Sabato, 25 Gennaio 2020 11:52

“Pietre d’inciampo e Parole di pietra”, l’istituto “Einaudi” ricorda i serresi internati nei lager nazisti

Scritto da Redazione
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Il valore della memoria e la conoscenza storica costituiscono elementi imprescindibili dell’esercizio di studio a cui la scuola chiama quotidianamente i propri allievi, ancor più quando si tratta di misurarsi con le immani tragedie che hanno segnato il Novecento italiano, europeo e mondiale. Non a caso, il Parlamento ha riconosciuto, con legge n. 211 del 20 luglio 2000, il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli del lager di Auschwitz, come “Giorno della memoria”, con l’obiettivo di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.  Quattro anni dopo, il Parlamento, con legge 30 marzo 2004, n. 92, ha istituito anche il “Giorno del Ricordo” che viene celebrato il 10 febbraio con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani delle foibe e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.

Per tenere sempre viva la memoria su questi due snodi dolorosi della storia del XX secolo, l’istituto di Istruzione superiore “L. Einaudi” di Serra San Bruno ha varato un progetto, di durata pluriennale, intitolato “Pietre d’inciampo e Parole di pietra”, con il quale, prendendo in prestito il titolo di un celebre libro di Carlo Levi (Le parole sono pietre del 1955), si vuole trasmettere ogni anno, su pietra, un messaggio fatto di parole che rievochino quelle terribili pagine e che rimangano come testimonianza e monito per le generazioni future. Il progetto prenderà il via il prossimo 27 gennaio con la collocazione di tre pietre d’inciampo che ricordano tre cittadini serresi rimasti coinvolti nel dramma della II guerra mondiale: Vincenzo Giofrè (internato e morto nel campo di concentramento nazista di Mauthausen il 5 maggio del 1945), Gerardo Amato e Giuseppe Sorrentino (internati nello Stalag IV B di Mühlberg/Elbe in Germania). A iniziare dal prossimo anno verrà, poi, inaugurato “Il muro delle parole di pietra”, uno spazio della scuola in cui gli alunni delle classi terminali, prima della conclusione del loro ciclo di studi superiore, “consegneranno” ai loro colleghi e colleghe più giovani brevi messaggi su pietra, tratti da opere della letteratura e da testimonianze storiche, che fissino indelebilmente il ricordo sugli eventi della Shoah e delle drammatiche vicende degli italiani del confine orientale.

L’attuale progetto si collega idealmente, quasi come sua prosecuzione, alla precedente iniziativa del maggio 2015 a cui l’istituto di Istruzione superiore di Serra aveva dato vita (“Carissima Pippinuzza”. Immagini e racconti dalla Prima alla Seconda guerra mondiale), coordinata dal professor Salvatore Luciani, con la quale, oltre a presentare in una ricchissima mostra reperti e cimeli originali delle due guerre, gli studenti della scuola e i numerosi visitatori avevano scoperto anche le vicende personali e umane dei tre cittadini serresi ricordati quest’anno con la posa delle pietre d’inciampo.

 

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