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Domenica, 07 Ottobre 2012 13:30

Bruno Censore e l’antimafia di cartapesta

Scritto da Salvatore Albanese
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mini 546267_10150685458181306_653150564_nSerra. La mattina del 5 ottobre, ai piedi del cancello dell’istituto d’istruzione superiore ‘L. Einaudi’, vengono ritrovati 3 bossoli ad attendere l’ingresso dei ragazzi nella scuola. Il fatto provoca sgomento. Il preside denuncia il ritrovamento, la scuola chiude e gli studenti tornano a casa. Allora, dopo un lungo letargo, che si è protratto anche nelle ultime poco tranquille settimane, il vicepresidente della Commissione regionale Antimafia, Bruno Censore, seriamente preoccupato per l’accaduto, impugna carta e penna e scrive una nota di solidarietà a tutta la scuola, perché “si tratta di una scuola che da sempre è riconosciuta come baluardo di legalità e di diffusione del sapere”, ed inoltre - secondo lo stesso Censore - il misfatto sarebbe “indicativo del livello di criminalità che ormai serpeggia nel territorio delle Serre Vibonesi”.

Già, le Serre Vibonesi. Proprio la circoscrizione elettorale che partorì il consigliere regionale Censore. Un territorio che storicamente, ma soprattutto negli ultimi mesi, ha vissuto fatti di ‘ndrangheta ben più eloquenti

dei proiettili lasciati sullo zerbino di una scuola, probabilmente, da uno sparuto gruppo di ragazzini poco propensi a trascorrere fra le mura scolastiche una tiepida mattina di inizio ottobre.

Infatti, nelle stesse Serre Vibonesi l’1 febbraio Francesco Scrugli, viene ferito con un fucile di precisione, annuncio di una morte che si sarebbe consumata sulle scale di una palazzina a Vibo un mese e mezzo dopo. Il 20 febbraio, viene ucciso a Stefanaconi, Giuseppe Matina. Dopo un mese viene gambizzato Francesco Calafati. L’1 aprile, Giovanni Emanuele, 23 anni, rimane gravemente ferito in un cruento agguato nei pressi di Sorianello. Circa mezz’ora dopo viene ucciso nella frazione Triparni di Vibo, Mario Longo, 40 anni. Il 2 giugno 2012 sulla statale tra Località Savini e Serra viene crivellato a bordo della sua auto, Nicola Rimedio, 27 anni di Sorianello. Il 26 giugno, a Stefanaconi, poco dopo le 8 del mattino, viene ferito Francesco Meddis. Il 6 luglio, Davide Fortuna, 31enne, viene ucciso sotto l’ombrellone sulla spiaggia di Vibo Marina, davanti a moglie e figli di 8 e 10 anni. Il successivo 22 settembre Antonino Zupo, di 31 anni, agli arresti domiciliari, resta vittima di un agguato compiuto da sconosciuti a Gerocarne. Dopo soli tre giorni, il 25 settembre, è la volta di Domenico Ciconte di 63 anni, titolare di una ditta di legname, ucciso nel cortile di casa propria a Sorianello.

Per questi fatti nessun comunicato stampa. Nessuna dichiarazione da parte di una Commissione Antimafia poco avvezza ad uscire sui giornali quando la ‘ndrangheta è ‘ndrangheta vera. Che spara, gambizza o uccide. Molto di più di uno studente che di notte, rendendosi comunque autore di un fatto grave, mette la colla nella serratura del cancello di una scuola col il solo intento di saltare, la mattina dopo, il compito in classe. 

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