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Martedì, 04 Giugno 2019 12:52

Il suono naturale che diventa musica nel lavoro di Wladimir Pascali

Scritto da Bruno Greco
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Wladimir Pascali si definisce un «artigiano musicale» e negli anni ha “abbandonato” i metodi tradizionali nella sua produzione affidandosi a una sperimentazione pura, fatta di suoni, campionamenti e rumori che lo hanno condotto alla sua prima pubblicazione, Noise. «Il mio primo lavoro serio in studio è Noise, un Ep di 4 pezzi strumentali di matrice elettronica. Tutto nasce – ha spiegato il giovane musicista di Pizzoni – dalla sperimentazione musicale che è il pilastro portante del mio modo di lavorare, e dall'esigenza di dimostrare che si può fare musica anche senza utilizzare strumenti musicali tradizionali (ai quali comunque rimango sempre fortemente legato) con soltanto l’ausilio di suoni naturali, quelli che quotidianamente ci circondano, campionati e stravolti tramite la tecnologia che oggi è alla portata di tutti, arrivando così a produrre sonorità dark elettroniche psichedeliche e molto suggestive».

Non bisogna essere dei cultori della musica per annoverare gli Evolution tra le esperienze di cover band meglio riuscite nel Vibonese. E se il nome non aiutasse troppo la memoria, basta ricordare che alle nostre latitudini chi avesse voluto assaporare brani dei Pink Floyd eseguiti magistralmente dal vivo avrebbe dovuto (e può tuttora) seguire proprio loro, capaci di non deludere anche da un punto di vista scenografico. E in quell’esperienza prog-psichedelica – che al gruppo regalò il primo premio al Festival nazionale della canzone dialettale di Ospedaletti (Imperia) – trova fondamento anche il percorso musicale di Wladimir Pascali, che matura il pallino della sperimentazione in seno all’Istituto musicale Vincenzo Bellini di Catania, dove ha frequentato l’indirizzo di “Musica elettronica”.

Il suo Ep Noise (ouverture, prelude, interlude, outro) è quasi una sorta di “operetta” elettronica caratterizzata da un’enorme mole di lavoro tra produzione di suoni, rumori e campionamenti che diano vita di seguito a una composizione coerente. Restando in tema di sperimentazione la stessa non riguarda solo il campo della produzione musicale, bensì i metodi di distribuzione del lavoro, date le difficoltà – anche da un punto di vista economico – di utilizzo dei canali tradizionali. Ad ogni modo, il futuro è Nufaco: «La difficoltà oggi è relativa e devo dire che non ho grandi problemi perché mi affido alla distribuzione digitale, anche se sarebbe molto bello poter stampare qualche supporto fisico ma ovviamente è molto costoso. Nufaco è una delle mie recenti scoperte tecnologiche, potremmo considerarlo il supporto fisico musicale del futuro. È una card dalle dimensioni di un biglietto da visita con all'interno un sensore nfc e un qrcode. Quando si avvicina la card ad uno smartphone fornito di sensore parte un link che porta ad uno streaming online con la mia musica».

Durante il suo percorso musicale grande importanza hanno avuto gli incontri con altri artisti sia sempre sul campo della sperimentazione che di progetti completamente diversi. «Dopo l’esperienza con gli Evolution – ha raccontato Pascali – ho suonato in varie band anche milanesi. In questo percorso ho incontrato Diego Arruzza con cui collaboro da allora a diversi progetti, tra cui il duo sperimentale Hybrid Dimension», la cui natura, di matrice prettamente elettronica, si evince dal brano Ocean 0 che veicola un messaggio ambientalista. E proprio con Diego Arruzza, Wladimir Pascali ha musicato alcune opere del compianto artista di Dasà Mike Arruzza (padre di Diego, qui un'intervista da noi pubblicata) rappresentanti i riti della Pasqua e pubblicati sulla piattaforma YouTube. «Contemporaneamente alle varie collaborazioni musicali mi sono sempre dedicato all'home recording e alla produzione musicale con il pc e le nuove tecnologie. Imparando ad usare i vari software ho iniziato a produrre le prime demo sia per me che per altri musicisti e band. Produco e arrangio tutt'ora per altri artisti emergenti e nel caso di una giovane musicista catanese, Anita De Luca, abbiamo collaborato per il mix ed il mastering con un produttore londinese che ha fatto i dischi dei Depeche mode, The Cure e Subsonica».

Oltre alla sua predilezione per l’elettronica, Wladimir Pascali è autore anche di colonne sonore, strada che gli ha permesso di collaborare con diversi registi. «Collaboro spesso con un giovane regista di Soriano Calabro, Bruno De Masi, autore di cortometraggi con i quali abbiamo vinto il concorso Go Sud a Napoli e il premio speciale Giffoni in seno alla rassegna Ciak si Guida contro l’uso degli smartphone, quando si è appunto alla guida dell’auto». Restando nel campo delle colonne sonore con un altro regista e insieme all’ormai partner artistico Diego Arruzza, Pascali ha realizzato le musiche di un cortometraggio intitolato “La bambina e il brigante” firmato dal regista Antonio Grande, sulla storia del brigante Musolino che ha guadagnato il secondo posto al festival del cortometraggio di Monterosso Calabro.

La musica non è solo sperimentazione di nuovi metodi ma anche e soprattutto un veicolo culturale che trasmette messaggi ben precisi lanciati dall’artista. E il lavoro audiovisivo realizzato con Massive cela al suo interno la volontà di trasmettere un messaggio politico quanto critico: «Con Massive – ha spiegato Pascali – ho associato la mia musica a un film muto di Eisenstein, creando appunto una sorta di installazione artistica che vorrei provare a proporre in qualche museo di nuove tecnologie. La scelta del regista russo è sia un fatto artistico-casuale ma c’è anche dietro un messaggio politico. Avevo composto questa traccia qualche tempo fa ed ero alla ricerca di immagini che potessero contrastare con il sound moderno ma allo stesso tempo esprimere un messaggio di libertà».