L’ora “X” è ormai arrivata: domenica prossima i calabresi si recheranno alle urne per eleggere il nuovo presidente della Regione e per stabilire, allo stesso tempo, la composizione della nuova assise di Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale.

Tra le forze politiche che sostengono la candidatura di Jole Santelli a presidente c’è anche Fratelli d’Italia che, per la Circoscrizione Centro, ha puntato, tra gli altri, sull’ex sindaco di Serra San Bruno Bruno Rosi, un tempo salerniano doc e oggi rappresentante del partito di Giorgia Meloni. Proprio Rosi nelle ultime ore si è reso protagonista di un fatto destinato a sollevare non poche polemiche. Sotto una discussione apparsa su Facebook, relativa alle spese impiegate dai candidati per la campagna elettorale, Rosi è intervenuto spiegando testualmente: «Spese previste fino alla fine della campagna elettorale 2mila 500 euro circa (fino a oggi 1090 per fac-simili e manifesti; 345 per la pubblicità radiofonica e mancano le spese per l’affissione dei manifesti, nessuna cena)». Fino a qui nulla di eclatante, se non fosse che nello stesso commento, il candidato di Fratelli d’Italia ha aggiunto: «Il problema, se dovesse essere vero, è che pare che ci sono dei candidati che elargiscono pezzi di 5mila euro per ogni pacchetto di voti. Mi auguro - ha aggiunto Rosi – che queste siano solo voci infondate perché, altrimenti, vorrà dire che ci lamentiamo sempre, ma in fondo non vogliamo cambiare».

Ombre pesanti dunque da parte dell'ex primo cittadino all'indirizzo delle "modalità" con cui altri competitor in lizza per uno scranno alla Regione, di cui però non fa i nomi, starebbero conducendo la campagna elettorale. E non sarebbe di certo una sorpresa, a questo punto, se gli organismi competenti decidessero di approfondire la questione.