Lunedì, 01 Marzo 2021 11:10

Cultura messa all’angolo, la pandemia ha acuito un problema che ha radici lontane

Scritto da Redazione
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Spazio libri curato ancora una volta dalla scrittrice e archeologa Eliana Iorfida all’interno del programma radiofonico “Detto tra noi”, in onda ogni giovedì su Radio Serra. Nella puntata di giovedì scorso dedicata agli operatori dello spettacolo, e alla ripartenza in generale di cui necessita la cultura (qui l’articolo), Eliana Iorfida non poteva che affidarsi al saggio del professor Salvatore Settis dal titolo "Cieli d'Europa. Cultura, creatività, uguaglianza". «Salvatore Settis – ha detto nell’incipit Iorfida – è una delle eccellenze che la Calabria ha proiettato sul panorama nazionale e internazionale, finissimo conoscitore della costituzione italiana, sempre richiamata nei suoi interventi e nei suoi scritti. Questo saggio, che tiene assieme già nel titolo tre bei concetti: cultura, creatività e uguaglianza, è del 2017, data importante perché siamo in un periodo dove la pandemia non c’era. Perché questo libro lega il concetto di bellezza, di arte, di cultura e alla fine di uguaglianza? Settis spiega il filo conduttore, partendo da quella che già era una crisi generalizzata della cultura».

Stando alle parole di Iorfida, già da tempo lavoratori e fruitori dei beni culturali sono costretti a fare i conti con la crisi di alcuni valori che in Occidente, e più nello specifico in Europa, Settis ha individuato in momenti precisi come il declino delle città storiche. Nel merito Iorfida ha continuato: «Facendo mente locale possiamo pensare a città come Catanzaro o ai nostri piccoli comuni che nel tempo sono stati svuotati dei luoghi della cultura, cinema, teatri, posti che animavano i centri storici».

La pandemia ha insomma accentuato un problema che ha radici lontane, mai considerato perché si ha l’abitudine a guardare alla cultura come a un settore gregario o superfluo. Facendo un salto nel passato, Iorfida ha poi evidenziato anche l’inversione di rotta della storia, ricordando come ai tempi di Aristotele, e dell’antica Grecia, in Europa la cultura piuttosto che essere gregaria fosse il vero motore di tutto, anche da un punto di vista economico, mentre oggi il vecchio continente non riesce a fornire soluzioni a riguardo. L’importanza della cultura, per ritornare ai concetti di Settis, si traduce anche nella sua capacità di creare uguaglianza: «La cultura, l’arte, la creatività – ha detto ancora la scrittrice serrese – produce uguaglianza, ossia il diritto di tutti di poter fruire del bello». La riflessione finale è stata incentrata sulla crisi a cui devono far fronte gli operatori del settore: «Questi mesi, – è la chiosa – durante i quali i lavoratori della cultura sono stati messi da parte, hanno fatto da bavaglio al pensiero critico». E il professor Settis, nei suoi libri, rispetto alle limitazioni delle libertà risulta sempre illuminante.

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