Si tratta, nello specifico, dei viceprefetti Salvatore Fortuna e Giuseppe Di Martino e del dirigente Emilio Buda.
I commissari prefettizi rimarranno in carica per diciotto mesi, così come stabilisce la legge.
Nel frattempo, però, l'ormai ex primo cittadino, Pino Rodolico, ha annunciato ricorso contro lo scioglimento del Comune, disposto dal Consiglio dei ministri. «Sono sereno ed assolutamente convinto che non c'è stata alcuna ingerenza da parte della criminalità organizzata nella gestione del'ente», ha detto Rodolico.
Il Comune, nell’ottobre scorso, aveva visto l’arrivo della commissione d’accesso agli atti, disposto dall’allora prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno. La decisione era stata assunta per «verificare l'eventuale sussistenza di forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, o di collegamenti diretti o indiretti con la stessa». Sussistenza che, adesso, a distanza di quasi un anno, è stata accertata e ha condotto allo scioglimento dell'ente.
Rodolico era stato eletto sindaco alle amministrative del 2014, a capo di una lista civica di centrosinistra.
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