Martedì, 01 Maggio 2012 14:30

Primo Maggio: il Lavoro e il ritorno alla Terra

Scritto da Ulucci Alì
Letto 2361 volte

mini il-quarto-stato_pellizza-da-volpedo_primo-maggioLa crisi economica, la recessione sempre più martellante, l’incapacità di iniziative valide a far ripartire l’economia devono costringere il nostro paese a fare una tardiva, ma legittima, riflessione su ciò che siamo in grado di fare, di produrre, di immettere in ingente quantità e qualità nei mercati. Da troppi anni ormai il primario non rientra più nei piani di sviluppo economico locali e nazionali. Ma proprio alla luce del momento poco favorevole, l’agricoltura dovrebbe essere considerata un settore di base da cui ripartire. L’ultimo vero comparto, almeno in questo territorio, dell’economia reale.

Il fallimento dei sistemi di welfare, della ventata capitalista, i decenni di ininterrotto progresso tecnologico che hanno portato un illusorio iniziale benessere, l’avvento dell’economia globale e virtuale sono ormai elementi di un’economia obsoleta. La stessa economia che ci ha portati alla rovina. Bisogna smetterla di investire nelle industrie. Occorre prendere in considerazione l’idea di trasformarsi in contadini o, se siete snob ed il termine vi soddisfa poco, in imprenditori agricoli. La risposta alla crisi non può che essere il ritorno alla terra. Chi la possiede se la tenga stretta. Chi non ci ha mai pensato, inizi a prenderla in considerazione. Ma sia chiaro, anche in questo caso bisogna pensare ad un’agricoltura nuova e condivisa. Forgiata su una dimensione collettiva che si discosti a pieno dall’approccio individualistico come soluzione ai problemi socio-economici.

L’agricoltura. Il settore Primario. Il primo. Perché la ricchezza di un popolo viene dalla terra. Tutto riporta ad essa. Ricordiamo Portella della Ginestra, quando i contadini, illusi ancora dalla liberazione dal fascismo, sperando in un mondo diverso, occuparono i campi il primo di maggio del 1947. I latifondisti siciliani “assoldarono” Turi Giuliano e i suoi banditi per sparare sulle masse di uomini, donne e bambini. Una strage. E il sangue bagna quella terra che avevano desiderato. Campi da arare, da coltivare a grano. Come i campi di Cutro, che era una delle zone più produttive d’Europa, con grano di eccellenza, dove ora crescono tra i terreni brulli solo pale eoliche. Come il grano di Serra (sicuramente non transgenico). Ricordiamo ancora la venuta della trebbia: era una festa, con i bambini che correvano tutti dietro a quell’enorme mostro buono, che raccoglieva il grano. I canti della mietitura che qualche nonna ancora ricorda. E poi la farina, il mulino…ve lo ricordate? Il pane, i forni utilizzati a turno. Ora non maciniamo più, perché ci siamo illusi di poterci permettere di lasciare la madre terra. E comprarci la baguette invece del nostro pane buono. Primario abbiamo detto, produzione locale, per sottrarre il guadagno a coloro che manipolano le merci e le braccia di quelli che le producono. Le nostre olive marciscono sulle piante; a Cirò, dove si faceva il vino quattromila anni fa, ora i contadini non raccolgono più l’uva. Ma il vino in Calabria si continua a bere. Ma quale? E state pur tranquilli, che in quei luoghi del mondo dove la produzione è stata trasferita, gli operai muoiono di fame lo stesso, c’è solo qualcuno che gioca a scacchi con la nostra vita. La produzione agricola, l’allevamento di bestiame, i derivati del latte: mangeremmo meglio e a costi inferiori, con la possibilità magari di creare anche moneta locale. Speriamo che i giovani, che come noi si stanno avvicinando all’idea di tornare a quella vita semplice, faticosa magari ma autentica e sana, reggano la fatica di ripartire, perché non sarà facile. Ma assieme si può. Assieme rinasceremo, e ci riprenderemo il nostro futuro.

Un futuro che qualcuno si è preso senza chiedercelo, dandoci in cambio solo il disfacimento di una società che aveva fatto della solidarietà e della condivisione tra gli uomini la sua spina dorsale. Oggi, Primo Maggio, festa dei Lavoratori, si ricorda cosa successe nel mondo operaio tra l’800 e il ‘900. La data fu scelta in memoria di uno sciopero organizzato a fine ‘800 a Chicago: uno sciopero, come molti altri, represso nel sangue. A più di un secolo di distanza il lavoro rappresenta ancora un’eterna questione irrisolta soprattutto per le masse che subiscono un sacrificio collettivo preparato a tavolino. Oggi appare ormai evidente che il sistema capitalistico, l’iperliberismo, il dominio della merce sull’uomo e lo strapotere della finanza sull’economia reale (quella, per intenderci, del lavoro e del pane) ha portato il mondo sul baratro, ha creato una maggioranza (silenziosa perché rassegnata) che purtroppo non è più massa critica ma è un agglomerato di persone sole, affamate da una minoranza dominante. Anche in Italia assistiamo a fenomeni causati dalla mancanza di lavoro che non si ricordano a memoria d’uomo: ragazzi bravi, meritevoli, che hanno studiato e che arrivano a togliersi la vita perché i loro sforzi non hanno prodotto nulla, in termini di autonomia economica e dunque di crescita personale; padri di famiglia, lavoratori, anche piccoli imprenditori, che compiono scelte estreme perché vedono sfumare in un attimo il lavoro di una vita; generazioni intere spazzate via, senza futuro, che per la prima volta della storia si trovano in condizioni peggiori delle generazioni che le hanno precedute. E allora la soluzione, almeno la nostra soluzione, non può che essere una rivoluzione. Una rivoluzione forse non nel senso tradizionale, che non si concretizza nella guerriglia armata o in azioni di lotta contro un sistema che, oggi, è così pervasivo da essere diventato liquido e quindi difficilmente identificabile in un’unica struttura. Una rivoluzione, la nostra, che parte proprio dalla terra, dal ritorno alla Madre che ha generato i nostri avi, e dunque anche noi. Una rivoluzione culturale, sociale, che deve passare dalla lotta di persone consapevoli che solo dal territorio che ci appartiene, dalla riscoperta della nostra identità sociale e culturale, può partire un cambiamento reale. Che trova il suo punto di partenza, e non di arrivo, proprio dal lavoro, dalla condivisione di quel poco che ci è rimasto e che può produrre i suoi frutti solo con l’impegno comune. La creazione di sistemi economici virtuosi che possano risollevare le nostre micro-comunità. Qualcuno ci deriderà, lo sappiamo, è già successo per tante altre lotte che poi hanno avuto la giusta legittimazione popolare. Sappiamo che susciteremo perplessità e diffidenza, ma non ce ne preoccupiamo, perché abbiamo la consapevolezza che quello che abbiamo pensato e che faremo è una grande opportunità, ma soprattutto è una necessità. Per noi è l’unica via. Ci hanno fatto tornare al bisogno, e forse può essere un bene se ciò ci farà distaccare dal desiderio, dall’ambizione malsana di possedere sempre di più per primeggiare sui nostri simili. Noi partiamo, da questo Primo Maggio, con la nostra piccola rivoluzione, convinti che saranno in molti a coglierne le potenzialità perché stanchi di piegarsi a subire un destino che non ci appartiene, e che è ora che noi ci costruiamo da soli. Con le nude mani.

Salvatore Albanese

Sergio Gambino

Salvatore Costa

Sergio Pelaia      

Articoli correlati (da tag)

  • Ghost, un nuovo arresto per espiazione pena Ghost, un nuovo arresto per espiazione pena

    112Nella mattinata odierna, i carabinieri della stazione di Soriano, diretti dal maresciallo Barbaro Sciacca, e guidati dal capitano della Compagnia di Serra San Bruno, Stefano Esposito Vangone, hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione per espiazione di pena detentiva, nei confronti di Francesco Ida’, 35enne, pregiudicato, nato a Gerocarne. L’uomo, arrestato per scontare una pena di 4 anni e 5 mesi di reclusione, è stato condannato per il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

    Il provvedimento di arresto, emesso dalla procura generale di Catanzaro, è stato posto in essere in merito a quanto emerse a conclusione dell’operazione “Ghost” effettuata dalla Polizia di Stato all’inizio del 2009, con la quale è stata fatto luce su un giro di droga che avrebbe interessato nello specifico il territorio compreso tra i comuni di Pizzo, Soriano, Sorianello e Gerocarne.

    Ida’è stato accompagnato presso la casa circondariale di Vibo Valentia, dove venerdì scorso erano già stati condotti altri tre condannati - Giuseppe Capomolla, residente a Soriano; Pietro Nardo di Sorianello e Bruno Sabatino, residente invece a Gerocarne – interessati dalla stessa operazione antidroga.

  • Ghost, arrestate tre persone: devono scontare una pena definitiva Ghost, arrestate tre persone: devono scontare una pena definitiva

    mini carabieniri_notteI carabinieri della Stazione di Soriano Calabro, diretti dal maresciallo Barbaro Sciacca, e guidati dal capitano della Compagnia di Serra San Bruno, Stefano Esposito Vangone, hanno dato esecuzione, nella serata di ieri, all'ordine di carcerazione per l'espiazione di una pena detentiva, emessa dalla Procura generale di Catanzaro, nei confronti di tre soggetti: si tratta di Giuseppe Capomolla, 34enne residente a Soriano, già noto alle forze dell'ordine, e Pietro Nardo, di 45 anni, residente a Sorianello ma domiciliato a Gerocarne, entrambi responsabili del reato di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Capomolla è stato condannato a 4 anni e 10 mesi di reclusione, mentre di 4 anni e 5 mesi è la pena inflitta a Nardo. L'altro arrestato è, invece, Bruno Sabatino, residente a Gerocarne, anche lui pregiudicato, che dovrà espiare una pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione, in quanto responsabile dei reati di porto abusivo di armi e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le condanne si riferiscono alle indagini scaturite dall'operazione Ghost, conclusa nel 2009 dalla Polizia di Stato, con la quale è stata fatto luce su un giro di droga che avrebbe interessato nello specifico il territorio compreso tra i comuni di Pizzo, Soriano, Sorianello e Gerocarne. Capomolla e Nardo sono stati tradotti presso il carcere di Vibo, mentre Sabatino è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. 

     

  • Fabrizia, arrestato latitante in Svizzera Fabrizia, arrestato latitante in Svizzera

    mini polizia_cantonaleLa Polizia cantonale ha arrestato nei giorni scorsi in Svizzera Antonio Montagnese, 35 anni di Fabrizia, ritenuto al vertice dell'omonimo clan Montagnese-Nesci, e già condannato in Cassazione ad una pena di 9 anni di reclusione con l'accusa di associazione mafiosa. Il 35enne era rimasto coinvolto nell'operazione “Domino”, scattata nel 2007. Montagnese è il genero di Bruno Nesci, anche lui al vertice della consorteria mafiosa. Subito dopo la sentenza della Cassazione, arrivata nel maggio di quest'anno che ha certificato l'esistenza di un locale di 'ndrangheta a Fabrizia, Montagnese si era dato latitante in Svizzera, ma la Polizia Cantonale dopo mesi di ricerche è riuscita a rintracciarlo. 

     

  • Mongiana, il WWF organizza la giornata della biodiversità Mongiana, il WWF organizza la giornata della biodiversità

    mini giornata_biodiversitRiceviamo e pubblichiamo

    Dopo il successo dell’anno scorso, che ha visto i volontari del WWF impegnati nell’opera di sensibilizzazione alla conservazione del nostro patrimonio naturalistico nella suggestiva cornice del vivaio forestale “Rosarella” di Serra San Bruno, l’associazione ambientalista invita tutti ad un nuovo appuntamento con la biodiversità e il contrasto alle minacce che incombono su di essa. Attivisti, soci, simpatizzanti e cittadini, domenica prossima, dalle 10,30, saranno ospiti delle splendide strutture di Villa Vittoria a Mongiana, messe a disposizione dal Comando Provinciale del Corpo Forestale che ha risposto con entusiasmo alla proposta del WWF Calabria.

    La tradizionale manifestazione del WWF assume quest’anno un carattere particolare, essendo legata alla campagna del WWF Italia denominata “Stop ai crimini di Natura”, una iniziativa finalizzata a far conoscere all’opinione pubblica i pericoli gravissimi che minacciano la biodiversità in tutto il mondo, senza sottovalutare gli attacchi continui che subisce la Natura d’Italia e della nostra regione. Il programma prevede, oltre alla presentazione della campagna nella sala conferenze, l’allestimento di tavoli per raccogliere adesioni, percorsi di interesse botanico e faunistico (a cura del CFS) e una visita al museo delle Ferriere.

    Distruzione, alterazione e frammentazione degli habitat naturali, caccia eccessiva, bracconaggio, commercio illegale e introduzione di specie “aliene”, oltre alla minaccia globale rappresentata dal riscaldamento del pianeta determinato dall’effetto serra, sono le sfide quotidiane che il WWF è impegnato a contrastare , con la sola forza dei suoi volontari, degli scienziati e dei milioni di persone, che, in tutto il mondo, sostengono concretamente questa autentica guerra per salvare il pianeta e le irripetibili e meravigliose creature che lo popolano e lo rendono straordinario.

    Un impegno di civiltà e di amore che il WWF combatte dal 1961 in ogni regione della Terra per salvare dall’estinzione le ultime Tigri in Asia (ne sopravvivono in tutto 3200) o gli ultimi Rinoceronti sterminati per l’utilizzo del corno nei paesi orientali (della specie che vive a Giava, ne sono rimasti appena una cinquantina!); per non parlare delle poche centinaia di Gorilla di montagna rimasti, che vengono ancora braccati e massacrati per la carne o minacciati dalla distruzione delle loro foreste. Gli stessi elefanti africani, il simbolo stesso della savana, vengono crudelmente abbattuti dai bracconieri al ritmo impressionante di 22.000-25.000 all’anno . Ma l’elenco delle specie animali e vegetali che la terra rischia di perdere in breve tempo è sconvolgente e si allunga ogni giorno che passa, tanto da aver indotto gli scienziati a parlare di una “sesta estinzione di massa ”, dopo le cinque che hanno sconvolto la vita sul pianeta nelle passate ere geologiche. Con la differenza che stavolta, ad essere responsabile della fine di migliaia di specie, è un’altra specie: la nostra.

    Del resto gli Italiani e i Calabresi sanno benissimo che l’assalto alla natura e agli animali ha assunto anche da noi il livello di allarme rosso, considerato il continuo massacro del territorio e le minacce che gravano sulla nostra fauna. Un assalto contro cui agiscono, spesso a rischio della vita, i Ranger del WWF in tutto il mondo e, in Italia, 300 eroiche Guardie Venatorie Volontarie che , dalle Alpi alla Sicilia, sacrificano il loro tempo e i loro soldi per salvare orsi e lupi, uccelli migratori o per denunciare gli innumerevoli “Crimini di natura” che vengono commessi quotidianamente in ogni parte dell’ex “Bel Paese”, mettendo a repentaglio la salute dell’ambiente e, con essa, quella degli stessi abitanti. Un drappello di queste autentiche sentinelle dell’ambiente, sotto le insegne del Panda, opera da tempo in Calabria ed è anche al loro impegno quotidiano, così come all’insostituibile ruolo svolto tradizionalmente dal Corpo Forestale dello Stato, che l’appuntamento di Mongiana è dedicato.

    Per arrestare la folle corsa verso la distruzione del pianeta (l’unico che abbiamo!), il WWF chiede il sostegno di tutti: sul sito www.wwf/criminidinatura chiunque può informarsi maggiormente sul fenomeno e sostenere la campagna del WWF con una donazione, oltre a diffondere le informazioni e sottoscrivere la petizione per chiedere sanzioni più severe contro chi uccide specie selvatiche.


    WWF Calabria


  • Rinvenuto abete bianco di interesse naturalistico nel territorio del Parco delle Serre Rinvenuto abete bianco di interesse naturalistico nel territorio del Parco delle Serre

    È stato il personale di vigilanza in organico al Parco Naturale Regionale delle Serre, nell’ambito dell’esplicazione del progetto denominato “Natura e turismo” a rinvenire, nel corso di una perlustrazione in prossimità della riserva biogenetica naturale “Cropani-Micone”, un abete bianco monumentale di particolare interesse naturalistico.

Il Vizzarro.it - quotidiano online
Direttore responsabile: Bruno Greco
Redazione: Salvatore Albanese, Alessandro De Padova

Reg. n. 4/2012 Tribunale VV

redazione@ilvizzarro.it

Seguici sui social

Associazione "Il Vizzarro”

via chiesa addolorata, n° 8

89822 - Serra San Bruno

© 2017 Il Vizzarro. All Rights Reserved.Design & Development Bruno Greco (Harry)