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Sabato, 15 Dicembre 2012 18:38

Architettura e luoghi/1. Spazi vuoti

Scritto da Raimondo De Raffele
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mini concept_spazi_vuotiUno dei temi principali del nuovo millennio è la possibilità di riciclo di materiali e cose, dalla plastica al vetro alla carta e molto altro. Anche in architettura sarà importantissimo saper riciclare edifici o grandi spazi, in quanto di fronte ad un territorio ormai saturo sarà sempre più importante intervenire nel costruito e nelle sue parti abbandonate, degradate, vuote. L' importanza di questo argomento è emersa dalla mostra tenutasi, da dicembre 2011 ad aprile 2012, al MAXXI di Roma: "Recycle. Strategie per l' architettura, la città e il pianeta". In mostra oltre 80 opere tra disegni, modelli, progetti di architettura, urbanistica e paesaggio sui temi più attuali della ricerca contemporanea, strategie progettuali e creative che intervengono sull'esistente cercando di ridare usi e significati ai materiali di "scarto".  Il continuo cambiamento delle città, spesso regolato da strumenti urbanistici non al passo coi tempi e quindi ad un uso sregolato del territorio e delle sue risorse, ha portato le stesse a svilupparsi in modo del tutto disordinato. Per anni si è pensato solo all'espansione delle città, quasi sempre in maniera abusiva

, trascurando il nucleo storico, dando poca importanza allo spazio collettivo e ai vuoti che si venivano a formare. Spazi vuoti che oggi ci ritroviamo a non saper gestire, trascurandoli come se fossero un "peso", ma che in realtà sono una grande risorsa.

Si tratta di "riciclare" queste parti di città, rimettendo in circolazione, riutilizzando materiali che hanno perso valore. L' architettura e la città si sono sempre riciclate cambiando il loro volto per soddisfare le esigenze dell'uomo. Si rigenera, si bonifica, si ridisegna l' intero tessuto urbano o parte di esso. La strategia del riciclo appare, inoltre, come un approccio che consente di tenere insieme memoria e innovazione radicale.

Questi fenomeni li ritroviamo in tutte le città del mondo, di conseguenza anche nel territorio calabrese e serrese, con forme e fenomeni diversi che sono tipici del territorio che li genera. È necessario quindi trovare soluzioni adeguate al territorio stesso, in linea con approcci contemporanei come la politica del riciclo, ma estesa all'architettura e al paesaggio.

Lo spazio vuoto sembra essere lasciato al caso, una sorta di "terra di nessuno", introducendo così in un certo senso l'anarchia di questo spazio. Si notano spazi che vengono utilizzati nella migliore delle ipotesi come area di sosta e indicati come tali negli strumenti urbanistici, si assiste alla sosta di automobili in modo casuale, al deposito di rifiuti in aree che hanno una diversa destinazione, alla crescita incontrastata di essenze vegetali che emergono dall'asfalto: un degrado che aumenta col tempo a causa del  completo abbandono.

Questi vuoti devono essere completati per dar loro un'identità, un ruolo; bisogna saperli leggere ed inserire in una grande scala urbana e far partecipare tutte le forze sociali presenti sul territorio, in quanto lo spazio pubblico, come tale, è di tutti e tutti devono partecipare al suo sviluppo, alla sua gestione, alla sua funzione.

La città storica si basa su una relazione fisica tra pieni e vuoti: questa relazione è definita in termini di proporzioni e qualità percettive. Nella città aperta del moderno questa relazione è, invece, concepita come intervallo e distanziamento tra gli edifici, dunque, lo spazio vuoto è stato interpretato come elemento astratto al negativo: il vuoto come risultante dei pieni dell’architettura, privo di ogni significato.

Spazio vuoto=spazio pubblico, nel quale si deve produrre movimento e variazione, dove vengono espressi il trascorrere del tempo e dell'azione umana. Il vuoto deve essere ripensato e percepito come uno spazio pubblico multifunzionale, come luogo di vita personale in cui trascorrere il proprio tempo, come spazio aggregativo e di crescita della vita sociale. Ciò risulta possibile attraverso l'inserimento nel tessuto urbano di elementi simbolici capaci di richiamare la memoria storica del posto, materiali che trasmettono sensazioni, elementi naturali come l' acqua e il verde, capaci di richiamare la dimensione dello stupore, del divertimento, della teatralità e della meraviglia. Bisogna rendere gli spazi pubblici vivi, fruibili, riappropriarci del loro (nostro) spazio, dare loro un senso per dare un senso a parti del tessuto urbano.

Arch. Raimondo De Raffele 

Nelle foto sono indicati esempi di "spazi vuoti" che troviamo all'interno del tessuto urbano di Serra San Bruno. Anche se alcuni di essi hanno una funzione ben precisa, denotano allo stesso tempo una totale disorganizzazione, una mancanza di rapporto con il contesto urbano e sono privi di qualsiasi elemento architettonico e naturale.

mini calcetto_B-N mini calipari_B-N
mini poste_B-N mini elementare_B-N
mini polizia_B-N mini tozzo_B-N

 

mini SPAZI_VUOTI_SOLUZIONImini concept_spazi_vuoti

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