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Martedì, 15 Ottobre 2013 17:04

Odissee sanitarie. Brognaturo: 98enne col femore fratturato trova un posto letto dopo due giorni

Scritto da Salvatore Albanese
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mini ospedale_serraSERRA SAN BRUNO - Proprio mentre impazza la bagarre mediatica per i paventati tagli al Sistema Sanitario Nazionale - operati nell’ambito dell’imminente “legge di stabilità” varata dal governo Letta - nel territorio delle Serre calabre si registra l’ennesimo caso che mette in evidenza tutti i limiti di un comparto ormai al collasso. Infatti dopo il fatto emblematico dello scorso giugno – quando Bruno Pelaggi, pensionato 80enne serrese, morì nel cortile di un supermercato a soli 100 metri di distanza dal locale nosocomio attendendo i soccorsi per oltre 40 minuti – questa volta si è registrato un nuovo episodio con un seguito per fortuna non altrettanto tragico ma comunque anche questo frutto di dinamiche a dir poco ambigue.

Nel pomeriggio di domenica scorsa, Beatrice Aloi, novantottenne residente a Brognaturo, è rimasta vittima di un incidente domestico mentre tentava di adagiarsi sul divano della propria abitazione. Per fortuna i parenti della donna si sono subito accorti dell’accaduto e hanno contattato il 118 del vicino ospedale “San Bruno”. Gli operatori del presidio serrese si sono recati prontamente sul posto, per prestare i primi soccorsi e trasportare poi l’anziana verso la stessa struttura sanitaria. Una volta giunta al Pronto Soccorso, dopo un’accurata diagnosi, alla sfortunata signora è stata riscontrata la frattura del femore conseguente alla caduta. Il personale medico si è quindi attivato per ricercare un posto letto per la degenza della donna, ma in nessuno degli ospedali della Calabria centro-meridionale è risultata esserci alcuna ubicazione disponibile se non nel presidio sanitario di Paola, nel cosentino, a ben 150 km di distanza: un viaggio azzardato e del tutto sconsigliabile per una paziente di 98 anni a cui è stata diagnostica la rottura del femore. La donna è stata quindi costretta a rimanere in attesa di un posto letto disponibile nelle vicinanze, distesa su una barella dell’astanteria dell’ospedale di Serra per oltre quattro ore. Ma in tarda serata, verso le ore 10, la malcapitata signora, ormai stremata dal dolore e dalla lunga attesa, ha deciso di tornare a casa. Per di più la Aloe, proprio per la decisione di abbandonare l’ospedale, ha dovuto pagare ben 100euro per il viaggio di rientro, effettuato con l’autoambulanza in dotazione al CAPT di Soriano Calabro perché quella afferente al “San Bruno” era al momento impegnata in altre attività di trasporto e soccorso. Solo questa mattina è stato possibile effettuare il ricovero all’ospedale di Soverato, dove intanto si era liberato un posto letto.

Questo episodio, come molti altri registratisi negli ultimi anni, pone ancor più l’accento su come il nostro territorio sia ormai relegato, nelle concezioni e nei piani della dirigenza politico-amministrativa regionale e nazionale, in una posizione di estrema periferia in cui diventa letteralmente un’odissea ricercare una collocazione disponibile a far ricevere cure adeguate anche per la routinaria frattura del femore di un’anziana e sfortunata signora. Il tutto mentre il vigente governo a “larghe intese” – sotto l’impeccabile regia del sodalizio Pd-Pdl – si prepara ad ulteriori tagli al comporto sanitario nazionale: 2,650 miliardi in meno per i prossimi tre anni. Una manovra, che in una regione in emergenza cronica come la Calabria, risuona come un’inevitabile estrema unzione.

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