Lunedì, 06 Settembre 2021 09:51

Ospedale “San Bruno” tra eccellenze e criticità, il punto di vista di un paziente-infermiere

Scritto da Bruno Greco
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L’operatore sanitario che diventa paziente e osserva da un altro punto di vista, quello meno privilegiato, dove non è più lui a decidere ma si deve completamente affidare alla professionalità dei colleghi. L’infermiere Maurizio Arena, dopo aver avuto una brutta polmonite, ha voluto raccontare la sua esperienza al “San Bruno”, trovatosi per la prima volta nei panni del ricoverato proprio nel suo ospedale.

«È stato strano per me trovarmi dall’altra parte e percepire un punto di vista diametralmente opposto a quello a cui sono abituato. Una situazione che mi ha fatto notare la professionalità dei medici e di tutti gli operatori sanitari in forza all’ospedale di Serra. Una cosa che da operatore percepisci in maniera differente mentre da paziente la vivi completamente sulla tua pelle». Lontano dalla routine e dalle “automazioni” che il lavoro crea Arena – anche in veste di segretario amministrativo provinciale Nursind – ci ha tenuto ad esprimere il punto di vista di un operatore sanitario che diventa paziente nell’ospedale in cui lavora, spesso oggetto di critiche soprattutto a causa dello smantellamento subìto negli anni dagli ospedali di montagna, tra cui quello serrese. «Fin da subito mi sono trovato a mio agio e ho potuto testare l’eccellente aspetto organizzativo e assistenziale da parte di tutti, dai medici agli Oss. Con questo vorrei sottolineare che quando il “San Bruno” finisce sotto le critiche queste non possono essere rivolte al personale ma a chi ci tiene sotto organico e alle evidenze carenze strutturali». Infatti, pur conscio dell’esperienza positiva, Arena ha sottolineato anche alcune criticità che andrebbero superate. Senza andare oltre la sua esperienza in qualità di paziente l’infermiere ha dichiarato: «In Radiologia, per esempio, mancano medici e una radiografia o una Tac devono essere elaborate prima a Vibo e poi consegnate a Serra». Per quanto concerne poi il servizio mensa, il referente Nursind ha spiegato: «Mi chiedo perché il cibo non venga preparato nella cucina dell’ospedale perfettamente funzionante e venga portato da Vibo. Senza giudicare il lavoro di chi se ne occupa, che sarà fatto sicuramente in modo professionale e con passione, ma il cibo arriva comunque da Vibo e per quanta accortezza ci si possa mettere il tempo di percorrenza delle derrate, a mio avviso, è troppo lungo». Infine, la carenza di organico viene sottolineata anche nel momento in cui i pazienti devono aspettare l’esito del tampone antigenico prima di accedere alla struttura in quanto «non esiste un luogo adeguato e riparato per le persone in attesa e il pre-triage non può essere reso funzionante a causa della mancanza di personale».

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