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Mercoledì, 08 Agosto 2012 15:50

Lo sviluppo è avariato. Trasversale delle Serre: un calvario lungo mezzo secolo

Scritto da Salvatore Albanese
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mini traNella stagione della tintarella, il serrese ‘rapace’ sbarca sulle ioniche spiagge per esporre ai benefici della brezza marina il fisico impunemente scolpito da capicolli e braciole. L’estate è una stagione a sé, in cui si riscrivono le geografie, le abitudini, i vezzi. In cui anche la gente di montagna può ritrovarsi al mare, immersa nel sole rovente dei lidi affollati, intenta a consumare le ferie fra il morbido abbraccio di una sdraio reclinabile. Ma in passato al mare ci si andava controvoglia. Per via di quei viaggi al limite di una crisi di nervi, che costringevano a trascorrere più tempo in auto che sulla spiaggia. Interminabili mezz’ore prigionieri di strade costellate di tornanti ciechi, buche irritanti e con l’asfalto a gruviera. Oggi invece l’esodo verso le spiagge si è fatto più semplice. Meno snervante. Perché quello sviluppo di cui si parla da decenni, precisamente dal 1966, finalmente è arrivato. O quasi.

L’idea della Trasversale, una strada a scorrimento veloce che collegasse la sponda tirrenica con quella ionica attraversando le Serre, risale proprio a 46 anni fa: la prima stazione dell’interminabile via crucis di un’infrastruttura ‘strategica’ ancora ingloriosamente incompiuta. Un’opera angustiata per decenni da mille ‘intoppi’. La presenza assillante della ‘ndrangheta nei cantieri, le bombe incendiarie ai serbatoi di ossiacetilene, le intimidazioni agli operai, le gare d’appalto infruttuose, i politici in doppiopetto con in tasca garanzie di finanziamenti ad hoc, le campagne elettorali farcite di strette di mano e brindisi in onore di un’utopica conclusione dei lavori, le varianti in corso d’opera per avere le uscite sotto casa, le interruzioni per gli scavi d’interesse archeologico, per le cave abusive, per le morti bianche, i fallimenti di imprese come la Merlo o la Grandinetti, i protocolli di legalità, le interrogazioni parlamentari, le gallerie che franano allagate da sorgive impreviste e l’assassinio di Giuseppe Longo, freddato nel marzo 2008 proprio mentre la sua Tecnovese Spa apriva i cantieri sulla Trasversale.

Ma adesso lo scetticismo figlio di lunghi anni d’attesa inizia a scalfirsi. L’1 agosto sono stati aperti al traffico gli 8 km del tratto Simbario-Torre di Ruggiero. Una lingua d’asfalto fra 2 province, dritta e monotona, di quelle che siamo poco abituati a percorrere. 5 gallerie e 6 viadotti. Un importo di spesa di 70 mln di euro. Un tassello nevralgico atteso con ansia, su cui tutti da destra a sinistra da domani inizieranno ad accampare primogeniture. Come quando l’anno scorso, in un gran cerimoniale con tanto di banda e benedizione sacerdotale, l’ex ministro Matteoli, senza avere le gote particolarmente arrossate dalla vergogna, parlò di inversione di rotta per la Calabria. Di una riscossa verso lo sviluppo che inizia dalle infrastrutture. Stava inaugurando la bretella Spadola-Monte Cucco. Ma tutti capirono che c’era poco di riscossa in soli 7 Km di strada consegnati dopo 50 anni. Piuttosto a che punto è il tratto che dallo svincolo autostradale delle Serre conduce a Soriano? E quello che collega Vazzano a Vallelonga? E quello che collega al bivio di Montecucco? E quello che da Torre si congiunge con Chiaravalle? Ed il tratto Gagliato-Soverato? Dopo mezzo secolo sono stati aperti al traffico una ventina di km scarsi di Trasversale. Quanto tempo ci vorrà per gli altri 30? Per il momento godiamoci quanto ci hanno dato. Perché ora che la Trasversale o parte di essa, consegnerà maggiore armonia all’intero sistema viario locale, noi potremo arrivare al mare un po’ prima. E quando il nostro sguardo peccaminoso avrà finito di gratificarsi della visione dell’altrui corpo pressoché ignudo, quando i 50 gradi all’ombra avranno avuto ragione delle nostre aride gole e non avremo più da trangugiare birre a temperatura prossima allo zero, allora sarà tempo di rientrare. Terminata la giornata di mare raccoglieremo con calma i teli e gli ombrelloni per fare ritorno a casa. Ma questa volta percorrendo, finalmente, la Trasversale delle Serre. 

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