Giovedì, 03 Dicembre 2015 17:45

Lsu-lpu ancora nel limbo. L'Usb chiama alla mobilitazione

Scritto da Redazione
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Non sono per nulla confortanti le notizie che arrivano da Roma per gli Lsu ed Lpu calabresi che, da anni ormai, attendono di avere risposte concrete in merito al proprio futuro occupazionale. 

La commissione Bilancio della Camera, infatti, avrebbe respinto gli emendamenti utili per far stanziare all'esecutivo guidato da Matteo Renzi il finanziamento necessario alla contrattualizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità a 26 ore settimanali per il 2016, che ammontava a poco meno di 90 milioni di euro, suddiviso in due tronchi: la parte maggiore infatti (pari a 50 mln di euro) l'avrebbe dovuta stanziare lo Stato, mentre i rimanenti 38,7 milioni dovevano provenire dalla Regione. Gli emendamenti proposti e bocciati in commissione Bilancio, però, si preoccupavano di superare tutta una serie di problemi, legati appunto allo stanziamento delle somme necessarie alla contrattualizzazione degli Lsu-Lpu, assegnando al governo la totalità del finanziamento. 

Non si è fatta attendere la presa di posizione da parte dell'Unione Sindacale di Base: «Nella più totale indifferenza e senza uno straccio di dibattito - si legge in una nota dell'Usb Calabria - la maggioranza di governo sta bocciando, uno per uno, tutti gli emendamenti, compresi quelli che avrebbero dovuto garantire la continuità contrattuale ai 5.000 lavoratori calabresi, condannati, invece, ad rimanere precari a vita. Ci aspettiamo – prosegue il sindacato – una presa di posizione dura da parte di quei parlamentari calabresi che avevano assunto precisi impegni dopo gli incontri con la Usb Calabria, impegni tutti disattesi per decisione del governo». L'organizzazione sindacale, dunque, ha deciso di non rimanere a guardare e ha invitato tutti i lavoratori alla mobilitazione generale: «Questa volta - aggiungono - non ci limiteremo a scioperi e manifestazioni, che non sembrano riuscire a svegliare le coscienze di questa politica, ma attuando forme di protesta anche eclatanti». «Non permetteremo a nessuno, dopo 20 anni di lavoro nero, di ributtare i lavoratori – conclude l'Usb – nel limbo della precarietà. Non permetteremo che i Comuni calabresi continuino a funzionare solo utilizzando i lavoratori in nero. Non permetteremo che quanto abbiamo conquistato con anni di lotte, venga azzerato per una decisione di un governo incapace di garantire i più elementari diritti ai cittadini ed ai lavoratori».

Nel frattempo, però, grazie ad un emendamento del relatore Silvio Lai (Pd), presentato al dl Giubileo, in commissione Bilancio del Senato, sarebbero stati stanziati 50 milioni di euro per il 2016 per gli Lsu calabresi. I soldi, si legge nella relazione illustrativa, servono per completare con il contributo dello Stato a titolo di compartecipazione, entro il 31 dicembre 2016, le procedure di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili della Calabria.

 

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    Al sit-in sarà presente anche il sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone, accompagnato da diversi componenti dell’amministrazione comunale. «I lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità – afferma Tassone in un comunicato – garantiscono il mantenimento dei servizi essenziali in diversi centri calabresi e, per questo motivo, riteniamo ci sia bisogno di un impegno comune da parte di tutti, superando ogni tipo di barriera, perché di fronte al futuro di questi lavoratori, padri e madri di famiglia, non c’è schieramento politico che tenga».

    Il primo cittadino serrese entra, poi, nel merito della manifestazione: «Chiediamo al governo di stanziare i 29 milioni di euro mancanti e di procedere alla deroga dei vincoli che impediscono ai Comuni di avviare la stabilizzazione. Dopo oltre 20 anni, è inaccettabile che ancora oggi si parli di precarietà. Il governo nazionale, la Regione Calabria e i parlamentari calabresi prendano seriamente in mano questa situazione, nel rispetto della dignità di questi lavoratori, altrimenti si rischia di dare seguito a una bomba sociale dalle proporzioni gigantesche».

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    Siamo profondamente preoccupati ed amareggiati rispetto alla notizia che da diversi giorni circola negli ambienti cittadini, apparsa anche sulla stampa locale, circa la volontà del Sindaco Rosi e della sua maggioranza targata PDL di non voler rinnovare i contratti dei lavoratori LSU/LPU che scadranno il prossimo 31 Dicembre. Una scelta politico- amministrativa, portata avanti dall’amministrazione comunale, che rischia però di sbattere in mezzo ad una strada 58 lavoratori e le loro famiglie che da 15 anni mandano avanti, tra le numerose difficoltà che quotidianamente riscontrano, molti servizi essenziali del comune.  

    La notizia ci lascia sconcertati, stupiti e increduli, soprattutto in un contesto storico in cui, ad ogni livello, i temi dell’occupazione e della tutela dei lavoratori assumono un ruolo centrale. In un periodo difficile, nel quale si vuole difendere ogni singolo posto di lavoro, la “lungimirante” amministrazione serrese decide di mandare a casa i lavoratori per esternalizzare e privatizzare alcuni servizi, primo fra tutti - per come si apprende dalla stampa - la raccolta differenziata. Non riusciamo a capire la logica che spinge in tale direzione anche alla luce delle drammatiche ripercussioni economiche che tale decisione potrebbe avere, non solo per le famiglie interessate, ma anche per l’economia cittadina.

    Per tali motivi condurremo su questo tema una battaglia serrata e continua. Difenderemo i lavoratori e le loro famiglie ricordandoci il debito che la società ha nei loro confronti poiché, a fronte di anni di precariato, di un esiguo stipendio e senza alcun contributo previdenziale, quotidianamente sono impegnati a garantire anche il funzionamento della macchina burocratica comunale che altrimenti sarebbe ferma.

    Riteniamo, quindi, che l’amministrazione comunale debba cambiare idea su questa importante e delicata questione prima che succeda l’irreparabile e si apra una fase di tensioni sociali senza precedenti per la nostra comunità.

    Come locale circolo PD siamo molti attenti ai diritti dei lavoratori e porteremo avanti questa battaglia coinvolgendo direttamente anche i deputati democratici che già in questi giorni hanno investito della questione il competente Ministero del Lavoro. Nel tavolo tecnico riunitosi a Roma i parlamentari hanno chiesto un contributo economico specifico per procedere alla stabilizzazione dei lavoratori LSU/LPU calabresi e risolvere definitivamente l’annosa questione.

    Gli esponenti pidiellini piuttosto che guardare a come “liberarsi” di quello che per loro è ormai diventato un problema dovrebbero cercare di valorizzare le competenze e professionalità di questi operatori e forse riuscirebbero un po’ meglio nel garantire ai cittadini quei servizi indispensabili e quella gestione dell’ordinario che al momento non sembrano capaci di assicurare.

    A questo proposito chiediamo loro una netta inversione di rotta rispetto all’attuale modo di gestire la cosa pubblica. Il livello di degrado politico, culturale e sociale raggiunto in poco più di due anni dimostra, infatti, un’incapacità amministrativa senza precedenti per il nostro paese alla quale non è consentito aggiungere ulteriori aggravanti attraverso decisioni scellerate a cui non sarebbe più possibile porre rimedio.

    Rosanna Federico
    Consigliere Comunale del PD

    Luigi Tassone
    PD Serra San Bruno

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    Si è svolto oggi un incontro presso il Ministero del lavoro sulla questione dei lavoratori Lsu/Lpu della Calabria. All'incontro, richiesto dagli on. Aiello, Bruno Bossio, Censore, Battaglia hanno partecipato il ministro Giovannini, la sottosegretaria Santelli, la segretaria generale del ministero, ed il direttore generale delle politiche attive e passive Pirrone. Nel corso della riunione i parlamentari hanno esposto al Ministro la drammatica situazione in cui versano i lavoratori Lsu/Lpu calabresi, i quali da diversi anni prestano servizio presso gli enti utilizzatori senza avere certezze nè sul loro futuro occupazionale nè sul pagamento puntuale delle loro spettanze, e senza aver mai avuto nel corso di questi lunghi anni alcun versamento contributivo per maturare il diritto alla pensione. La proposta avanzata dai parlamentari al Ministro intende affrontare la problematica in termini definitivi con la richiesta di un contributo economico ad hoc che vada a colmare una disparità di trattamento che in passato c'è stata a danno del bacino di lavoratori calabresi.
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    mini CensoreBruno
    Riceviamo e pubblichiamo
     
     
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    E’ questo l’incipit di una lunga, accorata ed articolata lettera che il Deputato del Partito Democratico Bruno Censore, assieme ai colleghi Vincenza Bruno Bossio (PD) e Ferdinando Aiello (SeL), ha indirizzato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On.Prof. Enrico Giovannini, per chiedere l’istituzione di un tavolo tecnico per la stabilizzazione degli Lsu/Lpu, al fine di studiare e individuare soluzioni definitive per il problema dei cinquemila Lavoratori Socialmente Utili e di Pubblica Utilità calabresi.
    «Il riferimento - scrive Censore - è alla vicenda, annosa, insoluta e per certi versi paradossale, che riguarda gli oltre 5.000 Lsu/Lpu Utilità calabresi. La loro condizione di precarietà risulta sempre più grave tanto che in seguito alla recente sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato l’art.55 del collegato alla Manovra finanziaria 2012 della Regione Calabria i rischi per il loro futuro sono improvvisamente divenuti elevatissimi».
    Bruno Censore, insomma, intende investire del caso la politica nazionale. «Assieme ai Consiglieri regionali Carlo Guccione e Nino De Gaetano che da sempre assieme al sottoscritto con molta attenzione seguono la questione, vigileremo affinché le rassicurazioni e gli impegni della Regione Calabria, almeno questa volta, siano mantenuti. Bisogna scrivere la parola fine su questa inaccettabile precarietà mettendo in campo tutte le iniziative necessarie ad arrivare ad una soluzione, ecco perché - conclude Bruno Censore - assieme ai colleghi Enza Bruno Bossio e Ferdinando Aiello abbiamo chiesto al Ministro del Lavoro l’immediata istituzione di un tavolo tecnico per la stabilizzazione degli Lsu/Lpu, senza i quali, lo ricordo, sarà messa in ginocchio non solo l’economia di oltre 5.000 famiglie ma anche la normale gestione dei servizi essenziali in molti enti locali calabresi».
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    mini 20130318_007Una protesta che andrà avanti “ad oltranza”, fin quando ai precari calabresi non saranno riconosciuti i diritti che rivendicano da anni. La bomba sociale, come anticipato dal Vizzarro.it, è puntualmente scoppiata dopo che la legge regionale che rinviava il termine della stabilizzazione al dicembre 2014 è stata bocciata dalla Corte Costituzionale. In conseguenza di ciò gli “enti utilizzatori” hanno sostanzialmente perso il presupposto giuridico per mantenere in servizio i precari

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