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Venerdì, 30 Novembre 2012 16:25

Anticonsiglio comunale/11. C’è del marcio in maggioranza

Scritto da Salvatore Albanese
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mini consiglio_com_30_nov_2012SERRA SAN BRUNO - Il sole timido che filtra dalle finestre di sala Chimirri non può bastare a riscaldare gli animi fragili di una maggioranza agonizzante, ormai giunta agli ultimi affanni di un cammino tutt’altro che glorioso. Un’amministrazione in balia della tempesta che fra qualche mese potrebbe non esistere più. Sarà probabilmente sostituita da tre commissari prefettizi freddi ed ordinari: una sorta di punizione multipla in un tempo già da carestia. Aspettiamoci il peggio. 

Al I punto si discute assai confusamente della sostituzione dell’ex consigliere Bruno Zaffino. La maggioranza si affretta a sciogliere il nodo. Ma Lo Iacono affonda

: “Perché questa superficialità? C’è al Comune una Commissione d’accesso agli atti per accertare eventuali infiltrazioni mafiose e voi vi limitate a sostituire un consigliere indagato come se questo fosse impossibilitato perché impegnato ad andare al mare! Esprimetevi una volta per tutte o dimettetevi”. Il sindaco incassa come un bambino ingenuo che gioca, inciampa e si sporca la t-shirt. Risponde: “Ho preso le distanze da Zaffino estromettendolo dalla giunta dopo aver visionato alcuni atti del Patto Territoriale di cui fu tra i beneficiari”. Il discorso diventa contraddittorio. Rosi, in un diluvio di parole senza senso, si autoaccusa, in sostanza, di falso in atto pubblico: oggi racconta di aver sospeso Zaffino per delle anomalie riscontrate nell’ufficio dello stesso Patto, mentre il 21 dicembre scriveva nel provvedimento di revoca che l’ex assessore veniva sostituito “per ridare slancio all’attività amministrativa”. Frasi che evidenziano il masochismo di una maggioranza gracile, frastornata e buffa, incapace di proporre il linguaggio della verità ai cittadini che avrebbero quanto meno il diritto di conoscere i fatti in tempo reale e non tramite censurabili e poco attendibili flashback. Ormai il dado è tratto. La dichiarazione di Rosi viene messa a verbale, nonostante ciò il capogruppo Salerno in versione “il sindaco voleva dire”, tenta di limitare i danni affannandosi a spacciare le miserie per virtù: “Non abbiamo affatto problemi a parlare di Zaffino, anzi per trasparenza, dopo il suo arresto se non fossero arrivati i Commissari al Comune, li avremmo richiesti noi stessi”. Insomma la commissione d’inchiesta è come la Fiat Panda: se non ci fosse bisognerebbe inventarla.

Nel marasma della discussione la nomina di Raffaele Callà a neo consigliere diventa marginale. Nella stanza persiste l’incubo Zaffino: i finanziamenti pubblici ricevuti fin dal 2002 a favore della sua azienda, la parentela acquisita con i Vallelunga, l’esposto reso pubblico dal Corriere della Calabria, il fitto corteggiamento per la candidatura nel PdL di cui Zaffino sarebbe ancora tesserato, la stessa lista PdL mai vagliata dalla prefettura prima della campagna elettorale, il sindaco Rosi che avrebbe spinto una dipendente comunale a contraffare il certificato di rito di Zaffino richiesto dai carabinieri. È il caos. Il consigliere di minoranza Federico dichiara che non prenderà parte alle votazioni “nè per questo nè per i punti successivi” e si allontana dal tavolo del Consiglio. Mirko Tassone rincara la dose: “Avete il dovere di fare chiarezza su quanto sta accedendo a Serra”. Si passa alla votazione. A Zaffino, sospeso dal Prefetto, subentra il primo dei non eletti Callà. L’investitura è accolta dall’applauso unanime dei presenti. Auguri al consigliere supplente. Anzi buona fortuna. Ne avrà bisogno.

Il Consiglio comunale, nonostante fossero stati previsti altri 5 punti all’ordine del giorno, finisce qui. Ufficialmente perché il vicesindaco dice di avere impegni improrogabili, per ritrovarsi poi dopo soli 10 minuti al bar a sorseggiare un caffè col resto della maggioranza. In realtà ai punti successivi risulta non allegato il parere obbligatorio del Revisore dei Conti (dimessosi subito prima dell’arrivo della commissione d’accesso al Comune) per il piano di riequilibrio finanziario (art. 239 TUEL). Ne consegue la mancata approvazione del bilancio di previsione 2013 in scadenza proprio oggi. Ciò, a norma di legge, potrebbe portare il Prefetto ad emettere una diffida al Consiglio comunale ed una proroga di ulteriori 20 giorni oltre i quali, se non sarà approvato lo schema di bilancio, lo stesso Prefetto dovrà sciogliere con effetto immediato il Consiglio comunale (art. 141 TUEL). Ad ogni modo, se ne discuterà nella prossima seduta, convocata per lunedì. Mala tempora. 

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