Venerdì, 30 Marzo 2012 14:31

Athanasius Kircher e il tarantismo nella cultura meridionale

Scritto da Francesco Barreca
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mini AperturaNell'importante saggio del 1961 La terra del rimorso, recentemente ripubblicato da Feltrinelli, Ernesto De Martino individua nel gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602-1680) uno dei primi autori ad affrontare in maniera sistematica il tema del tarantismo nella cultura meridionale e in particolare salentina. Egli, scrive De Martino, «per esser spesso ingenuamente partecipe rispetto alle tradizioni locali, ha finito per conservarci sul fenomeno culturale del tarantismo molto di più di quanto non abbiano fatto medici e naturalisti».

Singolare figura di poligrafo dedito agli studi più vari e disparati -dalla geologia alla matematica, dall'architettura alla crittologia, dalla botanica alle lingue asiatiche e ai geroglifici- Kircher nutre un profondo interesse nei confronti della musica. Come diversi intellettuali suoi contemporanei (Johannes Kepler, Robert Fludd e Marin Mersenne, solo per citarne alcuni), anche Kircher è convinto che l'ordine del mondo abbia carattere sostanzialmente musicale; nella sua opera principale dedicata all'argomento, la Musurgia Universalis (1650), egli rappresenta infatti Dio come un "musico supremo" che, accordando e suonando un organo a canne, crea il cosmo e determina la disposizione armonica dei suoi elementi.

 

Non è nella Musurgia Universalis, tuttavia, che Kircher tratta estesamente del tarantismo (sebbene vi sia una sezione ad esso dedicata nel libro IX), né nella Phonurgia nova (1673, dove pure vi sono diversi cenni), bensì nel Magnes sive de arte magnetica, pubblicato nel 1641, nove anni prima della Musurgia, e dedicato al magnetismo inteso nella sua accezione più generale. Le proprietà magnetiche di alcuni minerali erano ben note già agli antichi, e nel Medioevo e Rinascimento avevano attirato l'attenzione di quei filosofi più inclini ad interpretare le dinamiche naturali in termini di simpatia/antipatia tra gli enti (ad esempio Pietro Peregrino, Girolamo Fracastoro e Giambattista Della Porta), ma fu solo con la pubblicazione del De magnete di William Gilbert, nel 1600, che le conoscenze intorno ai fenomeni magnetici furono organizzate in un corpus organico e sperimentalmente corroborato. Nella sua opera Gilbert non solo dimostrava che la Terra stessa era un enorme magnete, ma suggeriva anche l'idea che il magnetismo potesse fornire un modello dinamico adeguato per la rappresentazione dei moti celesti, idea che fu poi ripresa e approfondita da Kepler nell'Astronomia Nova (1609). Nel Magnes, Kircher si spinge ancora oltre, riconoscendo nel magnetismo un principio universale che lega intimamente tutte le cose create preservando così l'armonia del mondo, come si può evincere dal frontespizio dell'opera, dove intorno all'occhio divino sono disposti il mondo sublunare, quello celeste e l'uomo (il "microcosmo") reciprocamente connessi da "catene magnetiche" che a loro volta li legano alle diverse scienze ad essi inerenti: omnia nodis arcanis connexa quiescunt. Il magnetismo "elementale" preso in considerazione da Gilbert è dunque, secondo Kircher, solo una delle possibili manifestazioni di questo principio universale. Oltre ad esso (come spiegato nel III libro del Magnes, "Mundus sive catena magnetica") vi sono infatti le forme del magnetismo vegetale, animale, medicinale, musicale e  dell'amore.

 Il caso del tarantismo e della relativa cura per mezzo della musica rientra, per Kircher, all'interno del magnetismo musicale, e riveste particolare importanza perché collega quest'ultimo al magnetismo medicinale e a quello animale. Secondo Kircher, il morso della tarantola trasmette all'essere umano un veleno che si va ad annidare nelle profondità delle fibre muscolari. Tale veleno è dotato del medesimo magnetismo della tarantola, la cui principale caratteristica è quella d'esser sensibile al magnetismo musicale: come la tarantola, il veleno è perciò attratto da particolari tipi di musica e repulso da altri. Una musica appropriata causa dei movimenti armonici dell'aria che, penetrando nel corpo umano attraverso l'orecchio, affligono lo spirito –il mezzo grazie al quale l'anima tiene in vita il corpo e ne amministra le funzioni. Il movimento armonico è successivamente trasmesso ai muscoli, dove il veleno, stimolato magneticamente, comincia esso stesso a muoversi e a dirigersi verso la fonte musicale, suscitando nell'ospite una serie di movimenti irrefrenabili che a loro volta, distendendo e riscaldando il corpo, aprono i pori e permettono al veleno di evaporare. Perché tutto ciò avvenga è tuttavia necessario suonare la musica appropriata, ed è necessario, in primo luogo, che essa sia adatta a suscitare il calore necessario per dilatare i pori e far evaporare il veleno. 

Sin dall'antica tradizione greca, ad ogni specifico modo musicale era stato associato un particolare ethos, un carattere proprio capace di modificare l'intelletto e la volontà. Per Kircher, è proprio nei diversi ethoi dei modi musicali si realizzano le forme di magnetismo che suscitano un naturale moto di simpatia/antipatia nell'animo umano e, in ultima analisi, determinano i diversi stili. Questa dottrina degli affetti, risalente al periodo greco, era stata in gran parte preservata attraverso le successive modificazioni della teoria armonica, la quale, dopo le formulazioni di Tolomeo e Boezio, era stata codificata, intorno al IX secolo, nella teoria degli otto modi ecclesiastici: i quattro autentici (dorico, frigio, lidio, missolidio) e i quattro plagali (ipodorico, ipofrigio, ipolidio, ipomissolidio), ottenuti trasponendo gli autentici alla quarta inferiore. «L’autentico –scrive Giovanni Maria Bononcini nel Musico prattico (1673)– ha proprietà di fugar verso l’acuto, & il plagale verso il grave; l’autentico (secondo alcuni) è di natura vivace, & il plagale è di natura mesta».   Caratteristiche generali della musica da suonare per guarire il morso della tarantola o tarantella sono, secondo Kircher, il modo frigio (scala da mi a mi, con repercussio in do) -tradizionalmente associato ai culti dionisiaci, ai cortei bacchici e alla sfrenatezza- e il modo ipodorico, ad esso affine (da la a la, con repercussio in fa e finalis in re, essendo questo un modo plagale), di carattere più austero, grandioso e statico. La posizione dei due rispettivi semitoni in queste scale (tra 1° e 2° grado e 5° e 6° nel frigio, tra 2° e 3° e 5° e 6° nell’ipodorico) sarebbe all’origine, per Kircher, della loro particolare capacità di muovere gli affetti e suscitare il movimento nei tarantolati.  Aldilà di queste indicazioni generali, per i taranti (suonatori di tarantella) è comunque fondamentale saper realizzare d'improvviso le necessarie armonizzazioni (in analogia alla pratica corrente del continuo) a partire da un repertorio più o meno fisso di strutture melodiche semplici, e basandosi sull'osservazione caso per caso dei sintomi presenti nel tarantolato, ricavarne lo specifico temperamento.

Dal punto di vista di Kircher, le proprietà magnetiche (e terapeutiche) della musica hanno una precisa base fisiologica. La scienza medica del tempo è, infatti, ancora largamente fondata sulla dottrina galenica dei 4 umori fondamentali, in base alla quale dalla combinazione (temperamento) di quattro fluidi corporei (sangue, flemma, atrabile o bile gialla, bile nera) dipenderebbe in ultima istanza lo stato di salute del corpo. Quando i fluidi sono ben temperati (eucrasia), il corpo gode di buona salute; quando invece uno di essi prevale sugli altri si verifica una situazione di anormalità (discrasia), che può condurre a uno stato patologico; il morso della tarantola altera la giusta proporzione degli umori turbando così il normale temperamento. L'eccesso di sangue, flemma, atrabile o bile nera determina rispettivamente i temperamenti sanguigno, flemmatico, collerico o melancolico, cui sono a loro volta associate le qualità naturali di caldo-umido (sanguigno), freddo-umido (flemmatico), caldo-secco (collerico) e freddo-secco (melancolico). I taranti devono essere in grado di riconoscere la specifica discrasia umorale del tarantolato e predisporre la strumentazione adatta alla guarigione. Infatti, spiega Kircher, gli umori freddi (bile nera e flemma), essendo più lenti e pesanti, rendono necessario tutto il clangore e la forza degli strumenti a percussione; sangue e atrabile, al contrario leggeri e caldi, vengono più facilmente influenzati dagli strumenti a corde e dai fiati. La possibilità di diverse combinazioni di tali strumenti (oltre, naturalmente, al canto) garantisce così un’ampia versatilità di formazioni per affrontare le più svariate forme di tarantismo.

Come nel caso dei modi, anche le indicazioni riguardanti la scelta degli strumenti hanno carattere generale e valore puramente orientativo. Diversi tipi di tarantole determinano sintomi differenti in ogni singola persona, così che l’efficacia della cura dipende in ultima analisi dalla capacità degli esecutori di interpretare i segni e le reazioni del tarantolato contemporaneamente all’esecuzione. Sul piano musicale, ciò si traduce in una certa fluidità, se non occasionalità, della forma musicale della tarantella: i taranti devono infatti essere in grado di realizzare continue variazioni melodiche, ritmiche e metriche in funzione della risposta osservata nel tarantolato. Lo scopo è quello di individuare il modulo musicale «proporzionato» al veleno, in un processo che può eventualmente condurre allo sviluppo, nella medesima esecuzione, di variazioni di tempo, spostamenti d’accento e modificazioni, anche ad effetto poliritmico, su disegni armonici ostinati in 4/4. 

Seguendo il link indicato di seguito, la realizzazione dell’Antidotum tarantulae da parte di Marina Bonetti (arpa doppia) e Diego Cantalupi (chitarrone).

 

Antidotum Tarantulae (Marina Bonetti, Diego Cantalupi)

 

 

 

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    La tradizionale manifestazione del WWF assume quest’anno un carattere particolare, essendo legata alla campagna del WWF Italia denominata “Stop ai crimini di Natura”, una iniziativa finalizzata a far conoscere all’opinione pubblica i pericoli gravissimi che minacciano la biodiversità in tutto il mondo, senza sottovalutare gli attacchi continui che subisce la Natura d’Italia e della nostra regione. Il programma prevede, oltre alla presentazione della campagna nella sala conferenze, l’allestimento di tavoli per raccogliere adesioni, percorsi di interesse botanico e faunistico (a cura del CFS) e una visita al museo delle Ferriere.

    Distruzione, alterazione e frammentazione degli habitat naturali, caccia eccessiva, bracconaggio, commercio illegale e introduzione di specie “aliene”, oltre alla minaccia globale rappresentata dal riscaldamento del pianeta determinato dall’effetto serra, sono le sfide quotidiane che il WWF è impegnato a contrastare , con la sola forza dei suoi volontari, degli scienziati e dei milioni di persone, che, in tutto il mondo, sostengono concretamente questa autentica guerra per salvare il pianeta e le irripetibili e meravigliose creature che lo popolano e lo rendono straordinario.

    Un impegno di civiltà e di amore che il WWF combatte dal 1961 in ogni regione della Terra per salvare dall’estinzione le ultime Tigri in Asia (ne sopravvivono in tutto 3200) o gli ultimi Rinoceronti sterminati per l’utilizzo del corno nei paesi orientali (della specie che vive a Giava, ne sono rimasti appena una cinquantina!); per non parlare delle poche centinaia di Gorilla di montagna rimasti, che vengono ancora braccati e massacrati per la carne o minacciati dalla distruzione delle loro foreste. Gli stessi elefanti africani, il simbolo stesso della savana, vengono crudelmente abbattuti dai bracconieri al ritmo impressionante di 22.000-25.000 all’anno . Ma l’elenco delle specie animali e vegetali che la terra rischia di perdere in breve tempo è sconvolgente e si allunga ogni giorno che passa, tanto da aver indotto gli scienziati a parlare di una “sesta estinzione di massa ”, dopo le cinque che hanno sconvolto la vita sul pianeta nelle passate ere geologiche. Con la differenza che stavolta, ad essere responsabile della fine di migliaia di specie, è un’altra specie: la nostra.

    Del resto gli Italiani e i Calabresi sanno benissimo che l’assalto alla natura e agli animali ha assunto anche da noi il livello di allarme rosso, considerato il continuo massacro del territorio e le minacce che gravano sulla nostra fauna. Un assalto contro cui agiscono, spesso a rischio della vita, i Ranger del WWF in tutto il mondo e, in Italia, 300 eroiche Guardie Venatorie Volontarie che , dalle Alpi alla Sicilia, sacrificano il loro tempo e i loro soldi per salvare orsi e lupi, uccelli migratori o per denunciare gli innumerevoli “Crimini di natura” che vengono commessi quotidianamente in ogni parte dell’ex “Bel Paese”, mettendo a repentaglio la salute dell’ambiente e, con essa, quella degli stessi abitanti. Un drappello di queste autentiche sentinelle dell’ambiente, sotto le insegne del Panda, opera da tempo in Calabria ed è anche al loro impegno quotidiano, così come all’insostituibile ruolo svolto tradizionalmente dal Corpo Forestale dello Stato, che l’appuntamento di Mongiana è dedicato.

    Per arrestare la folle corsa verso la distruzione del pianeta (l’unico che abbiamo!), il WWF chiede il sostegno di tutti: sul sito www.wwf/criminidinatura chiunque può informarsi maggiormente sul fenomeno e sostenere la campagna del WWF con una donazione, oltre a diffondere le informazioni e sottoscrivere la petizione per chiedere sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche.


    WWF Calabria


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