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Domenica, 15 Novembre 2020 18:17

L'appello (con vignetta) di Nova Spes: «Riaprite gli ospedali e dateci il reddito di quarantena»

Scritto da Redazione
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Vignetta di Antonella Pisani Vignetta di Antonella Pisani

Da quando l’ex commissario Cotticelli ha dato prova della sua “indubitabile” competenza in ambito amministrativo, un terremoto mediatico ha scosso l’attenzione collettiva su tematiche legate al precario sistema sanitario calabrese, una situazione paradossale che piccole realtà di lotta denunciano ormai da più di un decennio. Ancora più grave della confusione dell’ex generale dei Carabinieri appare lo stato di rassegnazione generale a politiche che privilegino aziende private a discapito della rete ospedaliera pubblica. Un insieme di scelte pertanto mette in linea le precedenti giunte regionali alle misure adottate dalla compianta presidente Santelli (che nel mese di marzo comunicava l’attivazione di 400 posti di terapia intensiva con una nota su facebook) e dall’ attuale presidente facente funzioni Spirlì che, nella circolare n°85 emessa il 10 novembre, comunica l’ imminente attivazione di 234 posti covid in aree designate alla riconversione durante i mesi passati, dimenticando quasi la reale situazione degli ospedali “urbani” e dei nosocomi delle zone interne sopravvissuti al piano di rientro varato nel 2009, un dramma tale da essere reso noto nei giorni scorsi da diversi media nazionali.

Ricordiamo infatti che attualmente, allo scadere dei cinque giorni prefissati per il raggiungimento della quota prevista di posti letto dalla sopradetta circolare, la maggior parte degli ospedali calabresi non possiede ancora reparti covid attrezzati per far fronte all’ emergenza. Le tende della protezione civile poste davanti alle strutture ospedaliere per il pretriage spesso sono inutili poiché vuote e mancano ancora le precauzioni necessarie per proteggere il personale sanitario dal rischio di contagio. In un contesto così fortemente instabile, in totale assenza di strutture capaci di reagire al coronavirus, ci permettiamo di essere scettici anche sull’effettiva capacità di ausilio dei quattro ospedali militari da campo preposti nelle ultime ore. E’ necessario quindi che le istituzioni tutte, dalle amministrazioni locali ai rappresentanti del governo, si assumano le proprie responsabilità affinché finisca questo gioco prettamente politico fatto di rimandi e omissioni.
Ci appelliamo quindi al sentimento di rivalsa che unisce tutte le vittime della malagestione della vita pubblica e che si sta palesando nelle diverse mobilitazioni sorte autonomamente nei principali siti urbani calabresi. Chiediamo pertanto che venga varato un piano straordinario per potenziare le agonizzanti strutture ospedaliere, che vengano riaperti i reparti dei presidi fino ad oggi lasciati in secondo piano e che ci sia uno stop immediato ai commissariamenti. E’ necessario pertanto che l’attuale giunta regionale si dimetta e che venga posto un intervento politico contrario alle scelte adottate negli ultimi decenni. Urge un piano di aiuti ai singoli e alle imprese, attraverso l’erogazione di un reddito di quarantena universale, che ci permetta di sopravvivere alle necessarie misure di contrasto all’ infezione.
In attesa che il rischio di contagio si abbassi per poter manifestare in piazza il nostro sdegno, dal momento che il comprensorio serrese si trova in totale assenza di copertura sanitaria e di reparti attrezzati per contrastare la pandemia , lanciamo un invito alla cittadinanza affinché vengano palesate le condizioni di vita a cui siamo sottoposti in brevi video o foto, con l’uso di cartelloni o striscioni da portare il prima possibile nelle strade.
Nova Spes 38-35