Giovedì, 04 Giugno 2020 15:30

Il movimento di Pino Aprile si radica anche nel Vibonese

Scritto da Redazione
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Si radica anche nel Vibonese il “Movimento 24 Agosto Equità Territoriale” fondato da Pino Aprile, scrittore e giornalista italiano, nonché conoscitore della “questione meridionale”. Il referente provinciale, Pierfrancesco Scarmozzino, infatti, annuncia in una nota l’avvenuta costituzione del Circolo vibonese del movimento.

«Pino Aprile - si legge in una nota - ha fatto in questi anni dell’equità territoriale il suo principale argomento di discussione, al fine di dimostrare che per troppi anni siamo stati costretti ad ascoltare la favoletta del Sud che tarpa le ali al laborioso Nord impedendogli di spiccare il volo, perché costretto a portate sulle proprie spalle il peso di un Meridione incapace e piagnone. Non c’è nulla di più falso, perché la verità è tutt’altra! I dati storici ed economici dimostrano che il Sud è stato sempre penalizzato nel corso degli anni da scelte politiche ed economiche che hanno dato vita ad un’Italia a due velocità ed aumentato sempre più il divario tra un Nord industrializzato ed un Sud “colonizzato”, che mentre da un lato viene derubato delle proprie risorse, privato di infrastrutture ed investimenti, dall’altro viene colpevolizzato, deriso, umiliato per non essere stato in grado di compiere quel “miracolo economico” al quale ogni politico del Sud che si rispetti ha sempre agognato a parole, senza però poi nei fatti muovere un dito per far sì che quel bistrattato Sud possa avere i giusti mezzi e sufficienti risorse per compierlo». A tal proposito, Scarmozzino precisa che «ammonta a 840 miliardi di euro il “furto” commesso dallo Stato Italiano ai danni del Sud negli ultimi 17 anni dal 2000 al 2017, e cioè 46,7 miliardi in meno all’anno, che sono stati sottratti al Sud e dirottati al Nord. Questo è quanto emerso dal rapporto Eurispes 2020 e confermato dalla Svimez (Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno). Non c’è ideologia politica di destra, di sinistra o di centro, che possa in qualche modo pensare di farla franca davanti a tali impietosi risultati che rappresentano un totale fallimento da qualunque angolazione o punto di vista li si voglia guardare. Davanti a questi risultati non importa più nemmeno sapere di chi sia la colpa: di una classe politica distratta o peggio ancora, forse anche compiacente? Ma alla fine cosa cambia? Nulla! Non cambia nulla per quei 2 milioni di meridionali che in questi ultimi quindici anni sono stati costretti ad emigrare al Nord, ad abbandonare la propria terra ed i propri affetti, per cercare altrove un futuro migliore. E non cambia nulla nemmeno per tutti quelli che hanno coraggiosamente scelto di rimanere, ben consapevoli delle difficoltà e dei tanti bisogni che qui rimangono insoddisfatti. Indietro ormai non si può tornare per correggere gli errori che sono stati commessi nel passato, si può fare di tutto, però, per evitare che gli stessi errori vengano ripetuti nel futuro. Per troppo tempo - prosegue Scarmozzino - siamo stati trattati come “figli di un Dio minore”, e adesso è arrivata l’ora di reagire, di dire basta! Basta agli scippi, ai furti, alle offese gratuite, agli insulti, perché ne abbiamo sentiti e sopportati tanti in questi anni, ed anche in questi ultimi periodi di grave emergenza sanitaria non sono mancate le battute sferzanti nei confronti di un popolo, quello meridionale, che anche in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, non ha dimenticato i valori fondamentali della solidarietà e dell’altruismo, correndo in soccorso delle regioni del Nord in gravi difficoltà. Un’Italia unita non solo nei momenti di dolore, ma sempre, questo è il sogno che ognuno di noi nutre e che ci ha spinti ad unirci al Movimento 24 Agosto Equità Territoriale, il cui principale obiettivo è quello di riportare al centro del dibattito politico l’equa distribuzione delle risorse tra i vari territori al fine di eliminare le disuguaglianze ed offrire pari opportunità a tutti i cittadini, a prescindere dal luogo di nascita, poiché non v’è dubbio che senza servizi, infrastrutture ed investimenti, il Sud non potrà mai invertire la rotta. Per realizzare questo grande progetto dobbiamo lavorare tutti insieme per risvegliare la coscienza sociale, per formare una nuova classe dirigente, che sappia interpretare con lungimiranza i bisogni dei territori ed utilizzare al meglio le risorse, per costruire un nuovo modello imprenditoriale e di sviluppo. Per far ciò - conclude l’esponente vibonese del movimento - siamo pronti a mettere a disposizione della nostra terra tutto il nostro entusiasmo, le nostre conoscenze, le nostre professionalità, per vedere un giorno realizzarsi quel sogno che ci accomuna: vedere finalmente un’unica grande Italia. Non più “nordici”, né più “sudici”, ma italiani e basta!».

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