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Sabato, 12 Marzo 2016 19:56

Serra, cani ‘liberati’ a Santa Maria. L'Enpa: 'Identificare i responsabili dell’accaduto’

Scritto da Redazione
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SERRA SAN BRUNO - La notizia – diffusa ieri dal Vizzarro – è ormai nota. Nella mattinata di ieri, il titolare della “Calabria Ecologica Sas” – l’azienda che gestisce il canile di San Gregorio d’Ippona, nel quale sono stati ospitati per anni anche alcuni cani accalappiati sul territorio di Serra – a seguito di un lungo contenzioso con l’amministrazione guidata dal primo cittadino Bruno Rosi aveva deciso di riconsegnare 4 randagi al Comune.

Il titolare del canile si era dunque recato a Serra, con un proprio mezzo aziendale, dove però, una volta raggiunto il municipio, avrebbe constatato l’assenza del sindaco che, una volta contattato telefonicamente dalla sua segreteria – ha riferito l’imprenditore – avrebbe consigliato di condurre i cani a Santa Maria ed abbandonarli, non da liberi, ma legati. Consiglio che il titolare della “Calabria Ecologica” avrebbe quindi seguito, a suo dire, alla lettera. Ma poche ore dopo si è appreso che uno dei 4 randagi era deceduto, soffocato, probabilmente, mentre tentava di divincolarsi per liberarsi dalla catena alla quale era attaccato.

Sul caso si è pronunciato adesso l’Ente nazionale per la protezione animali. La sezione di Vibo Valentia, nella persona della presidente Enrica Saccani, aveva effettuato un sopralluogo proprio a Serra San Bruno, sul posto dove erano stati “liberati” i cani, per avere maggiore contezza dell’accaduto e per capire, soprattutto, se i 2 randagi rimessi in libertà sul territorio fossero almeno in buona salute (uno ieri era riuscito a liberarsi). Ad accoglierli la Pro loco di Serra san Bruno, i cui attivisti sono stati i primi ad accorrere sul luogo dopo che si è diffusa la notizia.

Dopo essersi assicurati che i cani si trovassero ancora in zona e privi di catene, la presidente dell'associazione animalista ha voluto esprimere tutto il suo disappunto per l'esito tragico della vicenda: «Abbiamo già avvisato l'Enpa nazionale del fatto accaduto ieri a Serra San Bruno – ha spiegato la Saccani - e soprattutto abbiamo già dato incarico al nostro avvocato di intraprendere tutte le strade anche giudiziarie affinché vengano identificati i responsabili».

Ad unirsi nell'azione legale dell'Enpa di Vibo anche la Lega nazionale del Cane (sezione di Soverato) desiderosa anch'essa di vederci chiaro e di trovare i colpevoli della tragica morte. Gli attivisti della Pro Loco della cittadina della certosa hanno affermato:  «Siamo pronti anche noi ad appoggiare le associazioni di tutela degli animali, perché quello che abbiamo visto ieri, una volta intervenuti, è un disonore per tutta la comunità serrese. Spesso anche nell'anonimato abbiamo cercato di limitare il problema del randagismo a Serra ma difronte a quello che è successo venerdì ci siamo sentiti e ci sentiamo sconfortati nel vedere come una povera bestiola possa perdere così la vita, sballottata come un pacco, la cui unica colpa è stata quella di venire al mondo in una terra che non ha nessuna pietà per gli animali». 

In definitiva, dunque, un randagio è morto per soffocamento, un altro è riuscito a liberarsi mentre per altri 2 si era trovata una sistemazione temporanea per la notte. Dopodiché, questa mattina, sono stati liberati.