati, negli ultimi tre anni, tra il Soveratese e le Serre, e che sarebbe scaturita dallo scontro tra la cosca Sia-Procopio-Tripodi - appoggiata dai Vallelunga di Serra San Bruno, dai Novella di Guardavalle e dai Costa di Siderno - e i Gallace, sempre di Guardavalle. Le indagini sono partite da un presunto caso di lupara bianca, quello di Giuseppe Todaro, scomparso nel 2009 e la cui famiglia sarebbe legata proprio ai Gallace. Tra gli arrestati ci sono i presunti madanti ed esecutori della scomparsa di Todaro, i cui parenti tentarono anche di uccidere Vittorio Sia in un agguato poi sventato. L'operazione odierna mira a ricostruire le dinamiche che hanno portato allo scoppio della faida detta "dei boschi", anche se questa guerra di mafia, a differenza della prima faida dei boschi che si verificò negli anni '80, non è esplosa per il controllo degli appalti boschivi ma, presumibilmente, per interessi economici ben più consistenti come quelli riguardanti il redditizio business dell'energia alternativa e il controllo degli appalti pubblici; nonchè, ovviamente, per il predominio su un territorio economicamente appetibile quale quello del Soveratese. 

L'ex vicesindaco di Soverato è accusato di avere affidato lavori pubblici e forniture ad una ditta che secondo gli inquirenti sarebbe riconducibile ad uno dei boss del soveratese. Per Sinopoli, la Dda aveva chiesto l'arresto ma la misura è stata rigettata dal Gip, che ha invece disposto la custodia cautelare in carcere per il brigadiere dei carabinieri Vincenzo Alcaro: il sottufficiale avrebbe fornito ai componenti dell'associazione mafiosa informazioni sulle operazioni di servizio che venivano svolte dai suoi colleghi nei confronti della stessa cosca. I 14 destinatari del provvedimento di custodia cautelare in carcere sono: Maurizio Tripodi, Michele Lentini, Vincenzo Bertucci, Alberto Sia, Patrik Vitale, Vittorio Sia, Vincenzo Alcaro, Salvo Gregorio Mirarchi, Simone Borello, Pietro Cristofaro, Vincenzo Ranieri, Andrea Vono, Luca Iiritano, Davide Sestito (irreperibile).

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